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I cattolici a Marola col Vescovo per discutere del “bene comune” come visione della società

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I cattolici della Diocesi Reggio e Guastalla si riuniscono al Centro Diocesano di Marola SABATO 4 AGOSTO per iniziativa della Commissione Diocesana per l'impegno politico.
Il tema del convegno è: "Verso la 45^sttimana sociale dei cattolici italian: il bene comune come visione della società"
Alle 10 è previsto l'intervento del Vescovo Adriano Caprioli, seguito dalla relazione di base di Mons. Giampaolo Crepaldi, Segretario del Pontificio Consiglio Iustitia et Pax, sul tema: "Il bene come questione antropologica".
Dalle 14,30 si lavorerà per sessioni dopo aver ascoltato gli interventi del prof. Antonio D'Aloia su "Bene comune e democrazia partecipata", e della prof. Vanna Iori su "Bene comune ed educazione". I risultati del lavoro verranno illustrati in assemblea plenaria dalle 17,30.
Il coordinamento della iniziativa è affidato a don Gianni Bedogni e a Luigi Bottazzi.
Di seguito l'intervento del Vescovo in conferenza stampa per illustrare l'evento.

Volendo presentare ai mezzi di comunicazione sociale il significato del Convegno che avrà luogo a Marola, sabato 4 agosto, mi è caro puntualizzare questo triplice significato del nostro prossimo convegno.

Sosta necessaria

Un primo significato del convegno riguarda la circostanza in cui questo convegno avviene. Il mese di agosto è il tempo in cui ciascuno sospende la propria attività pubblica per un momento di sosta.
Ne sentiamo tutti l’esigenza, anzi la necessità. Non solo chi viaggia in autostrada ha bisogno di essere richiamato dal cartello “Se sei stanco, fai una sosta”, ma chi corre tutto l’anno. C’è bisogno di fare sosta in famiglia, tra gli amici, ritornando ai paesi d’origine come qui in montagna per chi ha trovato lavoro a Milano o a Genova, o addirittura all’estero.
Ringrazio Luigi Bottazzi e il gruppo di amici che già da alcuni anni hanno intuito che questo mese potesse favorire una sosta anche tra amici, in particolare cattolici, impegnati nel sociale e nel politico. Come Vescovo, che dall'inizio ha sempre cercato di favorire questi incontri, non potevo stare a guardare, coinvolgendomi in prima persona. Anche il Vescovo ha bisogno di sostare in circostanze più adeguate come questa.

Necessità del confronto

Già da quando ero responsabile del centro studi di Gazzada, sede della Fondazione ambrosiana Paolo VI, avvertivo la necessità di un luogo e soprattutto di un metodo di confronto tra soggetti impegnati nel sociale e nel politico.
Mi soccorre un esempio. Anche il condominio può dirsi un luogo di incontro e di confronto, ma come? Attraverso un regolamento di condominio, che determina diritti e doveri dei condomini, perché sia salvaguardata la libertà di ciascun nucleo familiare. Ma, se ci si pensa bene, più che il segno della vita comune, il regolamento resta il segno della vita divisa.
Non vorrei che il rigurgito di contenzioso tra vescovi e laici impegnati nel politico e nel sociale si riduca ad un problema di regolamento di stile condominiale: ai vescovi la predicazione del Vangelo, ai monaci la preghiera, ai laici l’impegno nel mondo. Avverto oggi più che mai la necessità di un luogo e metodo di confronto alla luce di quel “discernimento comunitario” sollecitato da tempo dal Convegno ecclesiale di Palermo (1995), e richiamato dallo stesso convegno di Verona (ottobre 2006).
Siamo carenti di prassi al riguardo, e la Chiesa deve costruire spazi per rispondere a queste esigenze. Anche perché è urgente evitare che la pluralità di opzioni si risolva nella deriva di una diaspora dispersiva, oppure le divisioni politiche si ripercuotano sull’unità delle comunità cristiane.
Si corre il rischio che l’esito della “diaspora politica dei cattolici” concorra alla relativa eclissi dei valori del Cristianesimo politico e sociale, o almeno ad una loro minore visibilità, in una stagione che vede invece, dopo la riduzione della religione a “faccenda privata” (T. LUCKMANN, La religione invisibile), il ritorno alla dimensione pubblica della religione in democrazia (C. GEERTZ, Mondo globale, mondi locali).

La questione del “Bene comune”

La scelta del tema del convegno è in un certo senso obbligata da un altro evento a carattere nazionale e cioè la 45° Settimana sociale dei Cattolici proprio su questo tema, che avrà luogo a Pistoia-Pisa il prossimo 18-21 ottobre 2007.
L’intento del nostro convegno è quello di prepararsi a quello storico appuntamento con una attenzione particolare ai risvolti più propriamente inerenti alla nostra situazione reggiano-guastallese.
Dire che cosa è bene comune sul piano educativo non è facile quando si scambia il bene con il male, con il sentirsi bene o male. Nemmeno sul piano amministrativo è facile, quando sorgono comitati civici a reclamare ciascuno il proprio interesse. Che cosa significa allora “democrazia partecipata”?

+ Adriano Caprioli