Dusca Bonini per la CGIL, Pietro Ferrari per la CISL e Giovanni Riatti per la UIL della zona montana firmano un comunicato sulla questione del minacciato ridimensionamento della sede ENEL di Castelnovo ne' Monti, ma ne approfittano per allargare il campo a considerazioni circa la mancata attenzione ai problemi specifici dei territori montani:
Di seguito il comunicato:
Per Cgil-Cisl-Uil della zona montana la vicenda relativa alla sede Enel di Castelnovo ne’ Monti rappresenta solo la ennesima versione di un film già visto, un film che ha sostanzialmente sempre la stessa trama.
Quando si devono operare delle razionalizzazioni o delle innovazioni di servizi, dovendo ridurre anche costi e sprechi, la ricetta è semplice: si chiude.
Sembra anche che chiudere, in montagna , sia la scelta più utile e conveniente.
La vicenda della sede Enel di Castelnovo ne’ Monti, la razionalizzazione del Corpo Forestale dello Stato ( chissa perché passata sotto silenzio !), l’incubo settembrino per quanto riguarda gli insegnanti della scuola dell’obbligo e gli incarichi ai docenti,sono provvedimenti fra di loro diversi, ma assunti alla luce dello stesso ragionamento.
Si guardano i numeri in temini di utenti, cittadini , alunni, poi si decide se mantenere o ridurre il servizio, senza nessuna valutazione rispetto al territorio e alle sue specificità.
Per Cgil-Cisl-Uil della zona montana, questo non fa altro che dimostrare la sempre più evidente incapacità da parte di certa politica “alta”, di ieri e di oggi, di compiere e governare le scelte di sviluppo in termini di programmazione e di progettazione
A livello locale, Istituzioni, sindacati e associazioni di categoria, si mobilitano per cercare di dare vita a percorsi condivisi, per individuare programmi e azioni concrete per difendere e stimolare lo sviluppo della montagna ; altrove la montagna vale solo per i numeri nudi e crudi che è in grado di esprimere.
La finanziaria del governo Prodi, il bilancio regionale, il confronto sindacale con la nostra Provincia, hanno fatto arrivare nei nostri comuni molte risorse economiche, specie per i servizi sociali, ma se queste risorse non sono affiancate da provvedimenti mirati e da strategie concrete tese alla salvaguardia e al sostegno dello sviluppo, rischiano di ridursi a semplici interventi di risposta a delle emergenze.
La Politica deve sicuramente tenere conto dei pareri tecnici ( in montagna ci sono meno di 50.000 utenze, perciò si chiude) , ma poi deve essere in grado di compiere delle scelte alla luce degli interessi veri del territorio.
Per vivere e produrre in montagna, servono servizi che, per essere efficaci ed efficienti, devono essere vicini ai cittadini, alle imprese alle istituzioni.
Il confronto per difendere i lavoratori e il servizio Enel è ancora aperto e vede coinvolti tutti i soggetti a livello locale e regionale, non ci sono primi della classe e se si vince una battaglia per migliorare la qualità della vita delle persone non ci sono medaglie.