Howl è il numero uno del nuovo giornalino d’istituto del Cattaneo – Dall’Aglio.
Questo laboratorio di giornalismo (docente Damiano Razzoli) ospita un ventaglio di studenti alle prese con la penna.
Per chi non è più studente, ogni tanto capita di chiedersi: ma come ci si regola ora nelle scuole coi telefonini? Si possono tenere o no? Si può scrivere un ‘silenzioso’ sms durante le lezioni?
Risposte che troviamo in un ben curato articolo a firma di Chiara Nizzi. Eccolo nella versione integrale.
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La normativa anti-telefonini nelle scuole voluta dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni è stata approvata ed è ormai, come sappiamo, entrata in vigore.
Al riguardo sono state scritte ben otto pagine di circolare, con frasi disseminate di gran paroloni dall’aria ufficiale.
Per risparmiare a chi vuole tenersi informato la noia infinita di leggerle tutte, riassumeremo di seguito le parti più interessanti e importanti.
Tenere il telefonino (o altri “dispositivi elettronici”) accesi in classe è naturalmente vietato per rispetto verso l’insegnante e per dovere dell’alunno. Chi infrangerà questa regola verrà punito con il ritiro immediato dell’arma del delitto in questione. Ma questo è solo il minimo; infatti la circolare informa che: ”La scuola è chiamata a prevedere l’attivazione di percorsi educativi di recupero anche mediante lo svolgimento di attività riparatorie”.
In sostanza, gli studenti colpevoli colti a messaggiare durante una lezione, potrebbero incappare in punizioni come: pulire le aule, piccole manutenzioni, svolgere attività di volontariato.
Questo soprattutto se si venisse sorpresi a danneggiare con il telefonino altre persone: non s’intendono cose quali sbatterlo furiosamente in testa a quel tipo che vi ha fregato la ragazza o rigato il motorino; s’intendono piuttosto gravi fenomeni di bullismo come, ad esempio, filmare o scattare foto durante un atto di violenza, per poi metterle su internet o venderle nel cortile dell’istituto, secondo quanto è stato riferito nelle cronache di giornali e telegiornali solo poco tempo fa. Per questi casi, è prevista anche la bocciatura o la non ammissione all’esame dell’ultimo anno.
Speriamo tutti intensamente che nella nostra scuola ci siano solo persone sufficientemente intelligenti da non fare cose del genere, neppure per scherzo; ma visto che non si può mai prevedere dove arrivi l’imbecillità di certa gente, meglio mantenersi preparati.
Comunque, per situazioni di urgenza o particolarmente gravi, siamo comunque autorizzati a telefonare a casa, ma sarebbe preferibile che lo facessimo tramite il telefono della segreteria.
Secondo l’ultima parte della normativa, “I genitori dovranno assumersi l’impegno di rispondere direttamente all’operato dei propri figli a scuola”. Quindi possiamo stare un po’ più tranquilli: abbiamo ancora la possibilità di scaricare un po’ di colpe su mamma e papà.
Inoltre, sempre nell’ultimo capitoletto: il dovere di vigilanza e di corresponsabilità da parte di genitori e docenti, il Ministero dell’Istruzione incoraggia gli insegnanti a denunciare gli alunni colpevoli, con una “tempestiva segnalazione” a chi di dovere.
Da nessuna parte è scritto cosa dovremmo fare noi ragazzi se il cellulare del nostro professore squillasse a metà ora interrompendo “Il normale andamento della classe” .
Evidentemente se lo sono dimenticati per strada, o forse non hanno voluto sprecare la nona pagina. Chissà? Ma visto che viviamo in un paese libero dove la legge vale per tutti, bisognerebbe fare una normativa anche contro i cellulari dei professori e la punizione dovrebbe venire somministrata e decisa dagli studenti.
Cosa ci potremmo inventare? Mettere una nota sul registro da far firmare al preside? Scambiare per un giorno il professore colpevole con il bidello più simpatico? Oppure mettere gli insegnanti in questione a fare i conti con l’onnipresente incubo di tutti i docenti, il famigerato precariato? No, forse questa è una punizione decisamente troppo severa, anche per i nostri cari aguzzini di tutti i giorni…
In fondo se non ci fossero loro, non avremmo più nessuno con cui prendercela. A parte il Ministro dell’Istruzione che dovrebbe proprio sbrigarsi ad aggiungere un capitoletto alla sua adorata norma anti-cellulari. Come direbbe qualunque politico che si rispetti, è questione di par condicio.
(Chiara Nizzi, per gentile concessione di Howl)
Vietato anche per il prof.
Se lo studente deve tenere il cellulare spento per rispetto verso il professore o maestro e perchè comunque è vietato, il divieto ed il rispetto deve essere esteso anche al professore o maestro nei confronti degli studenti. Prima di tutto dare il buon esempio: mi sembra abbastanza logico.
(Simone Calani)