“Gemme di Parmigiano 2007” è il titolo di una iniziativa che coinvolge 11 ristoranti della montagna reggiana per dare la possibilità di gustare, fino al 15 luglio, menù a prezzo fisso tutti incentrati sulla valorizzazione del nostro “re della tavola”.
La Comunità Montana ha costruito questa iniziativa nel solco tracciato da “Buon Appennino” e dagli interventi per valorizzare le nostre latterie, per continuare a costruire, intorno alla filiera di eccellenza della lavorazione del latte, eventi ed occasioni per fare meglio apprezzare, da turisti e residenti, questa straordinaria tradizione millenaria che spesso si dà per scontata.
Un opuscolo, che è in distribuzione gratuita in centinaia di luoghi (uffici di informazione turistica, comuni, locali pubblici), illustra l’iniziativa e propone occasioni e modi diversi per conoscere ed apprezzare, sulla tavola e fuori, quanto sia importante e qualificante, per il territorio, l’attività di produzione del parmigiano reggiano.
Ci sono quindi i ristoranti e gli agriturismo della montagna che propongono ciascuno una propria interpretazione dell’utilizzo del parmigiano-reggiano di montagna, ma si offre anche la possibilità “a chi avesse voglia di saperne un po’ di più, di capire come nasce il Parmigiano Reggiano di montagna e quale è il suo ciclo di lavorazione, di assaporare attraverso invitanti degustazioni il suo carattere e le sottili variazioni del suo gusto a seconda della zona di produzione”.
E quale modo migliore per concludere una giornata sul nostro Appennino alla scoperta del parmigiano-reggiano di montagna, che quello di partecipare ad un concerto eseguito da bravi musicisti in una “cascina” cioè in una di quelle “camere del tesoro” dove arrivano a maturazione centinaia e centinaia di forme del prezioso prodotto? Fra l’altro non mancherà mai, in conclusione, una piacevole degustazione di parmigiano-reggiano per concludere la giornata col giusto sapore.
Scrive Nilde Montemerli, Presidente della Comunità Montana, a conclusione di una breve presentazione della iniziativa: “Non serve altro per lasciarsi tentare dall’idea di trascorrere qualche ora nei nostri borghi e dedicarsi alla scoperta dell’ambiente e delle tradizioni gastronomiche e culturali dell’Appennino reggiano”, per cui non resta che procurarsi il pieghevole ed avventurarsi tra ristoranti e latterie della nostra montagna per apprezzarne aspetti non sempre conosciuti e forse troppo spesso dati per scontati.
Ma il consorzio che fa…!?
Mi pare una lodevole iniziativa quella della Comunità montana. Penso che se anche il consorzio contribuisse alla diffusione della cultura di questo prodotto di eccellenza sarebbe molto meglio. Dico questo perchè alcuni giorni fa mi è capitato di navigare sul sito @Lhttp://www.parmigiano-reggiano.it@=www.parmigiano-reggiano.it#L e appena l’ho visto ho pensato che chiunque avesse approvato un simile progetto dovesse avere anche perso il lume dell’intelletto. Pensate di trovare paesaggi agresti e bucolici su quel sito? Oppure prelibatezze che invogliano all’aquisto o a correre in cucina per vedere se in frigo è rimasta qualche scaglia? Niente di tutto ciò… Nel (pesantissimo) sito in Flash, su uno sfondo grigio scuro, navigavano lente nuvole grigie mentre mucche cibernetiche brucavano su prati (neri anch’essi) che avremmo immaginato essere di plastica.
Non c’è che dire, quale miglior biglietto da visita per la diffusione di un prodotto come il Parmigiano-Reggiano e per fare conoscere il territorio di produzione…!? A vederlo, viene da sorridere pensando allo slogan che da tempo accompagna la pubblicità televisiva e verrebbe da aggiornalo come segue: “il Parmigiano non si fa, si fabbrica…! (con i microchip)”. Mah, speriamo che qualcuno per il bene del prodotto decida di togliere quell’obbrobrio dalla rete.
(Commento firmato)