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La memoria e l’insegnamento

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CHE COSA E' LA MEMORIA? La memoria è una capacità del nostro cervello di raccogliere e archiviare informazioni, per poi poter accedere ad esse. Senza la memoria l'uomo non sarebbe in grado di utilizzare i suoi sensi e quindi non potrebbe vedere, ascoltare e neppure pensare. Senza la memoria saremmo dei vegetali, senza alcuna facoltà intellettiva. E le persone che hanno perduto la memoria come fanno a vivere? La memoria umana non funzione come un organo normale (cuore, fegato, pancreas, etc,), è composta da una serie di sistemi interconnessi. Non possediamo una sola memoria, ma molte memorie. Chi si dice abbia "perso la memoria", ha unicamente una disfunzione in uno o più di questi sistemi. Abbiamo nella nostra testa un sistema per la classificazione, l'immagazzinamento ed il recupero delle informazioni che supera, quanto a flessibilità, rapidità e capacità, il più potente e moderno computer. La perdita "assoluta" di memoria porta alla totale incoscienza e, quindi, alla morte.

QUANTI TIPI DI MEMORIA POSSEDIAMO? Il flusso dell'informazione, (Atckinson e Shiffrin, 1971),segue un percorso che possiamo rappresentare in:
_ Informazione in ingresso
_ Memoria sensoriale (visiva, uditiva, etc.)
_ Memoria a breve termine, memoria di lavoro > (informazione richiamata)
_ Memoria a lungo termine, collegata strettamente con la memoria a breve termine

LA MEMORIA A LUNGO TERMINE è quella che la persona comune considera "la memoria". Il ricordo del nome dei nostri figli, dei nostri genitori, di noi stessi, di dove abbiamo vissuto da bambini, di dove ci trovavamo pochi minuti fa, dipende dalla memoria a lungo termine. Per uno psicologo l'espressione: "memoria a lungo termine" si riferisce ad informazioni immagazzinate in modo durevole. Per durevole si intende un periodo superiore a pochi secondi. Con il passare del tempo, dimentichiamo qualcosa. Nella realtà, le informazioni riposte nella memoria non scompaiono mai, semplicemente diventano sempre meno accessibili.
La memoria a lungo termine, secondo lo psicologo canadese Endel Tulving, può essere episodica, che ricorda fatti particolari, come l'incontro con un amico che non vedevamo da tempo, oppure semantica, che riguarda sostanzialmente la conoscenza: una ricetta, una formula chimica, la storia della seconda guerra mondiale, sono esempi di memoria semantica.

LA MEMORIA A BREVE TERMINE implica sistemi diversi, anche se strettamente integrati, della memoria a lungo termine. Immaginiamo di dover moltiplicare mentalmente 29 x 4. Prima dobbiamo ricordare i numeri, quindi moltiplicare 4 x 9, prendere nota mentalmente che il risultato è 36. A questo punto si deve moltiplicare 4 x 2 e prendere nota del risultato, 8. A questo punto dobbiamo inserire 8 nelle decine ed addizionarlo con 3, ricordando che nelle unità è solo presente il numero 6. A questo punto la somma 11 (che rappresenta un centinaio ed un una decina) si lega nella nostra mente alla unica unità 6 del primo risultato (36) e si ha la risposta: 116. Una volta completato il calcolo, tutti questi numeri nella nostra mente, svaniscono. La memoria a breve termine è costituita da tutti i sistemi che consentono la conservazione solo temporanea di informazioni importanti solo per un breve periodo di tempo.

LA MEMORIA SENSORIALE. Quando vediamo una film al cinema, osserviamo quella che riteniamo sia una scena continua. Nella realtà i nostri occhi rilevano una serie di fotogrammi fissi, alternati a brevissimi momenti di buio. Il sistema visivo memorizza tutte le informazioni contenute in un fotogramma, fino a quando si sovrappone il fotogramma successivo, in uno spazio di tempo minimo (< 1/10° sec.). Una sequenza continua ci appare come movimento continuo: un movimento, una corsa, una cascata, etc. La memoria visiva si compone di una serie di sistemi di memoria sensoriale, intimamente collegati nella nostra percezione del mondo. Se nel buio fissiamo un tizzone acceso ad una ruota che gira rapidamente, percepiamo un cerchio completo, (Segner 1740).
La percezione uditiva è costituita da una serie di memorie sensoriali. Un rumore secco e breve non ci consente di localizzare la fonte del rumore. Per localizzare un rumore è utilizzata la piccolissima differenza del suo tempo di arrivo alle due orecchie. E' necessario possedere un sistema che memorizzi l'arrivo del primo rumore, fino all'arrivo del secondo, esempio di memoria sensoriale a brevissimo termine.

RICORDO E APPRENDIMENTO. I musicisti di professione riescono a memorizzare ore ed ore di musica, senza sbagliare una nota. Per questo risultato è necessario che più tipologie di memoria confluiscano. Nel caso dei musicisti è associata la memoria uditiva a quella delle dita ed a quella visuo-spaziale. Un bambino di otto anni che frequenta il terzo anno delle scuole primarie (ex elementari) potrà non ricordare una poesia, una lezione e fare fatica nell'apprendimento scolastico. Sorprendentemente lo stesso bambino conosce a memoria, senza alcun rischio d'errore, la formazione della sua squadra del cuore di calcio, compresi i nomi difficili di calciatori stranieri. Conosce tutti i risultati di campionato e tantissime altre informazioni che confermano e sottolineano le sue doti. Come possiamo spiegare questo fenomeno? Si tratta della capacità di immagazzinare informazioni ed associarle (memoria associativa), attraverso la creatività (spirito creativo - intelligenza emotiva). utilizzando un numero tale di sistemi da "solcare" la scrittura nella mente, come un carattere indelebile. In termini di insegnamento e di didattica dell'insegnamento, la profonda discrepanza tra l'apprendimento della lezione scolastica e la cultura calcistica deve fare riflettere. La variabile che, come una bacchetta magica, trasforma lo studente svogliato in un campione di memoria e di cultura ha una ben definita identità: FASCINO. La capacità di attrarre, di addurre: ad un ideale, ad una filosofia, ad una materia, etc. La profonda differenza tra insegnamento (cercare di plasmare il comportamento, in modo progressivo, basandosi su regole morali e ricercando la condivisione dei principi universali, ispiratori della materia di studio) ed indottrinamento (cognizioni apprese durante lo studio). Colui che indottrina non è un insegnante, risulta privo del valore collegato all'empatia: "cosa sente in questo momento l'essere umano che ho di fronte e che ascolta la mia lezione?". Il risultato della dottrina impartita con mezzi coercitivi: "lo devi fare, lo devi imparare" è un condizionamento operante, il cui destino sarà l'estinzione, la cancellazione del ricordo con il temine dell'imperativo: "devi". Quanti argomenti interessanti, appassionanti, affascinati, che riscopriamo, o meglio, scopriamo, attraverso canali di informazione evoluti: documentari, trasmissioni televisive culturali come: "sfera, la macchina del tempo, stargate linea di confine, atlantide, quarck, super quarck, appuntamento con la storia, a cura di conduttori come Piero Angela, Cecchi Paone, etc. consentono un arricchimento stabile, in termini culturali. Al contrario, molte delle lezioni scolastiche, comunicate senza passione, sono scomparse dai nostri ricordi, come foglie al vento. Evidentemente c'è una profonda differenza nella comunicazione. L'insegnante comprende che il valore della sua professione dipende da quanto resta permanentemente nella memoria dei suoi allievi. Per questo nobile obiettivo è necessario trascendere la sapienza e padroneggiare gli argomenti trattati, dimostrando la loro utilità e la vicinanza con la vita, con tutte le sue meravigliose sfaccettature. Questa filosofia che si traduce in una corretta didattica di insegnamento, prevede l'applicazione della filosofia, della storia, della grammatica, della scienza e di tutti gli argomenti scolastici, nella vita di tutti i giorni, nel reale e nell'immaginario, collegato razionalmente con la realtà. L'indottrinatore, al contrario, desidera poter dimostrare quanto è riuscito a trasmettere, senza preoccuparsi della ricezione. L'indottrinatore non è intelligente, tenta di soddisfare bisogni individuali, avvalendosi della forza data da una situazione. Ricerca continuamente situazioni di vantaggio per compensare la sua incapacità ad insegnare. Non ha passione, non osserva con interesse il suo auditorio, spesso comunica scrivendo e osservando la lavagna, recita la lezione inebriandosi del suono della sua voce e si compiace della sapienza enciclopedica che ritiene possedere. E' concentrato su se stesso, deve ricevere gratificazione, in questa condizione è difficile poter "dare". E' un complicatore, mentre l'insegnate possiede il dono della sintesi ed il sentimento della comunione, comunione di interessi, di intenti, etc. L'insegnante non perde mai di vista il suo obiettivo ed il corridoio mentale per raggiungerlo: l'erudizione di un altro essere umano ed il sentiero da percorrere progressivamente, rispettando ogni caratteristica ed evoluzione della strada (allievo) nel tempo. L'indottrinatore è arido, indossa una maschera difensiva e può essere incline ad evocare nel prossimo il sentimento di insufficienza, di inadeguatezza. Spesso è perseguitato dal pensiero che se quanto comunica può risultare facile da apprendere, diminuisce il valore della professione. Una evidente equazione perversa, non aderente con la realtà, che nasconde percorsi compensatori per disagi personali. Per l'insegnante, quello vero, chi non sbaglia non impara nulla. E' solo sbagliando che si impara. Spogliati del fastidioso sentimento di inadeguatezza, finalmente, possiamo iniziare a studiare.

Dal punto di vista filogentico, l'evoluzione ha selezionato la capacità di immagazzinare informazioni, spostando nella memoria a lungo termine quelle utili soprattutto alla sopravvivenza. Come seminare un predatore, come fronteggiarlo, come armarsi con mezzi di fortuna, come accendere un fuoco, come trovare riparo, etc. Ogni informazione, degna di essere trasferita nella zona a facile rievocazione, deve necessariamente stimolare l'interesse nell'animale uomo. L'uomo contemporaneo, modificate le situazioni nel corso dei secoli, ha allargato la gamma delle tematiche interessanti, tuttavia l'apprendimento si nutre di interesse, indispensabile per innescare la confluenza di più tipologie di memorie (uditiva, visiva, tattile, olfattiva, etc.). In conclusione, chi non riesce ad interessare, ad appassionare un auditorio ad un argomento, difficilmente sarà un buon insegnante.

di Cosimo Aruta

(Fonte: http://www.body-shop.it/psicologia/index.shtml - http://www.body-shop.it/chi_siamo/cosimo_aruta.shtml)