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“I nostri animali hanno bisogno di benessere”

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Complice il boom zootecnico del dopoguerra, complice, prima ancora, l’autarchia del fascismo, anche la nostra montagna ha conosciuto l’abbandono di una zootecnia di tipo ‘estensivo’ a favore di allevamenti di tipo ‘intensivo’. Come non ricordare l’arrivo delle prime porcilaie di fianco ai caseifici sociali nella prima metà del secolo scorso? E come non ricordare il boom degli allevamenti dei polli negli anni Sessanta e Settanta? Oppure l’arrivo degli ‘stalloni’ per bovini tra anni Ottanta e Settanta? Attraverso questi modelli il nostro Appennino si è sfamato, ha creato un forte polo economico attorno all’economia del Parmigiano Reggiano (la filiera del pollo, invece, è fallita), ma parimenti ha perso un sistema ambientale dove avremmo potuto vedere magnifici esemplari di buoi intenti ai lavori più pesanti, bovine di razza Montanara (razza purtroppo estinta, di taglia piccola e grigia) al pascolo assieme alle Reggiane, suini incrociati coi cinghiali liberi di pascolare sotto le querce, animali da cortile attorno (e a guardia) nei campi attorno ai borghi, pascoli di crinale governati dalle pecore. Con questo mutamento storico, dal canto loro gli animali ne hanno sicuramente perso in… libertà e quindi benessere.

“Il benessere degli animali è una questione in primo luogo etica, ma con tante e diverse altre sfaccettature: ad esempio, il rispetto o meno delle norme vigenti in Europa su questa materia, diviene nei confronti di altri Paesi un problema di condizioni di concorrenza”. Con queste parole Maurizio Ceci, consulente di Europass, ha introdotto la conferenza su "Benessere degli animali, qualità degli alimenti e strategie di trasformazione", tenutasi lunedì pomeriggio, nel Salone del Capitano del Popolo all'Hotel Posta di Reggio Emilia, con una buona partecipazione di pubblico. Promotori Efsa (l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) ed Europass, ente di collegamento tra l'Autorità stessa ed il territorio emiliano-romagnolo. Si è aperta così una serie di conferenze che nei prossimi mesi interesserà altre province emiliane, con tema conduttore la sicurezza alimentare.

Ad aprire i lavori è stata l'assessore provinciale all'Agricoltura Roberta Rivi, che ha parlato del benessere animale come problema etico, specchio di una nuova sensibilità presente nell'opinione pubblica, ma anche nel mondo dell'agricoltura, sottolineando come benessere animale e sicurezza degli alimenti siano anelli anche di un più ampio problema di identificazione della qualità. Ha inoltre ricordato che, nell'applicazione del nuovo Piano regionale di sviluppo rurale, anche accorgimenti e misure per migliorare il benessere animale rientrano tra quelli che la Provincia ha indicato come criteri prioritari per la valutazione delle strutture agricole e per finanziarne la realizzazione.

Oriol Ribò Arboledas, addetto scientifico presso il Gruppo per la salute ed il benessere animale dell'EFSA, dopo aver descritto struttura e funzioni dell'Autorità stessa, ha ricordato che la sua unità, dal 2004, ha espresso dieci opinioni sul benessere degli animali - dai suini fino ai pesci - che hanno costituito elementi fondamentali per alcune decisioni che l'Unione ha preso in materia. Le valutazioni riguardano in particolare le implicazioni del benessere animale sulla sicurezza degli alimenti, mentre per quanto riguarda la valutazione di eventuali rischi, manca una metodologia consolidata che l'EFSA sta quindi elaborando, per arrivare a fissare vere e proprie "linee guida".

Il professor Giovanni Ballarini, presidente della Stazione sperimentale per l'industria delle conserve alimentari di Parma, ha parlato di etica del benessere animale in relazione alla qualità degli alimenti, affermando che l'aspetto culturale nel cibo è diventato quello preminente, e che la scelta degli alimenti è un atto etico, ed in questo aspetto vi è un primato dell'Europa sul resto del mondo.

Delle rispettive esperienze hanno poi parlato Maurizio Rosi, direttore del Servizio Igiene degli alimenti e nutrizione dell'Ausl di Reggio Emilia, e Leonardo Benatti, responsabile assicurazione controllo qualità di Unipeg, una delle maggiori realtà italiane nell'ambito della macellazione.

(Studio Arlotti Notizie)