Spostamenti geografici di specie animali, perdite totali di bio-diversità, riduzione della produttività agricola e delle risorse idriche in vaste zone del pianeta: sono solo alcune delle conseguenze previste dagli scienziati se la temperatura media globale aumenterà di 2-2,5 gradi rispetto al presente, elencate nel rapporto sullo ‘stato di salute’ del pianeta del Panel intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) presentato oggi a Bruxelles.
“Le proiezioni climatiche relative agli impatti sulla salute prevedono uno scenario drammatico in particolare per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo”, si legge nel documento - 1.400 pagine, stilate da 2.500 esperti – approvato dopo faticosi negoziati protrattisi per tutta la settimana e presentato con alcune ore di ritardo sul programma per il veto posto dai delegati di Stati Uniti, Cina e Arabia Saudita, che hanno definito il testo “troppo duro”.
Gli studiosi prevedono che entro il prossimo secolo il surriscaldamento causato dalle attività umane degli ultimi decenni provocherà: “aumento della malnutrizione e dei rischi di malattie infettive e respiratorie; aumento di mortalità a causa di eventi più estremi come onde di calore, alluvioni, tempeste e siccità; aumento della frequenza delle malattie cardio-respiratorie a causa della crescita delle concentrazioni di ozono troposferico a livello superficiale”.
Per quanto riguarda l’Africa (in particolare le aree del Sahel e dell’Africa Orientale e Australe) con due gradi supplementari in media nel pianeta, fino a 600 milioni di persone – il doppio delle stime correnti - saranno esposte a un’aggravata penuria d’acqua entro il 2080; di pari passo, in un secolo si potrà andare incontro alla perdita del 90% dei raccolti in un gran numero di paesi in cui attualmente l’agricoltura rappresenta fino al 70% del Prodotto interno lordo (Pil).
(Fonte: www.misna.org)