"Svago randagio & alcol, dubbi in quota". Firma Luca Tondelli. L'articolo compare sul n. 9 del settimanale della diocesi "La Libertà", datato 10 marzo; articolo cui viene dato buono spazio nella pagina dedicata alla "società".
In esso troviamo riassunta la situazione che vive il nostro Appennino sul fronte dell'uso (o abuso) di alcolici, sul correlato problema della sicurezza stradale, sul modo di interpretare il divertimento tra i giovani.
Alcol. L'articolista pone subito una domanda: "ci sono differenze tra la situazione dei ragazzi dei ragazzi montanari in questo ambito rispetti ai loro coetanei in città? Qui si beve di più, di meno, uguale... ?".
Da mesi - si ricorda - dell'argomento si parla parecchio, anche a seguito, a partire dall'estate scorsa, di fatti gravi quando non tragici. "Differenze ce ne sono - si legge - probabilmente legate in gran parte all'assetto sociale ma anche semplicemente geografico del territorio".
Ma d'altra parte è anche vero che la questione non si riduce certo solo a questo, dacchè, com'è molto più probabile (dato che i ragazzi di Reggio a loro volta migrano verso le città più grandi), il problema di fondo, come suggerisce il giornale, sia più vasto, più difficile da esprimere, come ad esempio quello di trovare veramente momenti ed ambienti che favoriscano la socializzazione.
Ma quali sono i deficit del territorio montano secondo i ragazzi? "Molti - si legge - hanno sottolineato le scarse opportunità di svago".
Intanto si scopre pure - in parte forse sfatando un luogo comune - che (parole del sindaco di Castelnovo, Gian Luca Marconi, richiesto di un parere) "più della metà delle patenti ritirate per guida in stato d'ebbrezza nel nostro territorio comunale appartiene a persone adulte".
Il pezzo si chiude con una proposta. "Nei mesi scorsi è stata liberalizzata la vendita di alcuni farmaci da banco nei supermercati: trattandosi di 'prodotti' che richiedono grande attenzione grande attenzione da parte dei consumatori, sono state proibite campagne pubblicitarie che li riguardassero. Ora, è pensabile che lo Stato si faccia carico di norme che vietino formule promozionali anche sugli alcolici?. Forse si reputano queste bevande meno rischiose rispetto ai medicinali. Ma le statistiche, purtroppo, smentiscono".