“A chi ha una visione dell’uomo diversa da quella del cattolicesimo dico: venite e parliamone”. Attacca così don Carlo Castellini, parroco di Vetto, nel presentare l’accattivante dibattito “Ma la vita è nostra?”. “Eutanasia, accanimento terapeutico, direttive anticipate sul testamento biologico: facciamo chiarezza”.
L’appuntamento è per venerdì 2 marzo alle ore 21, presso il nuovo salone parrocchiale adiacente all’antica chiesa di San Lorenzo, in paese.
Dopo una riflessione iniziale, portata dalla dottoressa Nunzia D’Abbiero, presidente provinciale del Comitato Scienza e Vita e dal professor Francesco Lombardi, neurologo, docente universitario, il pubblico potrà esporre le proprie domande. Un dibattito moderato da Gabriele Arlotti, giornalista.
“Credo che sia giunto il momento – spiega don Carlo Castellini – per una riflessione più pacata e non dettata da urgenze. Il tema della vita, della nostra vita, non può essere affrontato nè con battute da bar o con slogan televisivi. Quella che proponiamo è una riflessione ponderata di persone esperte che vivono tutti i giorni a contatto con la sofferenza, ma anche con la speranza intesa come attaccamento alla vita. La provocazione della comunità di Vetto è di ricordare che la vita è un mistero che ci precede e ci supera. Da cattolici aggiungiamo che il mistero della vita e della sofferenza, associata alla Croce di Cristo, può diventare motivo di offerta per il bene e la salvezza dell’uomo e come atto di consegna e affidamento alla volontà di Dio. A questo proposito un modello illuminante è l’esempio di Giovanni Paolo II che ha edificato anche molti non credenti con la dignità degli ultimi anni della sua malattia”.