L'Italia è un paese dove è particolarmente difficile elaborare classifiche attendibili tra le città – le cento città – che la compongono: tali e tante sono le differenze sociali, economiche, politiche, storiche tra l'Alto Adige e la Sicilia da rendere quasi impossibile avere certezze nella comparazione.
Fino all'anno scorso c'era un indice universalmente riconosciuto, dove alla barbara legge dei numeri nessuno aveva niente da obiettare. Una classifica per la vetta della quale veramente le città di tutta la penisola combattevano duramente – per un anno intero - e quando questo accadeva erano grandi festeggiamenti: ci riferiamo, naturalmente, alla classifica del campionato di calcio di serie A.
Dall'anno scorso abbiamo dovuto definitivamente mettere da parte anche questa certezza – che del resto a Reggio non ha mai particolarmente arriso, specie negli ultimi tempi – e rassegnarci ad accontentarci di qualche istituto di ricerca. Così Reggio è scesa – di poco – nella classifica de Il Sole 24 Ore. E c'è chi ha gridato al disastro.
Poi, d'improvviso, accade l'imponderabile: secondo un'altra indagine - stavolta di Italia Oggi – la provincia di Reggio Emilia nel 2006 ha recuperato dieci posizioni e ha guadagnato il primo posto assoluto per la qualità della vita.
Ora, che fare? Andiamo ai rigori? C'è chi conclude semplicemente che queste classifiche non sono attendibili. Il dato incontrovertibile, tuttavia, è proprio quello economico. Si legge su Italia Oggi: "Il podio della qualità della vita, per la prima volta in otto anni, lascia le regioni del Nord e attraversa il Po: è infatti Reggio Emilia, nel 2006, la provincia nella quale si vive meglio.
Grazie agli ottimi risultati conseguiti per gli affari e il lavoro, il tempo libero e il tenore di vita e i dati positivi per l'ambiente, la criminalità, il disagio e la popolazione [...] A differenza di Mantova, prima classificata lo scorso anno, Reggio Emilia si piazza meglio, in termini di punteggio, nelle dimensioni degli affari e lavoro, della criminalità, della popolazione e del tempo libero".
Se ce lo avessero raccontato dieci anni fa, forse, non ci avremmo creduto. Eppure la nostra provincia ha conosciuto uno sviluppo che la porta ad avere dati superiori ai vicini: in particolare, in questo contesto, il dato migliore in assoluto a livello nazionale come tasso di occupazione, al 70,8%.
Cosa dovrebbe fare, l'assessore all'economia della Provincia di Reggio Emilia, se non esprimere grande soddisfazione? E' chiaro che gioire è lecito a patto che lo si faccia, naturalmente, da tifoso. Si permetta anche a noi amministratori perlomeno di congratularci con tutti i reggiani che, con il loro lavoro straordinario – con la loro energia, la loro voglia di fare, la loro pragmaticità emiliana – hanno portato la nostra città in vetta a questa classifica. Se c'è chi si butta nelle fontane per qualche pallone entrato in rete, lasciateci gioire se qualcuno di estremamente autorevole certifica ulteriormente che a Reggio si vive e si lavora davvero bene.
(Pierluigi Saccardi, vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia)