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Scomparso il commendator Cuvier Boni nato a Rosano di Vetto 86 anni fa

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E' morto questa mattina, all'ospedale di Montecchio, Cuvier Boni il cui nome è legato alle grandi marche delle calze italiane: S. Pellegrino e Pompea.
Boni era nato il 28 aprile del 1920 a Rosano di Vetto. A 18 anni si era arruolato in Marina e alla fine della Seconda Guerra Mondiale era rientrato a Reggio, trovando lavoro in un calzificio.

Pochi anni dopo, nel 1948, fondò, in un locale della parrocchia di San Pellegrino, l'omonima azienda di calze, la S. Pellegrino, oggi leader nel settore.
Ma Cuvier è diventato anche socio di un altro grande marchio internazionale, la Pompea Group di cui ancora oggi era presidente onorario.

Poteva vantare un lungo elenco di onorificenze: ufficiale al merito, cavaliere, commendatore della Repubblica e Commendatore di San Silvestro Papa, assegnatagli dal Pontefice.
La sua posizione non gli aveva fatto però dimenticare le sue origini: viveva a Reggio in piazza della Vittoria, aveva donato al comune di Vetto la casa di riposo e all'ospedale di Castelnovo Monti un impianto di risonanza magnetica che attende di essere attivato nei prossimi mesi.

I funerali si svolgeranno venerdì pomeriggio.
Il feretro partirà alle 14 dalla camera ardente dell'ospedale Franchini di Montecchio alla volta della chiesa di san Francesco a Reggio.
Cuvier Boni riposerà nel cimitero di San Maurizio.

1 COMMENT

  1. Che cavaliere d’altri tempi!
    Ho conosciuto il cavalier Boni durante un’intervista che mi era stata commissionata in seguito alla sua donazione all’ospedale di Castelnovo. Cuvier Boni si era dimostrato molto disponibile, accattivante e molto lucido.
    Mi è rimasto impresso il suo grande attaccamento alle origini, che non immaginavo così fervido in un uomo che aveva raggiunto i livelli più alti della carriera, conosciuto i personaggi più potenti d’italia e frequentato i salotti più lussosi.
    Non aveva mai perso la sua stoffa di “montanaro” e ne andava anzi fiero. Mi aveva regalato la sua biografia, che ancora conservo come un dono graditissimo.
    Mi aveva anche spronato a credere nella gente della mia zona ed a continuare nel tentativo di promuovere la cultura, bene che lui considerava preziosissimo.
    Che dire? Un grande uomo, non solo per i traguardi raggiunti con il suo lavoro, ma soprattutto per la sua umanità, rimasta intaccata nel tempo.

    (Laura Magnani)