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“Come porci di fronte al fatto scioccante dell’aumento dei salari che i parlamentari hanno deciso per se stessi? Che dobbiamo fare? Questa decisione aumenta il fosso che separa i legislatori dal popolo”: così la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) deplora in una nota ufficiale firmata da suo presidente, il cardinale Geraldo Majella Agnelo, l’aumento del 91% dei salari di senatori e deputati – dagli attuali 12.847 reais (4.550 euro) a 24.600 reais (8.714 euro) - deciso giovedì dal Parlamento di Brasilia che scatterà il prossimo febbraio quando entreranno in carica gli eletti alle ultime legislative del 1° ottobre scorso.
“Un salario di 24.600 reais contro un salario minimo di appena 350 reais (124 euro) segnala più gli interessi particolari che la difesa della giustizia o la condivisione in solidarietà con la popolazione povera” aggiungono i vescovi chiedendo “un’urgente riforma politica”; “Occorrono strumento legali – concludono – per impedire decisioni come questa che oscurano la dignità della politica”.
Sulla questione è intervenuto anche l’influente Ordine degli avvocati del Brasile per bocca del suo presidente, Roberto Busato, secondo cui la mossa del Parlamento – già colpito da scandali per corruzione – “è legale, ma immorale”. Anche il ministro delle Finanze, l’economista Guido Mantega, ha definito “eccessivo un salario di questa portata. Quello dei ministri – ha spiegato – è di 8.500 reais (3.010 euro) e resta congelato”.
Critiche anche dal Partito dei lavoratori (Pt, al governo) e dal Partito socialismo e libertà (Psol): la senatrice ed ex-candidata presidenziale Heloisa Helena del Psol ha parlato di "decisione immorale e giuridicamente insostenibile".
(Fonte: Misna)
