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Toano, un museo per i Ceccati, artisti del legno

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A Corneto nascerà il museo dei Ceccati, stirpe di artigiani toanesi nota in particolare per l’arte dell’incisione su legno. “Il museo – rileva il sindaco Michele Lombardi – avrà sede nella ex casa mezzadrile della canonica. I lavori di ristrutturazione, che avranno presto inizio, sono stati appaltati per una cifra complessiva di 145 mila euro, grazie ad un finanziamento del Comune e della Provincia”.
Il capostipite dei Ceccati di Stiano fu un certo Domenico, nato nella seconda metà del cinquecento e morto nel 1620, capomastro e scultore, cui viene tra l’altro attribuita la costruzione della stessa chiesa di Corneto.
Il figlio Antonio (1607 – 1686) “progettò ed eseguì – scrive lo storico Renzo Martinelli – importanti lavori sia architettonici che scultorei in diverse località dell’Appennino reggiano”, fra cui l’elegante torre campanaria di Corneto.
Il più noto della famiglia è però il discendente Francesco Domenico, nato nel 1642 e morto nel 1714. “Sono suggestivi esempi della sua opera matura – prosegue Martinelli - la copertura della fonte battesimale della chiesa di Cavola ed il tabernacolo già conservato nella chiesa di Monzone. Fra le numerose opere eseguite negli anni successivi meritano particolare attenzione il ciborio della chiesa di Garfagnolo e l’ancona dell’altare della Madonna della Neve, nell’omonimo oratorio presso Cavola”.
I locali del museo, che sono stati individuati al piano terra dell’antica abitazione di proprietà della comunità parrocchiale di Corneto e che raccoglierà significative opere e testimonianze dell’arte della famiglia Ceccati, saranno gestiti dal Comune in convenzione con la stessa Parrocchia.
“I piani superiori dell’edificio, che saranno adibiti ad attività ricreative parrocchiali – conclude il sindaco Lombardi – sono già in fase di recupero grazie ad un altro finanziamento garantito da fondi pubblici e privati. Se si aggiunge il nostro intervento, sarà così completamente ristrutturato un edificio caratteristico del territorio e valorizzata nello stesso tempo l’attività di una discendenza di artisti tra le più importanti della nostra montagna ma ancora poco conosciuta”.