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QUANDO IL GRUPPO DIVENTA “BANDA”

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Il gruppo dei coetanei è uno spazio che facilita all’adolescente la transizione dall'infanzia all'età adulta, dalla famiglia alla società. Il contatto con il gruppo dei pari è uno dei primi tentativi di emancipazione del giovane: dal ruolo di figlio passa al ruolo di soggetto sociale. Il gruppo in adolescenza ha un proprio linguaggio e un proprio sistema di valori, che influenza atteggiamenti e comportamenti del singolo individuo. L'appartenenza al gruppo, grazie alle regole stabilite, richiede autentiche dimostrazioni di fedeltà, determinando quei fenomeni di conformismo e di contagio che caratterizzano i gruppi degli adolescenti.
Caratteristica dell’adolescenza è il susseguirsi di prove: il ragazzo comincia a sperimentarsi in cose che non ha mai provato e trasgredisce alle regole educative seguite fino a quel momento. Comportamenti antisociali possono costituire una fase transitoria ma talvolta segnano l’inizio di un processo, che conduce alla devianza.
Attualmente nel nostro territorio non esistono ancora bande giovanili così come si possono osservare nelle grandi concentrazioni urbane europee e nordamericane. Questo ancora non si è avverato ma il numero di reati commessi dagli adolescenti è aumentato, reati che spesso sono di gruppo e non individuali.
Il gruppo dei pari si costituisce nella speranza di dar vita ad un progetto; se questo però non si realizza, ecco che il gruppo sperimenta sentimenti depressivi, spesso etichettati con la parola “noia”. La noia è conseguenza e si prova specie in situazioni in cui c'è un'assenza di identificazione in valori positivi. Quando non c'è questa identificazione i ragazzi si sentono spinti a liberarsi da questa esperienza dolorosa ricorrendo a gesti che spesso si configurano come azioni violente e trasgressive. Queste azioni diventano un tentativo da parte del gruppo di farsi riconoscere ed attribuire un’identità, anche se deviante.
In genere questi gruppi sono costituiti da ragazzi che abitano nello stesso quartiere o compagni di scuola, spesso appartengono a contesti sociali e familiari problematici e possono essere di qualunque ceto sociale.
I reati commessi possono differire per tipo, gravità e frequenza: possono essere reati contro la persona, rapine, furti, abusi sessuali, sassi lanciati dal cavalcavia. La maggior parte vengono pensati nella mente del gruppo, senza alcuna progettazione. Il gruppo viene colpito da questo “progetto” proposto dal leader del gruppo che riesce a coinvolgere gli altri componenti in un patto emotivo fortemente vincolante.
Il leader spesso organizza e guida l'azione, ma si trattiene dal realizzarla; questa, invece, viene messa in atto dal membro considerato più debole, per dimostrare la sua fedeltà e appartenenza al gruppo.
Aggregazioni patologiche di questo tipo, tra i giovani, possono essere considerate anche le cosiddette “sette sataniche”, che sarebbe meglio definire come gruppi di occultismo “fai da te”, che si formano in genere spontaneamente e che credono in ideali contrari a quelli che sono invece gli ideali ed i valori nei quali si riconosce e accetta la nostra società. Questi gruppi di adolescenti possono arrivare a compiere anche un delitto con una "copertura" di tipo satanico ma rimangono comunque l'espressione di un malessere giovanile come altri fenomeni giovanili. Questi non rientrano in quei gruppi teorici, ben organizzati che possono essere definiti “sette sataniche” e che sono spesso formate da professionisti e persone di alto livello sociale.
Come è stato detto precedentemente, il gruppo dei coetanei rappresenta un punto di riferimento fondamentale. L’adolescente viene influenzato in modo considerevole dal gruppo dei pari, che pone delle regole ben precise e alle quali ogni membro deve adeguarsi per essere accettato.
Forse occorre fornire a questi gruppi di adolescenti maggiore sostegno nel percorso di crescita e coinvolgerli nelle azioni preventive come soggetti attivi e non come oggetti.