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Leana Pignedoli candidata alle primarie dei DS

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Domenica prossima, 12 febbraio, i Democratici di Sinistra, iscritti e non iscritti, della nostra provincia sono chiamati alle urne per scegliere i due candidati del partito, un uomo e una donna, alle elezioni per il nuovo Parlamento che si terranno il 9 aprile.

Sulla scia dell’ottimo esito delle primarie dell’Unione, che hanno visto la vittoria di Romano Prodi come leader della coalizione, il partito più forte della provincia di Reggio ha deciso di rinnovare completamente la propria rappresentanza al Parlamento scegliendo con questa modalità i propri candidati.

I seggi saranno presenti in ciascun comune della provincia e saranno aperti dalle 8 alle 21.

Potranno votare, versando un euro per sostenere lo sforzo organizzativo, tutti coloro che hanno diritto di voto alla Camera dei Deputati e che si dichiarino elettori del partito sottoscrivendo il programma “Amare l’Italia” approvato dalla recente Conferenza di Firenze. Potranno votare anche i minorenni che compiranno 18 anni entro il 10 aprile prossimo e gli immigrati regolarmente residenti in provincia di Reggio. Si vota presentando un documento di identità e, nei comuni grandi dove sono allestiti più seggi, la tessera elettorale.

Col voto si può esprimere una sola preferenza.

Tra i sette nomi proposti c’è anche quello di LEANA PIGNEDOLI, gia Sindaco di Castelnovo ne’ Monti per quasi un decennio, dopo una altrettanto lunga esperienza di consigliere comunale e di assessore, ed ora Presidente della Comunità Montana dell’Appennino Reggiano.

L’abbiamo intervistata per REDACON per chiederle le motivazioni che l’hanno spinta a rendersi disponibile per un impegno gravoso, seppure entusiasmante, quale quello di parlamentare.

Credo di avere maturato importanti e concrete esperienze di pubblico amministratore che ritengo mi abbiano fornito gli strumenti per affrontare eventualmente l’impegno di rappresentante al Parlamento.
In più il fatto di essere donna e di avere ben presente la necessità di un forte riequilibrio della presenza femminile nelle istituzioni di governo del nostro Paese, mi ha stimolato ad accettare questa candidatura e di impegnarmi per il miglior risultato.
So bene che il fatto di avere lavorato prevalentemente in montagna e quindi di non essere ben conosciuta in città e nel resto della provincia, è un limite, ma confido che chi andrà a votare sappia guardare oltre il campanile di casa per valutare la competenza, l’impegno e la storia politica di ciascuno dei candidati.

Con quale idea di sviluppo del Paese vorrà operare se fosse eletta al Parlamento?

Intanto sono convinta che uno dei tanti limiti della politica di questi ultimi anni sia stata la mancanza di un progetto per il futuro. Si è governato giorno per giorno, direi quasi ora per ora, con più attenzione agli interessi immediati del Presidente del Consiglio e dei suoi amici che a quelli dell’Italia.
Il risultato, che è visibile a tutti, è un Paese bloccato nel suo sviluppo, un popolo italiano che sembra non avere speranza e fiducia nel futuro, un’Italia che ha perso quel ruolo di leader nel mondo che le era riconosciuto.
Il progetto dell’Unione guidata da Prodi mira a superare questa difficoltà guardando avanti e identificando gli strumenti e i mezzi per riconquistare il ruolo che ci compete.
In questo quadro mi sono convinta che, in Italia e nel mondo, sia essenziale la valorizzazione dei territori che sono stati marginalizzati e che oggi rappresentano invece la speranza per il futuro.
Ragionando in grande mi sembra del tutto evidente la crisi che stanno vivendo le grandi città, le megalopoli sono diventate invivibili, ma anche le altre città non scherzano se pensiamo ai problemi dell’inquinamento, della vivibilità, della sicurezza personale, ecc.
Credo sia tempo di prendere atto che continuare sulla strada dell’accentramento, della urbanizzazione sfrenata, senza cambiamenti nell’organizzazione delle città, può mettere davvero a rischio la vivibilità.
Le classi sociali che hanno i mezzi per farlo lo hanno capito da tempo per cui cercano di uscire dalla città che diventa solo il luogo di lavoro, ma non di vita, scegliendo di abitare fuori dalle città, comprando case per vacanza in zone meno congestionate e così via.

Da questo ragionamento, maturato governando un territorio che si può definire marginale essendo montano, quali le iniziative concrete da proporre al nostro Paese?

L’invito è quello di leggere i Programmi dei DS e della Unione, o almeno le sintesi che verranno messe a disposizione in campagna elettorale.
In ogni caso la priorità delle attenzioni va riservata ai giovani e non è un caso se l’Accordo Quadro per la Comunità Montana, cui ho lavorato intensamente in questi mesi, mette proprio loro al centro di tutto.
Se questa nostra montagna ha sostanzialmente tenuto nell’ultimo quarto di secolo, dopo la grande emigrazione del trentennio 1951/81, il merito va a chi ha saputo garantire un livello di servizi adeguato nella sanità, nella scuola e così via, mentre problemi in più si sono avuti nel garantire le possibilità di lavoro.
Ora è necessario continuare a garantire e migliorare i servizi di base, ma anche creare le condizioni per permettere ai giovani di trovare spazi di lavoro qui, in montagna, o almeno di tornarci dopo una qualche esperienza fatta fuori per acquisire competenze e abilità.
E’ per questo che si è cercato di fare incontrare i nostri giovani, di dare loro occasioni e mezzi per proporre iniziative e attività capaci di attivare discussioni tra di loro e di farli diventare maggiormente protagonisti.
Da ciò l’attenzione alle opportunità offerte dall’Europa Unita in ogni settore e l’attenzione ai sistemi moderni di comunicazione (banda larga, satellite ecc.) ormai indispensabili per qualsiasi attività di lavoro qualificata.
C’è poi l’attenzione per i giovani agricoltori, per i giovani imprenditori e per le donne che intendono avviare una impresa e su quest’ultimo aspetto, quello delle donne, c’è la volontà di attivare progetti concreti per un loro nuovo protagonismo.
Infine c’è il Parco Nazionale che, se il centro sinistra vincerà, potrà decollare e cominciare a produrre quegli effetti positivi che tutti aspettiamo.

Un’altra risorsa importante per questo territorio è il turismo.

Anche qui non siamo stati a guardare, ma siamo intervenuti con decisione, ad esempio, per salvaguardare l’attività delle nostre stazioni invernali, ma ponendo come condizione, e questa può essere la novità vera, un impegno reale e concreto degli operatori sul territorio e la definizione di una sorta di “piano industriale” che prefiguri il futuro definendo con precisione chi deve fare che cosa e che punti sulla valorizzazione delle tipicità e sulla multistagionalità; in sostanza non solo neve, che quest’anno c’è, ma non sempre è così, ma anche il verde, la cultura locale, la gastronomia e così via.

Lei crede che queste cose siano trasferibili concettualmente sul piano nazionale in cui si troverebbe a lavorare se superasse le primarie e fosse poi eletta al Parlamento?

Credo proprio di sì e anzi sono convinta che, insieme ai temi già accennati delle grandi città, sia importante la valorizzazione dei territori finora ritenuti marginali, la riscoperta dell’Italia degli ottomila comuni, il ridimensionamento del ruolo delle città che è premessa per renderle più vivibili, siano le condizioni essenziali per permettere all’Italia un recupero in termini di capacità produttiva, di ricerca, di innovazione, di riscoperta delle grandi potenzialità del “genio italico” che è stato alla base dei grandi progressi del dopoguerra.
Quel che conta oggi, in un mondo globalizzato, è il sapere, la capacità inventiva, la ricerca scientifica e tecnologica che diano luogo a prodotti che possono poi essere realizzati e commercializzati dovunque. Si tratta di attività che non richiedono megastrutture, che impegnano la mente e possono essere poi tradotte in bit da trasmettere su un cavo o via satellite; per questo si possono realizzare anche in aree decentrate.

Nel caso fosse scelta come candidata, cosa che le auguriamo, dovrà impegnarsi in una campagna elettorale impegnativa e difficile.

Sarà certamente un lavoro impegnativo, ma l’esperienza amministrativa di questi anni mi ha ormai abituato a carichi notevoli. Sono comunque convinta che si tratti di una esperienza entusiasmante per le occasioni che ti vengono offerte di incontrare la gente, di misurarne le esigenze e le difficoltà di vita.
L’azione di governo di questi ultimi cinque anni ha provocato delusioni, sfiducia nei confronti della politica e dei politici, una sorta di rassegnazione che ha spento la voglia di fare, di costruire il nuovo.
Bisogna trovare il modo di riaccendere la spinta alla partecipazione, di far capire che è possibile uscire dal pessimismo, che per questo nostro Paese, per i giovani che entrano oggi nei processi produttivi, ci sono prospettive concrete di un futuro migliore.

1 COMMENT

  1. In bocca al lupo
    Un immenso “in bocca al lupo” a Leana Pignedoli per questo percorso che si appresta ad intraprendere; percorso importante per lei ma soprattutto per la nostra montagna che ha bisogno di rappresentanti che, a prescindere dallo schieramento politico, ne conoscano le caratteristiche e le esigenze a tutti i livelli.
    Non vedo, in questo momento, candidato migliore della Pignedoli alla luce di quanto ha dimostrato e realizzato nelle funzioni di amministratore fino a qui ricoperte.
    Come amante delle nostre zone, mi sento di rivolgere a tutti, indistintamente, un caldo invito a partecipare a queste primarie affinché le nostre zone possano avere una degna presenza in Parlamento.

    (Sergio Sironi)