Scrive Monia Beveventi:
Signora Lanfredi,
scrivo queste brevi righe, dopo un’attenta riflessione se fosse il caso o no di darle una risposta, visto che mi ha chiamato in causa direttamente nelle sue affermazioni.
Non starò a dirle se mi sono convertita all’Islam, non ritengo di dover dare né a lei né a chiunque altro spiegazioni in merito: la fede è una cosa importante e molto intima per me, come penso per tutti. Chiusa questa breve parentesi vorrei rispondere alla sua domanda più o meno provocatoria: “non sono i musulmani che dovrebbero integrarsi nel nostro paese, rispettandone gli usi, i costumi, le leggi?”.
Bene, mi fa piacere che lei usi la parola integrazione nella sua domanda. Le cito testualmente il dizionario Zingarelli: “Integrazione: fusione fra diversi gruppi etnici o razziali”. Come si può ben vedere si parla di fusione, non di “annientamento” o “assimilazione” di una delle parti interessate al processo. Sulla questione del rispetto della legge che lei cita, non mi sembra che la nostra partecipazione al presepe vivente vìoli qualche norma di legge; e sul rispetto degli usi e costumi, più che collaborare all’allestimento del presepe nel nostro paese che dovremmo fare? Mi permetto di dire “nostro” paese, perché a lei piaccia o no Casina è davvero il paese nostro e dei nostri figli: ci viviamo e vogliamo viverci ancora a lungo, serenamente e in pace.
Nel rispetto reciproco, nella collaborazione tra autoctoni e immigrati non vedo nessuna forma di relativismo culturale: la nostra conoscenza reciproca aiuta ad abbattere molte barriere, a volte reali ma spesso immaginarie, ed anche ad accantonare, quelli sì, certi pregiudizi o stereotipi.
Sì: il Natale è una festa cristiana. Nessuno lo nega, è così nei fatti, i musulmani ne hanno altre altrettanto belle e importanti: se le conoscesse teme che potrebbero nuocere in qualche modo?
A gennaio ci sarà per i musulmani la "festa del montone”, in ricordo del sacrificio che Dio chiese ad Abramo al posto del sacrificio del figlio. Non le ricorda niente questa storia? Le consiglio di leggere la Bibbia, Genesi, capitolo 22. Ricordarle anche che Abramo è nato in Iraq e Gesù in Palestina potrebbe sembrare ai suoi occhi una eresia, ma invece è la realtà: per lei forse oggi sarebbero due “spaventosi arabi” che magari “assaltano” le nostre coste o meglio le nostre montagne, per minare le nostre radici ialiane, o dovrei dire “padane”?
Personalmente le faccio un invito: venga a Casina, conoscerà un paese che nonostante le difficoltà di una piccola realtà come la nostra, è sempre stato un luogo aperto a chi di volta in volta ha “bussato” alla nostra porta.
Il 23 dicembre, se verrà al pesepe vivente, si accorgerà che non ci sono “nemici” ma solo gente, da una parte e dall’altra, con la voglia di costruire a Casina un luogo di esempio, dove csinesi per nascita o acquisiti possano vivere serenamente insieme, e dove le differenze siano un accento di colore in più per le nostre vite e per il paese.
Le offriremo un buon the alla menta.
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Questa invece la missiva con medesima destinataria scritta dall'associazione Al Amal:
Come presidente e vice presidente dell’associazione Al Amal ci sentiamo di rispondere in merito al suo comunicato stampa.
Lei parla della nostra cultura con toni spregiativi e questo ci ferisce: se non ci conosce come può esprimere giudizi?
Il chiedere di avere alle mense scolastiche la possibilità di scegliere tra la carne di maiale ed un altro alimento quale danno porta alla sua identità?
Se ritiene che la figura femminile nell’Islam sia subalterna vuol dire che non conosce ciò di cui parla. L’infibulazione femminile non è una pratica Islamica, questo è risaputo ormai da tempo e da molti. Il Corano esalta la figura di Maria, madre di Gesù, e Gesù stesso è riconosciuto come uno dei massimi profeti.
Le donne hanno un ruolo fondamentale nella nostra cultura, nella nostra religione. Se alcuni estremismi prodotti da una cultura maschilista sono discutibili o condannabili non sono attribuibili all’Islam: potremmo citare molti passi del Corano ma forse sarebbe inutile. I preconcetti a volte sono più forti della realtà. Nessuno di noi si sognerebbe mai di emettere sentenze di morte contro nessuno: il Corano dice espressamente di “rispettare le genti del Libro”, quindi Ebrei e Cristiani.
Abbiamo accettato con gioia di partecipare all’allestimento del Presepe, perché riteniamo di essere parte della Comunità di Casina. Il Natale è una festa della religione Cattolica, ne siamo consapevoli, e visto l’importanza per la gente del paese abbiamo dato la nostra disponibilità a partecipare, anche perché il ricavato della manifestazione sarà devoluto ad una associazione che sostiene la cura delle leucemie infantili. Per noi era un momento di incontro.
Se questa non è integrazione cosa lo è?
Signora Lanfredi, la aspettiamo in paese, lei e i suoi amici: magari se accetterete potremo cominciare un dialogo, da parte nostra c’è la massima disponibilità. Vorremmo spiegarle davvero chi siamo e la nostra cultura: l’integrazione si fa tenendo “aperte le porte”: se una è chiusa come ci si confronta e si cresce?
Lei cita il Cardinal Ruini e noi potremmo ricordarle che il 6 maggio 2001 il Papa Giovanni Paolo II entrò in una moschea a Damasco. Non abbiamo bisogno di parole usate come “forbici” per tagliare e dividere, ma piuttosto di “ago e filo” per unire e ricucire i rapporti. Il 23 dicembre noi cominceremo.
(Khalil Belhamra e Mohamed Nasdrallah)