Riceviamo e pubblichiamo.
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Nel calendario delle nostre famiglie certamente la festa del Santo Patrono è un appuntamento atteso e vissuto con forte intensità. Inoltre, la ricorrenza rappresenta un momento fondamentale nella vita civile e religiosa della comunità e di grande coesione, riconoscendosi in antiche e consolidate radici cristiane. Il fatto che sia prevista la chiusura di uffici, aziende, scuole, ecc. consente ai genitori e ai figli di trascorrere una giornata di festa e di serenità nella propria città o paese nel rispetto di belle tradizioni. Già la famiglia paga, e tanto, e con la manovra pagherà ancora di più in imposte e per i servizi (scolastici, sanitari, trasporti,ecc)!
Sono secoli che la comunità si riunisce in quel giorno rafforzando la propria coesione e accogliendo i nuovi abitanti. Infatti il Santo Patrono fa parte della tradizione civica e non solo ecclesiale della comunità. Basta solo sottolineare come in ogni località la chiesa dedicata al patrono sia particolarmente preziosa sotto il profilo architettonico ed artistici, degli ex-voto, ma soprattutto sia meta di tanti devoti. Il Santo Patrono è sentito come parte viva della storia, anche in ragione della particolare protezione assicurata nei secoli alla città e ai singoli.
E allora perché il governo, con il decreto legge del 12 agosto scorso, nella prospettiva di risparmiare e lavorare di più, vuole abolire la festa del patrono nella data tradizione e accorparla alla domenica? E' forse quel giorno che fa quadrare il bilancio? Come giustamente è stata fermata la scure del governo che in primo momento si voleva abbattere su tre sentite feste civili, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno, ora occorre che sia risparmiata la festa del Santo Patrono.
La motivazione è la necessità di far quadrare i conti? Allora la scure si abbatta innanzitutto e con decisione sull'evasione fiscale, sui privilegi di pochi, sui costi sempre più pesanti per la “casta politica” a tutti i livelli, su tante storture; e per favore, lasciateci la festa del Patrono, momento di unità, solidarietà, e anche festa per una comunità intera e per le famiglie che la compongono.
(Gabriele Rossi, presidente AGe Reggio Emilia, responsabile nazionale Ufficio famiglia)