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Non va alla festa dei casagai. Ma il Professore ha la sua ricetta per salvare l’Italia

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Difficilmente le vacanze di Romano Prodi, ex presidente del Consiglio, in Appennino passano inosservate. Vuoi perché è il ritorno di un illustre montanaro adottivo, vuoi perché dalle parti di Bebbio a volte è passata la politica nazionale e, come da tradizione, ancora oggi le interviste del professore fanno discutere.

Non ultima, la cosiddetta ricetta anticrisi, scaturita da una intervista di Romano a Irene Zerbini, conduttrice di 24 Mattino Estate su Radio 24.

Prima di tutto, a chi del centrodestra gli attribuisce responsabilità per l’aumento dei prezzi con l’entrata in vigore dell’euro, il professore ha qualche sassolino da togliersi: “L'aumento dei prezzi c'è stato, anche se non era alto come dice qualcuno. Ma la colpa non era di chi era a Bruxelles, come ero io in quel momento quando è stato introdotto l'euro nella pratica quotidiana. La responsabilità è dei governi nazionali. E in soli due paesi si è verificato questo fenomeno: la Grecia e l'Italia''. Tanto per chiarire.

”C'erano due strumenti – ha proseguito il professore - che Ciampi aveva elaborato: le commissioni provinciali di controllo che erano state istituite non sono state fatte lavorare, e il doppio prezzo in lire e in euro per sei mesi in modo che la gente si sarebbe potuta difendere da sola. Io non ho mai capito perché questi due semplici provvedimenti che Ciampi aveva raccomandato, non siano stati usati dal Governo Berlusconi”

Crisi dei mercati e moneta unica: "Sono preoccupato, ma non credo ci sarà la fine dell'euro. E' vero, siamo entrati nel periodo della paura: paura della Cina, degli emigranti. Quando la campagna francese si fece quell'idraulico polacco e non c'era un idraulico polacco in tutta la Francia, era chiaro già allora che eravamo entrati in un periodo diverso. Quando però si va nel concreto e si dice abbandoniamo l'euro, i primi ad avere paura di abbandonarlo sono i tedeschi. In un mondo grande come quello di oggi essere soli non va bene neanche per la Germania”. “Sanno benissimo – prosegue Prodi - che solo con l'euro possono avere la forza economica che hanno oggi. Senza l'euro tutti gli altri paesi compresa l'Italia avrebbero svalutato e svaluterebbero la loro moneta. Quando io ho iniziato la carriera accademica ci volevano 145 lire per un marco, quando siamo entrati nell'euro ce ne volevano 990, abbiamo svalutato del 600 per cento. I tedeschi sanno benissimo che in questo caos non potrebbero gestire una democrazia moderna. Arrivano con la demagogia fino al limite del burrone e dopo si fermano!”

Romano Prodi, da queste parti, lo si può incontrare tranquillamente in bici per le vie d’Appennino. Oggi, a differenza di un tempo, con molta meno scorta. Un tema d’attualità: i costi della politica. “Bisogna dare un minimo di esempio e rappresentare quello che è il dolore medio del paese. Il risparmio vero si fa solo nell'apparato della politica. Giorno per giorno questo apparato si è ingrandito”.
E in merito al tema del giorno, la manovra finanziaria? Ecco che riprende piglio lo spirito economista: "La manovra, per definizione, vuol dire pesare di più sulle tasche degli italiani e dare meno benefici. Però il problema è come lo si fa. Ognuno in seno alla maggioranza ha la sua tesi e ognuno mette un pezzettino di veto. In questo modo non si può risanare il Paese”.

E quella che sta prendendo corpo è “Una manovra impopolare – anche se non sappiamo se esistano le manovre popolari ndr - , incardinata su strategie asfittiche e su un sistema di governo troppo instabile”.

La soluzione? "Se non mettiamo mano alla lotta all'evasione fiscale - ha detto l'ex presidente della Commissione europea - tra tre anni ci troviamo nella stessa situazione. Occorre utilizzare l'elettronico in modo feroce, è l'unica via per andare avanti. Ricordiamoci che la democrazia si difende con le ricevute e le ricevute moderne sono un sistema elettronico che controlla quanto si spende e quanto si ricava e lascia la tracciabilità. Se noi non abbiamo il coraggio di far questo - ha ribadito il Professore - il Paese sarà sempre un Paese disastrato".

E se nei giorni scorsi in diversi auspicavano di vedere Romano alla Festa del Casagai a Valestra – dove però si sono presentati fratello, figlio e numerosi familiari – non manca comunque un bello spot per la nostra terra. All’ultima, azzeccata, domanda di Irene, Prodi replica: dove intervistare l’anno prossimo il Professore a Roma, Bruxelles, o New York? “Sarò sempre qui nell’Appennino reggiano”.

1 COMMENT

  1. Onore al ciclista
    Fa piacere vedere il “nostro” concittadino Romano Prodi pedalare sulle strade dell’Appennino. Lo si ricorda perchè per ben 2 volte battè in volata il più blasonato Silvio indossando quindi la maglia rosa nel ’96 e poi a distanza di 10 anni nel 2006… Intendiamo vinse per pochissimi secondi… però vinse con merito. Come Statista anche Lui, come poi del resto molti altri, non ebbe una carriera brillante, non vinse grandi Giri (vinse solo una classica… quella che ci consentì di entrare in Europa… nel ’98… grande corsa la Sua). Con Lui i costi della politica, argomento di attualità che scatena tutte le nostre ire, purtroppo aumentarono (…ci ricordiamo il numero record dei sottosegretari?) e le tasse? Anche Lui come tutti dichiarò di non aumentarle… ma le dure salite e le massacranti cronometro lo costrinsero a fare diversamente. Va beh, forse non è tutta responsabilità sua… A dir la verità con sè non aveva grandi gregari… Il Baffetto addirittura gli forò il tubolare nel ’98… e Mastellone lo abbandonò nel più bello… Tutto sommato, rispetto ai brocchi che gareggiano ora, il Prof. era comunque un Campione.

    (Ivano)