Striscia la Notizia ancora a Ligonchio? Ancora sul caso di un allevamento finito nel mirino del Tg satirico di Antonio Ricci nel marzo dello scorso anno, ma anche dell'associazione ambientalista amici della Terra. Che ci scrive.
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Abbiamo da qualche mese iniziato a raccogliere il materiale per comprendere quanto di fondato potesse esserci nel servizio televisivo mandato in onda da Striscia la Notizia il giorno 1 marzo 2010; il soggetto del servizio era un allevamento di bovini a Ligonchio.
Prima del servizio televisivo sul posto era già intervenuto in data 5 Gennaio 2010, il Corpo Forestale dello Stato di Busana, che inoltrava informativa di reato segnalando, nell'area dell'allevamento, il degrado causato da abbandono di rifiuti, pezzi di lastre in cemento amianto, ruscellamento di liquami e si evidenziano i lavori di rifacimento della copertura e l'ampliamento della stessa. Chiarimenti in ordine ai possibili illeciti rilevati erano richiesti – ripetutamente - anche dai Carabinieri di Ligonchio già dall’anno 2009.
Immediatamente dopo tale servizo televisivo - in data 2 marzo 2010 - NAS, CFS e Servizio Veterinario effettuano un sopraluogo congiunto presso l'allevamento di Ligonchio, limitandosi a verificare esclusivamente il benessere animale. Struttura, attrezzature, contenimento liquami, approvvigionamento idrico, rifiuti e quant'altro non erano presi in esame. Però nemmeno per i 4 capi bovini ed i 13 capi ovini non contrassegnati risulta siano state elevate sanzioni. Inoltre si parla genericamente di 41 bovini, senza specificare se da latte o da carne; eppure ad occhi esperti doveva essere ben chiaro la distinzione tra bovine da latte e bovine da carne... ma pare che tale distinzione sia rimasta “inespressa”.
Il sindaco di Ligonchio però dichiara che va tutto bene e che nessuna violazione è stata rilevata.
Partita chiusa? Pare di no, perché per un allevamento esistente da metà anni Novanta, che da circa 10 anni ha una ordinanza di demolizione per abusi edilizi MAI eseguita, scopriamo ancora che solo a maggio 2010 (due mesi dopo il servizio televisivo) viene richiesta alla Provincia di Reggio l’autorizzazione allo scarico dei liquami, vengono dichiarati in affitto numerosissimi terreni (davvero tanti, e chissà in che data sono stati registrati), e viene dichiarato nella istanza alla Provincia che l’allevamento è dotato di pozzo nero e platea scoperta, costruiti in data 1 Gennaio 1994, e che il bestiame è alimentato da acqua di sorgente, e che sono presenti nell’allevamento 40 bovini da latte e 10 da carne.
Sempre in maggio 2010 l’allevatore acquista le quote latte... diventa interessante a questo punto sapere se a marzo 2010 i bovini presenti erano da latte o da carne... e il latte in questi anni che sorte ha avuto?
Oltre a correre ai ripari per richiedere - con svariati anni di ritardo - l’autorizzazione allo scarico dei liquami, leggiamo anche che solo in data 19 aprile 2010 il titolare dell’allevamento chiede il rilascio di permesso di costruire in sanatoria (per rimediare ad abusi preesistenti); intervengono svariate richieste dagli enti per ottenere documentazione attestante tra l’altro anche le caratteristiche strutturali dell’allevamento. Tutte richieste di integrazioni inutili perché l’allevatore non presenta nulla di nulla.
Eppure il fabbricato è già stato ampliato su tre lati senza permesso, avrebbe dovuto essere presentato il piano di smaltimento dell'amianto, dovrebbe essere realizzata la sala del latte e la concimaia con sottostante pozzo nero (ma concimaia e pozzo non erano già esistenti come dichiarato in maggio 2010 alla Provincia?, dunque ci sono o non ci sono? Non si sa).
Epilogo: l’allevamento che doveva essere in regola secondo le dichiarazioni dell’anno 2010 del sindaco di Ligonchio, in data 3 marzo 2011 riceve dallo sportello unico per le attività produttive la comunicazione della archiviazione della pratica di rilascio del permesso di sanatoria per gli abusi edilizi già realizzati anni addietro. Ora gli abusi pare esistano, ma non si ha notizia di interventi che ne prendano atto... Misteri della legalità.
Stella Borghi
(presidente Amici della Terra Club di Reggio Emilia)