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Caccia al lupo

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Riceviamo e pubblichiamo.

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DAI MIEI OCCHI

Quando decido di andare a caccia, di solito durante la notte dormo come un ghiro. Stanotte no. Mi sono rigirato nel letto madido di sudore, forse perché ieri sera ho mangiato troppo, ma immagino invece che sia stata l'emozione di poter dare la caccia, finalmente, a quel lupo che da mesi sta sterminando pollai e serragli pieni di polli e galline. Beh, qualcuno dirà che deve pur procurarsi il cibo, è una legge della natura, ma dopo mesi e mesi di denunce mi hanno dato il permesso di ucciderlo. Pur se è una specie protetta bisogna farlo per il bene della comunità dicono. Io non mi faccio tanti scrupoli; “cacciatore sono e a caccia vado” è il mio motto. Di solito sparo a fagiani, pernici e lepri, cinghiali durante le battute, raramente a caprioli. Ai lupi non ho mai sparato, ma oggi posso farlo e lo farò. Difficilmente sbaglio un obiettivo.
Arrivo a Febbio che è ancora buio. La giornata è piuttosto uggiosa, normale per ottobre. Anzi, tra poco sono sicuro che inizierà a piovere, e forse in quota ci sarà anche del nevischio. Preparo ogni cosa con la massima cura, non vorrei trovarmi di fronte al lupo e non essere pronto a sparare. Ho preso i miei due fucili migliori; uno, quello di precisione, lo indosso a tracolla e l'altro lo terrò in braccio. Controllo di avere il binocolo e bussola e viveri nello zaino a sufficienza per tutto il giorno. Non so quanto dovrò stare in giro. Non dovessi trovarlo oggi, tornerò domani e dopodomani, così come pure nei giorni successivi, fino a quando non lo scoverò. Gli ultimi avvistamenti sono stati nella Valle del Vallestrina ed è là che mi dirigo. La caccia al lupo è iniziata.
Il lupo di solito è un animale che sta in branco, caccia col branco e fa tutte le cose in branco. Questo è atipico. Pare sia solo, è estremamente veloce e un incredibile predatore. Chi l'ha visto lo descrive come di enormi proporzioni lungo dal capo al corpo forse un metro e mezzo più una coda che sfiora i 40 cm., un lupo mai visto dice qualcun altro, dal mantello scuro, rossiccio e grigio e una chiazza bianca sulla schiena, gli occhi bianchi fosforescenti incredibilmente penetranti. Pare sia alto al garrese sui 70/80 cm, un lupo da record insomma. Sicuramente un bell'esemplare, peccato doverlo abbattere, ma questa è la caccia. E poi, lui un po' se l'è cercata dopo tutte quelle scorribande nei pollai dei contadini.
Mi avvicino a Pian Vallese. Non mi sono nemmeno accorto che ora sta nevicando, talmente sono preso dai miei pensieri. Mi chiudo meglio la giacca ed indosso il mio berretto militare: “A noi due“, dico a me stesso; “che la caccia abbia inizio!”. Quando sono sul pianoro cerco di scrutare col binocolo se esiste qualche segno del suo passaggio. La visibilità non è delle migliori, ma è sufficiente per capire che non è nei paraggi. Ad un tratto scorgo uno scoiattolo sull'albero al centro della “spianata”. Se ci fosse il lupo in giro, non se ne starebbe a giocare spensierato su quella pianta. Prendo il sentiero e mi dirigo verso il Passone, poi da li scavalcherò il promontorio e andrò nella valle del Vallestrina. Mentre sto per uscire dalla vegetazione, poco prima di arrivare alla sorgente, trovo dei resti di una donnola. E' senz'altro opera sua. Un lupo che mangia una donnola; incredibile ma vero. Riconosco dai morsi su ciò che resta di quell'animale che deve essere veramente grande con una apertura delle fauci incredibile. Non vorrei mai trovarmi ad avere a che fare con quella dentatura... Ma i miei due fucili, eventualmente, mi terranno alla larga da quel possibile rischio.
Esco dalla vegetazione velocemente, prendo in mano il binocolo e faccio una panoramica del Passone nell'eventualità che il lupo sia da quelle parti. Da quando ha attaccato la donnola non sarà passata più di un'ora. Alla sinistra del Passone guardando verso l'alto, vedo un movimento velocissimo. Non riesco a capire cosa sia, ma sono sicuro che è stato un animale, e la probabilità che sia lui è altissima. Sicuramente è passato dall'altra parte di quel crinale. Decido di seguire quella traccia.
Mi spingo con passo importante verso la cresta che mi porterà dentro al Vallestrina; potrebbe dirigersi lì il lupo e magari troverò pure la sua tana. Non voglio correre, però, non voglio stancarmi troppo, la caccia potrebbe durare diverse ore, se non alcuni giorni. Raggiungo il crinale quando ormai il nevischio si è trasformato in una cospicua nevicata. Sarà più dura la caccia, ma mi piacciono le sfide impervie. In passato mi è già capitato di dover compiere battute di caccia in simili condizioni; e la preda è sempre finita nella mia saccoccia.
Guardo se ci sono orme sul sottile strato di neve che si è formato, ma non ne noto. Probabilmente il lupo è passato distante da dove mi trovo oppure non c'era sufficiente neve da rimanerne una traccia. Mi siedo su una roccia e provo ad aspettare. Se una persona si muove è facile che l'animale si accorga della sua presenza, ma se si sta immobili, si diventa parte integrante del paesaggio, ed è possibile che l'animale esca allo scoperto. Se dovesse uscire il lupo, mi farò trovare pronto.
Aspetto più di un'ora, ma non succede nulla. Ormai sono coperto anch'io di neve e mentre sto pensando ad alzarmi, con la coda dell'occhio vedo muoversi qualcosa in direzione del bosco. Muovendomi con cautela avvicino il binocolo e guardo.
E' lui! E' veramente un esemplare affascinante. Ha zampe lunghe e imponenti e una mole massiccia, ma si muove ugualmente con estrema eleganza e leggerezza. Probabilmente è anche molto veloce, e per questo decido di non muovermi: dovesse accorgersi della mia presenza, odorato e udito sono molto sviluppati nel lupo, probabilmente scapperebbe e avrei difficoltà a seguirlo. Provo ad aspettare ancora. Se si avvicina, beh se si avvicina dovrà accettare la battaglia.
Passano i minuti. Il lupo gironzola al limite della vegetazione, probabilmente per cercare altro cibo. Comincio a muovermi, anche se molto lentamente. Sfilo dalla spalla il fucile che ho a tracolla. E' quello di precisione dotato di mirino a cannocchiale. Posso centrare una preda anche a 500 mt di distanza. Dopo qualche minuto ho l'occhio dentro al mirino. Vedo il lupo al centro della croce. Se fosse più vicino l'avrei già beccato, ma è ancora troppo distante. Poi decido di alzarmi, devo provare ad avvicinarmi. Mentre mi alzo e mi avvicino non stacco la vista dal lupo. Lui continua a girare incurante del fatto che ci sia un cacciatore pronto a fare fuoco verso di lui. Poi ad un mio movimento un po' più brusco si ferma e si gira verso di me. Io mi fermo e mi chino. Prendo il fucile e guardo. Sono ancora troppo lontano.
Il lupo pare vedermi. Non riesco a vedere i suoi occhi, ma mi chiedo se siano pieni di odio o se mi sta guardando con indifferenza.
Riprendo, sempre molto lentamente, il mio viaggio verso di lui. Ormai non dovrebbe mancare molto per entrare nella gittata del fucile. Lui però stavolta si accorge di me. Si volta, mi vede ma non ha paura. Forse ringhia ma comunque mi fa vedere i suoi denti aguzzi, sono 42 nel lupo specializzati per afferrare e spezzare, e quando sto per imbracciare il fucile, con un balzo entra nel bosco fuori dalla mia portata.
I lupi, come detto, di solito sono in branco, ma questo è solo. Ma è un lupo atipico, ormai l'ho capito. E' solo ma è forte come un bisonte, è un lupo ma ha movenze da felino, è un predatore ma in questo caso anche una preda. Ma proprio perché è solo deve cacciare per poter mangiare e per farlo deve uscire allo scoperto. Ed è lì che io devo prenderlo; sfruttare quell'occasione. Io sarò il suo predatore. Mi spingo ai bordi del bosco, ed entro dove vedo le sue tracce. Ora sulla neve, anche se poca, si vedono. Nel bosco purtroppo non si è ancora posata, ma con un po' di fortuna e di attenzione riesco a vedere le sue tracce. E' inutile che scappi, lupo. Ti prenderò.
Nel bosco rimetto il fucile di precisione a tracolla. Qui se lo incontro dovrebbe essere a breve distanza e mi basterà la normale doppietta. Per un po' seguo le tracce poi mi fermo e ascolto. Sento muovere gli alberi, vedono muovere delle frasche e finalmente lo vedo da vicino. Impressionante ed estremamente affascinante. E' quasi un peccato abbatterlo, ma devo farlo.
Non faccio in tempo a puntare che lui scompare. Pazienza penso. Ormai ti sto braccando ed arriverà il momento che potrò spararti.
Scendo per il pendio dove si è incuneato il lupo e affretto il passo. Ora che sono vicino a lui non devo perdere tempo. Giunto sulla sommità di un piccolo canalone vedo il lupo là in fondo. Prendo il fucile di precisione e punto...
Niente. Lui si sposta, ma mi ha visto e ora sente il fiato sul collo. Scendo ancora verso il basso e noto le sue tracce che si indirizzano verso un vecchio sentiero che probabilmente sfocia in una vecchia carbonaia. Raggiungo la piazzola dove una volta si portava la legna per trasformarla in carbone e vedo che sta nevicando molto forte. Il manto nel prato è consistente e posso notare bene le sue orme. Si dirigono verso un'imboccatura nel bosco e da li capisco che il lupo si è diretto verso un ruscello, dove giungo dopo una trentina di secondi. Vedo per l'ennesima volta la mia preda e punto su di lui la mia doppietta. Non faccio in tempo a sparare però. Lui si sposta come una molla e io per raggiungerlo metto un piede in fallo e cado. Non è una caduta rovinosa. Appoggio la mano sinistra (con la destra tengo il fucile) e mi limito a strisciare tra le foglie del sottosuolo del bosco. Sono ancora in terra con lo sguardo verso il basso quando sento rumori di rami e foglie dietro le mie spalle. Mi giro e vedo il lupo a non più di tre metri da me.
E' difficile capire le intenzioni di un lupo. E di questo che è un lupo atipico è praticamente impossibile. Si è avvicinato ancora; ora è a non più di due metri da me. Sbucato all'improvviso con incredibile silenziosità; solo all'ultimo istante l'ho sentito arrivare, quasi che volesse annunciare l'arrivo di se stesso.
Spalanca le fauci, poi mi guarda con quegli occhi quasi trasparenti. Probabilmente può attaccarmi quando vuole; io sono ancora steso per terra e non riuscirei né ad alzarmi e né ad imbracciare il fucile per sparare. Poi fa un balzo verso di me. Ma non mi azzanna. Anzi mi passa sopra, sento il peso del suo corpo che ipotizzo vicino ai 50 kg e con due balzi sparisce nel bosco. Io mi alzo, sono un po' frastornato e penso cosa abbia voluto fare il lupo con quel gesto. Dimostrarmi la sua superiorità? Che alla prossima occasione mi azzanna il collo con le sue possenti mascelle e me lo spezza? Ma non ho troppo tempo per pensare. Sento altri rumori nel bosco. Mi alzo e seguo quei rumori. La caccia continua.
Il lupo, mediamente, necessita di circa 4 kg di carne al giorno, che all'anno corrisponde a circa 25 tra cervi e caprioli che sono le sue prede preferite così come i giovani cinghiali selvatici. Dove questi sono poco frequenti la sua attenzione si sposta ad erbivori domestici, come pecore, capre, conigli e galline e, qualora il suo habitat dovesse essere carente anche di queste ultime prede, si accontenta anche di topi, ghiri, scoiattoli e rettili, ma pure frutta e bacche. Di solito il lupo si avvicina in silenzio alla preda e quando capisce di essere il più forte la può rincorrere anche per centinaia di metri finché la preda non viene raggiunta. A quel punto, le sue potenti mascelle la azzannano alla nuca o sul collo, causandone spesso la morte immediata o la rottura della spina dorsale. In questi ultimi mesi è stato stimato che ha cacciato ben più dei 4/5 kg che gli necessitano per una normale sopravvivenza, forse il doppio se non il triplo. Mi chiedo il perché. Senza trovarne una risposta.
Ora devo risalire. Sento muoversi le piante. Faccio attenzione a non scivolare di nuovo. Non vorrei ritrovarmi a tu per tu con quelle fauci e con quello sguardo penetrante, pur se affascinante. Trovo altre tracce e le seguo. Mi portano in una zona dove il bosco è più rado. La neve fa capolino anche lì ora. Poi, superato un piccolo dosso lo vedo! Ma non è solo...
Quando supero quel piccolo dosso mi trovo davanti ad un torrente. Esso forma una piccola insenatura e in quell'insenatura si è formata una discreta buca piena d'acqua. Da essa sporgono rocce e grossi rami di alberi caduti. Vedo bene ciò che accade. Mi trovo a circa 10 mt in posizione leggermente rialzata. Un capriolo, una femmina, guarda dentro la buca. E' immobile. Dentro alla buca sono caduti 3 piccoli caprioli probabilmente i suoi piccoli. Non riescono ad uscire e la sua mamma non riesce a fare nulla per tirarli fuori.
Il lupo invece si getta dentro a quella buca. Schiva i rami e salta sulle rocce. Mi chiedo come faccia a non scivolare. Azzanna la collottola del primo capriolo, quello più piccolo e sofferente. Ma non gli spezza il collo come mi sarei aspettato che facesse. Con un unico balzo esce dalla buca e posa dolcemente il capriolo vicino alla sua mamma. Poi si ributta dentro sprezzante del pericolo. Prende anche il secondo e lo tira fuori. Poi così col terzo, anche se deve lottare un po' di più ad uscire. Scivola alcune volte, senza mai lasciare la presa di quel piccolo capriolo e alla fine ce la fa e lo mette vicino agli altri due. Li ha salvati tutti e tre...
Nel frattempo io imbraccio il fucile di precisione e miro. Il lupo è dentro la croce del mirino. Non posso sbagliare da questa distanza. Il dito è fermo sul grilletto, non una minima esitazione. Poi nel bosco echeggia uno sparo, un unico sparo. La femmina del capriolo con i suo tre piccoli scappa e dopo alcuni balzi non si vede più. Il lupo invece resta lì dov'è, immobile. Non ho sbagliato il colpo!

DAGLI OCCHI DEL LUPO

Ti vedo, uomo. Ti vedo un attimo e decido di cambiare valle. E tu mi segui. Entro nel bosco e voglio vedere chi sei. Cosa sei. Voglio capire se sei un uomo pericoloso, di quelli che hanno in mano una cosa lunga e se si sente un botto, posso sentire molto male. Tu lo chiami fucile. Esco dal bosco e sento il tuo odore. Odore di uomo. Poi ti muovi e ti vedo. So che puoi farmi male. Fino ad uccidermi. Devo scappare nel bosco, cercherò di far perdere le miei tracce. Tu puoi seguirmi, ma non puoi farlo in eterno. Queste sono le mie terre, la mia casa e io mi muovo meglio di te. Lo so. Tu mi vuoi. Tu vuoi farmi del male. Vuoi uccidermi.
Cerco di sfiancarti, uomo. Io potrei fare così tanta strada che non mi prenderesti nemmeno se tu corressi per un giorno interno. Mi segui, ma non mi faccio prendere. Poi tu cadi. Potevo ucciderti sai? Ho la capacità e la potenza per farlo. Così come prendo per il collo le mie prede e glielo spezzo, potevo farlo con il tuo. Ma voglio farti capire che io non sono malvagio, uomo. Se posso non uccido. Se uccido è perché devo nutrirmi. Io e la mia famiglia. La mia compagna e 10 lupacchiotti. E' per quello che uccido, uomo. Per sopravvivere.
Mentre scappo vedo una mia preda. In altre occasioni mi sarei buttato su di essa. Gli avrei spezzato il collo dopo una breve rincorsa. Mo ora no. Non posso rischiare che tu, uomo col fucile, possa prendermi. Poi vedo che la mia preda non scappa alla mia vista. Di solito come vedono il loro predatore se la danno a gambe. Scruto meglio e ne capisco il motivo. Rallento e penso. E non ho dubbi. Devo aiutare quei piccoli. Non sono malvagio io. Anche se so che rischio di essere preso, devo portare in salvo quei piccoli. Anche se so che forse, sarò l'ultima cosa che farò.
E così uomo, sto per diventare tuo, per sempre. Ora ti vedo con quell'arnese che tra pochi attimi emetterà un rombo assordante. Poi io non ci sarò più. Chissà come sarà perdere la vita...

DAGLI OCCHI DEL CUSNA, GIGANTE ADDORMENTATO

Sono qui da sempre. Sono il Monte Cusna, gigante addormentato, sono quel Monte. Sono qui da sempre, da quando tutti i monti sono nati, chissà quanto tempo fa. E vedo e sento tutto ciò che accade sulle mie terre. Vedo l'uomo che insegue il lupo. Imbraccia il fucile l'uomo. Vuole uccidere il lupo. E' malvagio l'uomo. Lo insegue e cerca di sparargli ma non riesce. Vedo l'uomo che cade e il lupo che lo attacca. Ma non lo uccide. Non lo morde nemmeno. Non è malvagio il lupo. Forse vuol solo fargli capire di lasciarlo in pace. Ma l'uomo, nonostante lo spavento e l'avvertimento, continua a braccare il lupo, uomo malvagio.
Poi il lupo incontra una sua preda. Sta quasi pensando di attaccarla, lui deve farlo non per malvagità ma per procurarsi il cibo; è la normale legge della natura. Ma sa anche che l'uomo malvagio col fucile lo sta cercando, e potrebbe essere fatale per lui fermarsi. E mentre sta scappando vede un'altra scena. I piccoli della sua preda stanno annegando. E lui non ha dubbi. Deve salvarli. Anche se sa che potrebbe costargli la vita. Si butta nell'acqua e salva i piccoli. Poi vede l'uomo, quell'uomo cattivo col fucile. Ormai non fa più in tempo a scappare. Il fucile dell'uomo malvagio lo ha inquadrato. E quando sente lo sparo ha solo il tempo di pensare: “Addio mondo crudele...”.

ANCORA DAI MIEI OCCHI

Trent'anni di caccia, poche volte o quasi mai ho sbagliato una preda. Sono nelle terre del Monte Cusna, un monte di cui occorre portare rispetto, perché è Quel Monte, Gigante Addormentato. Ho il lupo nella croce del mirino. Non posso sbagliarlo. Ma quando sto per sparare, alzo il fucile verso il cielo, il colpo parte e colpendo qualche ramo si perde nel cielo. Non ti uccido lupo. Hai fatto un gesto troppo nobile, hai salvato quei tre piccoli caprioli e non puoi morire. Meriti la vita. Tu mi guardi, immobile, in una posa regale. Passa qualche attimo, poi ti giri e te ne vai. Arrivato sopra l'ultimo dosso ti volti e mi guardi ancora. Forse è il tuo modo di dirmi grazie. Ma sono io che devo ringraziare te. Per la lezione di vita che mi hai dato.
Faccio ritorno verso Pian Vallese. Sono già sul sentiero nel bosco che sento un guaito dietro di me. Mi volto incuriosito e vedo spuntare il lupo. Dietro di lui c'è un bel esemplare di lupo femmina, seguita da una nidiata di lupacchiotti. Ne conterò dieci. Si avvicinano a me. Potrei quasi accarezzarli. I due lupi adulti sono vicini, mentre i piccoli sono sparsi qua e là. Alcuni giocano mordicchiandosi. Io mi limito a guardarli e poco prima che se ne vadano alzo la mano e li saluto. Loro forse capiscono perché emettono un guaito. E' uno dei momenti più belli della mia vita. Ritorno alla vita normale e racconto che il lupo non l'ho visto. E rinuncio pure all'incarico di ucciderlo.
Arrivato a casa metto tutti i miei fucili dentro una cassa, la chiudo con un grosso lucchetto e la porto in solaio. Non aprirò mai più quella cassa, così come non imbraccerò mai più un fucile in vita mia. Grazie Lupo.

DAGLI OCCHI DEL LUPO

Sento lo sparo ma non sento dolore. Forse è questo morire? Però vedo e sento che posso ancora muovermi. E tu uomo sei immobile e forse non mi hai voluto colpire. Forse non sei così malvagio uomo. Mi giro e vado verso la mia tana, prenderò la mia famiglia e ti raggiungerò. Sarà il mio modo per ringraziarti. Grazie Uomo.

DAGLI OCCHI DEL CUSNA. GIGANTE ADDORMENTATO

Ne ho viste di cose nella mia lunga permanenza qui, disteso come un gigante addormentato. La mia vita scandita dai nevai quasi perenni, è, per forze di cose, parte integrante della storia dell'uomo. Qui su di me ci hanno fatto di tutto. Non voglio aggiungere altro. Ma oggi ho visto qualcosa di magico. Il lupo che salva dalla morte tre cuccioli che potrebbero essere sue prede e un uomo malvagio che doveva uccidere il lupo che forse tanto malvagio non è. All'ultimo istante alza il suo fucile e il proiettile se ne va in cielo senza colpire nulla.
Il Lupo e l'uomo che diventano amici...
Grazie Uomo, grazie Lupo.

7 COMMENTS

  1. Autore
    Grazie dei complimenti. Sono l’autore e rispondendo al lettore posso dire che non sono (e non sarò mai) un cacciatore. Anzi, sono amante della montagna e della natura in genere. Nell’eventualità dovessero usare il racconto a scopo didattico ne sarei veramente onorato. Grazie ancora a tutti coloro che leggeranno il racconto.

    (Lucio Boni)