“Volendo dagli Stati Uniti, dalla Polonia o dalla Germania possiamo garantire la sicurezza idraulica del territorio di Reggio Emilia e Modena”. Perché da questi paesi? “Perché non sempre si dispongono delle attrezzature necessarie per governare le acque. Oggi, invece, presentiamo in Emilia una nuova versione del telecontrollo che, ora, correrà via cavo (con una compagnia telefonica) o, in caso di guasto, via Gprs o Utms”. Parole di Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale, che illustra la nuova frontiera del "telecontrollo", uno strumento innovativo (ma già sperimentato e iniziato ad applicare a fine anni Settanta) che nel 2011 utilizza le più moderne tecnologie legate ai sistemi di telecontrollo, oltre che la visualizzazione su internet e la parte la parte applicativa web.
Un milione di euro il valore della componentistica e dei sistemi. “Nemmeno tanto – spiega Zani - se si pensa al valore complessivo del territorio presidiato che, purtroppo, in pochi decenni è cambiato radicalmente. E’ come giocare tutti insieme (ecco il valore del consorzio) un milione di euro a una lotteria fortunata dove sai, a priori, che ne vincerai svariate migliaia. Diversamente, qui, ci si allaga, perché gran parte della Bassa è sotto il livello di argini dei fiumi: è come essere in un catino”.
Nel concreto cos’è il telecontrollo?
“E’ un insieme di apparecchiature che consente di rilevare in periferia e trasmettere in sede centrale numerosi dati, quali livelli idrometrici nei canali, la portata dei fiumi, il grado di apertura delle nostre paratoie sui canali, lo stato di attività degli impianti (quanto e come ad esempio funzionano le pompe idrovore), eventuali allarmi, dati meteorologici. E’ con essi che si fanno previsioni di piena nella rete idrica, simulazioni su quello che succederà nel territorio, monitoraggio dei consumi energetici degli impianti. Il tutto in tempo reale con aggiornamento al secondo”.
Tutto questo con quale finalità?
“I dati della periferia – aggiunge Vito Fiordaligi, direttore dell’ente consortile – popolano il nostro database e tramite computer possiamo effettuare la gestione immediata della nostra rete: decidere le strategie di azione, attivare manovre su impianti e chiuse idrauliche per consentire e indirizzare correttamente il deflusso delle acque se siamo in piena o il funzionamento degli impianti se siamo in irrigazione. Senza presunzione siamo noi che garantiamo la sicurezza di questi territori: non è casuale che, a differenza di altri comprensori, grazie al supporto di questo evoluto sistema si possano affrontare in termini preventivi gli eventi di piena, che purtroppo si fanno sentire con maggior frequenza rispetto al passato”.
Lavoro dell’uomo abbinato a tecnologie, roba che farebbe impallidire i primi bonificatori: gli etruschi, i benedettini, i Bentivoglio. Quando è attivo questo servizio?
“Monitoriamo la sicurezza per 24 ore al giorno – spiega Fiordaligi – tutti i giorni dell’anno. Quindi anche d’estate quando ad esempio i canali sono pieni, ma può sempre piovere, come negli ultimi due Natali per fronteggiare le piene. E’ un sistema adottato anche in ambiente ferroviario, per la regolazione degli scambi e nella distribuzione delle rete gas e idrica”.
“Il sistema di telecontrollo – spiega Paola Zanetti, dirigente – è tra quelli più all’avanguardia in Italia. Siamo dotati di una tecnologia tra le più innovative: il sistema non è diffuso in tutta la penisola”. “Questo sistema – prosegue la dirigente – funziona correttamente però grazie alla rete idraulica efficace: è frutto di un secolo e mezzo di lavoro da parte dei consorzi, di una efficace manutenzione e interventi di adeguamento della rete (l’ultimo costruito: Boretto Scolo, realizzato nel 2004) e di una risposta sempre pronta per adattarsi ai continui mutamenti del territorio”.
* * *
Per il futuro in arrivo le webcam: ma sul campo ci sono 150 persone per la sicurezza
Il telecontrollo si apre anche agli utenti comuni. E’ quanto spiega Mauro Bigliardi, tecnico della manutenzione ed esercizio impianti: “Sul sito internet del Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale c’è anche un accesso web per chi sia interessato o desideri ricevere dati per l’utenza. Non permette l’operatività ma consente la consultazione del dato storico (http://telecontrollo.emiliacentrale.it), ai dati meteorologici (temperatura, umidità, vento…), accesso ai 46 pluviometri, livelli idrometrici dei principali corsi d’acqua con visualizzazione di immagini da satellite, del punto di misura e, addirittura, possibilità di fare grafici personalizzati”.
In quale modo e quante sono le persone coinvolte quotidianamente nell’attività della sicurezza idraulica?
“La gestione del telecontrollo avviene con un sistema decisionale a piramide, impegnando giornalmente una trentina di persone. Ci sono dieci tecnici reperibili, a rotazione, presenti in sede e sul comprensorio che svolgono un controllo giornaliero delle precipitazioni meteorologiche, dei livelli idrometrici e dello stato di funzionamento delle apparecchiature di telecontrollo (perché in caso di pioggia occorre essere tempestivi), controllo mattutino e serale. Questa attività è tracciata e monitorata da rapporti. In caso di necessità, come eventi di piena imminenti, si decidono le azioni da intraprendere, come manovre su scaricatori, chiuse e attivazione degli impianti idrovori: se sono manovre semplici vengono decise dal tecnico, se più impegnative si contatta il dirigente d’area, Paola Zanetti, cui compete la decisione, per le decisione più importanti il direttore generale, Vito Fiordaligi. In totale sono centocinquanta le persone che possono scendere in campo e che si alternano nel corso dell’anno sovraintendendo al sistema di sicurezza idraulica, oltre all’imponente sistema delle attrezzature consortili”.
E per il futuro?
“Studiamo anche a un videocontrollo con web cam sui vari punti”.