Otto posti di lavoro creati da zero, in un paese di 80 persone. “Pare poco? Io non conosco molti casi in cui si riesce a fare il 10%. Qui ci sono riusciti”. Giuliano Poletti, presidente di Legacoop commenta così il risultato ottenuto a Cerreto Alpi dalla cooperativa “I briganti di Cerreto”, esempio virtuoso di un nuovo modo di supportare territori e persone, facendoli diventare protagonisti del proprio futuro, proprio in quei luoghi dove sembra che il futuro non esista. Sono le cooperative di comunità, un progetto che Legacoop sta sostenendo per creare una rete in tutto il Paese, di cui si è parlato stamattina nel corso di Geco 2011, le Giornate dell’economia cooperative in corso a Milano.
Con Dario di Vico del Corriere della Sera a fare da moderatore, Poletti ne ha discusso insieme a Franco Iseppi, presidente del Touring Club italiano, ed Edoardo Patriarca, del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), mentre i valori alla base del progetto sono stati presentati da Giorgio Gemelli di Legacoop: “L’obiettivo è sostenere chi vive in realtà isolate e contrastarne il degrado e l’abbandono”, ha spiegato.
Centri dell’Appennino ma anche realtà periferiche dei centri urbani, dove è grande il rischio isolamento e disagio. Perché dare un senso alla comunità è partecipare attivamente al suo sviluppo”. È il caso di Cerreto Alpi, ma anche di Succiso con la Valle dei Cavalieri. che a causa dello spopolamento che caratterizza i paesi di montagna rischiava l’abbandono. Tra il 2005 e il 2006 però è nata una cooperativa con l’intento di curare e gestire il territorio, creando così lavoro ed evitare che i cittadini dovessero lasciare il paese. O che gli anziani dovessero percorrere chilometri per fare la spesa.
“I briganti”, cooperativa di 16 soci di cui 8 sono lavoratori, si sono inventati così il turismo di comunità. Il risultato sono 14mila persone all’anno che vengono a visitare il paese, portando un indotto economico che non esce dal territorio, ma va alle realtà che hanno aderito a questo patto, come il ristorante o il circolo ricreativo, una realtà che ha 500 soci, i turisti stessi. E poi un rifugio posto nel centro abitato stesso, che ospita i turisti. Comunità è una parola calda, ha detto Dario di Vico, per ognuno significa qualcosa di diverso. E comunque che si crea dal basso. “Ma cosa si può creare dal basso che possa essere utile per il futuro?”, ha chiesto ai suoi interlocutori. “Ciò che tiene insieme un’associazione come il Touring club e motiva i suoi soci non sono tanto i benefit che possono derivare dall’adesione, ma la motivazione stessa, ovvero contribuire a costruire un’identità”, ha spiegato Iseppi. È stata questa la caratteristica del club, un modo non solo di viaggiare, ma di rapportarsi con gli altri e con il mondo esterno. E poi un’associazione ha un valore economico in sé”, ha concluso il presidente del Touring club.
Patriarca del Cnel ha sottolineato il valore dell’auto-organizzazione. “Non deve fare tutto la politica. È importante valorizzare chi si auto-organizza. Del resto il paese è fortemente indebitato, i comuni non hanno più risorse. Il welfare comincia a scricchiolare. Come rispondiamo? La proposta di una chiamata di responsabilità della società civile credo sia inderogabile per la creazione di un nuovo welfare. Le cooperative in questo senso sono soggetti pubblici, perché creano benefici per i cittadini. Pensiamo ai servizi per gli anziani o gli asili. Anzi, lo Stato dovrebbe promuovere attraverso benefici fiscali questo tipo di spese da parte dei cittadini. È così che si capisce se il dovere di solidarietà indicato nella Costituzione, nel Paese è ancora possibile”, ha concluso Patriarca.
Con l’avvio dei primi protocolli di collaborazione Legacoop realizza così sinergie con due realtà interessate: l’Associazione dei borghi autentici d’Italia, che rappresenta oltre 150 comuni italiani e FederlegnoArredo, organizzazione settoriale di Confindustria di imprese operanti nel legno. Un modo per trovare punti di incontro positivi tra soggetti esterni particolarmente interessati al successo dell’iniziativa. L’obiettivo è allargare l’alleanza anche ad altre associazioni tematiche di enti locali, ambientaliste e imprenditoriali. “Bisogna prendere atto del fatto che la relazione tra bisogni dei cittadini, ruolo pubblico e mercato non sempre si incontrano”, ha conluso Poletti. C’è un’altra strada. Andare a scavare dentro la comunità stessa e trovare al suo interno i valori per sviluppare. E c’è bisogno di qualcuno che inizi. Noi vogliamo provarci. E mettiamo a disposizione l’infrastruttura per farlo, la nostra esperienza e competenza”.