Home Cronaca Ricordo dell’eccidio del distaccamento partigiano “Pigoni” a Gatta l’8 gennaio 1945

Ricordo dell’eccidio del distaccamento partigiano “Pigoni” a Gatta l’8 gennaio 1945

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Per domenica prossima, 9 gennaio, i comuni di Castelnovo ne' Monti e di Villa Minozzo, la Comunità montana e le associazioni dei partigiani e dei deportati hanno organizzato a Gatta la commemorazione del 66° anniversario dell’eccidio dei partigiani del distaccamento “Pigoni”, della 26ma Brigata Garibaldi. Il programma della giornata prevede alle 9,30 la celebrazione della S. Messa a suffragio dei Caduti e la benedizione nella chiesa di Gatta; alle 10 il saluto del sindaco di Castelnovo Gian Luca Marconi, alle 10,45 la commemorazione ufficiale della senatrice Albertina Soliani. Alle 11,30 si formerà il corteo per Villa Marta, dove saranno deposte corone al monumento ed al cippo che ricordano l’eccidio, a San Bartolomeo.

Le varie fasi della manifestazione saranno accompagnate dalla Banda di Felina. Sarà presente anche una delegazione del Villaggio Stranieri di Reggio che porta il nome di un ragazzo partigiano caduto a Gatta l’8 gennaio 1945. Le associazioni partigiane Anpi ed Alpi “invitano la cittadinanza a partecipare numerosa per riaffermare l’impegno a difendere quei valori di libertà, democrazia e solidarietà per i quali sono morti i partigiani a Gatta". Chi fosse interessato a pranzare in compagnia dei partigiani al ristorante “La Pioppa”, in località Carniana di Villa Minozzo, a prezzo concordato di 20 euro tutto compreso, può prenotarsi (entro il 4 gennaio) ai numeri 0522-811064 o 0522-812678.

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All’alba del giorno 8 gennaio 1945 avanguardie di una colonna tedesca, mimetizzate e favorite dalla scarsa visibilità, raggiunsero il torrente Secchia attraverso la strada Gatta-Felina. In località San Bartolomeo era stato istituito un servizio di vigilanza al ponte della Gatta, situato in una stalla ed affidato ad una squadra del Distaccamento “Pigoni”. Probabilmente conoscendone l’ubicazione, i tedeschi attraversarono inosservati il Secchia, aggredendo ed uccidendo immediatamente le due sentinelle Vasco Madini “Fulmine” e Sergio Stranieri “Randa”. Prima di morire, uno dei due giovani partigiani riuscì a dare l’allarme, ma i nazisti erano già troppo vicini, così il restante del Distaccamento tentò un rapido quanto improbabile sganciamento. Scesero verso il greto del torrente Secchiello seguendone la riva sinistra, col proposito di raggiungere il grosso del Distaccamento “Pigoni” fermo a Sonareto. Tuttavia la neve molto alta ed il terreno accidentato, resero il loro cammino molto lento e disagevole. I nemici marciarono invece più speditamente sulla strada sovrastante che porta a Carniana, riuscendo a precederli e catturandoli facilmente. Uno solo si salvò, mettendosi al riparo sotto un ponticello in muratura, mentre tutti gli altri vennero condotti all’interno della semi-diroccata Villa Marta e là torturati ed uccisi. Fu così che oltre alle due sentinelle morirono Aldo Bagni “Nerone”, Angelo Masini “Tonino”, Arturo Roteglia “Ellas”, il sabotatore Manlio Bruno “Costantino”, la staffetta del Comando Unico Ruggero Silvestri “Jena”, Aristide Sberveglieri “Tallin” e Armando Ganapini “Lazzarino”. I graduati Gino Ganapini “Leone” e Carlo Pignedoli “Mitra” vennero invece tradotti nelle famigerate carceri di Ciano e successivamente fucilati il 26 gennaio ‘45.