«Non proprio il regalo di Natale che si aspettavano gli abitanti di Castelnovo e frazioni, quello confezionato dalla maggioranza e dall’ amministrazione comunale e votato, con il nostro voto contrario, nell’ultimo consiglio comunale».
I consiglieri comunali Sabina Nardini, Mattia Casotti, Ermanno Briglia, Maria Claudia Beretti e Gabriele Tacconi, intervengono dopo l’ultima seduta di consiglio comunale dove sono stati presentati il bilancio di previsione 2025 – 2027 e le nuove aliquote Imu per il 2025.
«L’innalzamento dell’Imu fino al massimo consentito per legge – affermano - (portandolo dal già elevato 0,96% all’1,06%) su seconde case, alberghi, negozi, laboratori, botteghe, uffici e studi privati, è un brutto gesto nei confronti di coloro che già da tempo subiscono le decisioni di un’amministrazione non attenta alle tasche dei propri concittadini».
«L’amministrazione, con il sostegno di tutta la maggioranza, purtroppo riversa i debiti contratti negli anni sulle spalle di tutta la popolazione. In particolare – spiega il consigliere Mattia Casotti che è intervenuto in dibattito – ci colpisce l’innalzamento di oltre il 10% dell’Imu su tutte quelle categorie che un’amministrazione, invece che tassare, dovrebbe tutelare, soprattutto in questo momento storico.
Negozianti, albergatori e ristoratori, titolari di uffici, proprietari di laboratori e possessori di seconde case, categoria, quest’ultima, per troppo tempo equiparata erroneamente ad una fascia benestante. Chi è che possiede una seconda casa sul nostro territorio oggi? Spesso sono persone che hanno ereditato alloggi degli anni 70 – 80, oppure famiglie che hanno voluto investire per i propri figli, garantendo loro una permanenza in montagna per il futuro».
«Il debito del comune, che ammonta a quasi 13 milioni di Euro, – continua Casotti – andrebbe gestito diversamente, non scaricato sulle spalle dei cittadini, per i quali anche 50 – 100 euro in più fanno la differenza (diversamente da quanto sostenuto dalla maggioranza in consiglio comunale).
E le anticipazioni di cassa, altissime e dubbie, hanno fatto scattare l’allarme anche al revisore dei conti, il quale ha richiamato il Comune segnalando “i rischi connessi ad un utilizzo sistematico dell’anticipazione di cassa, come l’incremento degli oneri e la perdita di flessibilità nel gestire le risorse, invita l’Ente ad individuare strategie per ridurne progressivamente il ricorso, limitandolo a situazioni eccezionali, anche attraverso una revisione delle spese correnti per ridurre quelle non indispensabili».
«Noi – concludono i consiglieri comunali – abbiamo un’idea diversa per amministrare la cosa pubblica, tagliando le spese e i progetti superflui, senza sacrificare gli investimenti ma attingendo a linee di finanziamento e contribuzione di ogni livello. Con più accortezza e precisione, senza far pagare i debiti ai cittadini, si può ambire alla gestione di un comune virtuoso ma che al tempo stesso cresce e garantisce l’ordinario.
L’amministrazione comunale, in gran parte composta da persone per anni appartenenti al governo del Comune, non può continuare a scaricare le responsabilità sui tagli del Governo, tagli peraltro compensati dagli stanziamenti sul Fondo di Solidarietà Comunale nella Legge di Stabilità»