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Riceviamo e pubblichiamo

Il cestino dei valori non si può “spacchettare”

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Il cestino dei valori non si può “spacchettare”, io credo.
Nelle giornate successive al voto del 17 e 18 novembre, è capitato di sentire legittime parole di delusione (ma in genere senza toni rassegnati e rinunciatari) da parte di esponenti di quei partiti che hanno ottenuto un risultato elettorale al di sotto delle loro aspettative, o comunque tale da averli privati di una propria rappresentanza nel Consiglio regionale, pur se si dichiarano fermamente intenzionati a proseguire nel percorso politico intrapreso, ossia nessuna cedevolezza e retromarcia anche davanti ad un esito elettorale per così dire inappagante (indipendentemente dalla qualità  delle candidature messe in campo).
Una tale risolutezza, in una con l’indomita voglia di continuare, può riscuotere stima ed  apprezzamento, anche meritevoli per la ravvisabile ed indubbia costanza, ma la politica vive anche,  e soprattutto, del consenso che esce dalle urne (a meno di ritenere sufficiente e bastevole l’azione di testimonianza), e ragionando giustappunto in questa ottica dovrebbe venir naturale l’interrogarsi sulle ragioni che possono aver determinato una riuscita elettorale “deludente”, o quantomeno insoddisfacente, per il rispettivo partito o soggetto politico (pur se sia pressoché impossibile, o comunque difficile, il trovare una univoca risposta).
Modelli di società tra loro alternativi
Astensionismo a parte, è verosimile che possa aver giocato un ruolo importante la polarizzazione della politica, sulle due grandi coalizioni, cdx e csx, come ha già scritto qualcuno su queste pagine, e secondo quanto abbiamo non di rado ascoltato pure dalla voce dei commentatori politici, cui mi viene di aggiungere la questione “voto utile”, che può penalizzare le entità politiche “minori” (a favore delle maggiori) causa il timore di  disperdere il proprio voto qualora le stesse non superassero la soglia di sbarramento, ma io credo che pure un altro elemento o fattore potrebbe aver avuto un qualche peso o  riflesso  in proposito.
Mi riferisco al fatto che in uno almeno dei programmi di dette entità “minori”, mi è parso di cogliere idee e tesi tradizionalmente vicine al pensiero della  destra, insieme ad altre appartenenti invece alla cultura di sinistra, un abbinamento che io vedrei quale “punto debole” del programma, semmai con effetti dissuasivi sul voto, giacché i postulati dell’una e altra parte ispirano o configurano modelli di società notoriamente alternativi tra loro, tanto da formare, io credo, un “pacchetto” o paniere di valori raccordati e inscindibili, ossia un tutt’uno da non potersi scomporre per poi assemblarne i pezzi secondo propri criteri e parametri.
P.B