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An autumn day in Canterbury

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Continua la collaborazione tra il liceo linguistico Cattaneo Dall'Aglio e Redacon tramite la rubrica Speakeasy, curata direttamente dagli studenti dell'anno 2024-2025

 

 

An autumn day in Canterbury

Three weeks ago, we went on a week-long journey to England together with our classmates and teachers for a language study trip. Apart from school and little walks around the pretty village of Broadstairs the first “long trip” was on Friday: Canterbury was the destination.

The afternoon was the prototype of the perfect autumn day: the sky was clear, the air warm, the trees all yellow and red and the leaves crunchy under the feet.

Our guide took us to the Marlowe Theatre first, where a lot of famous actors started their careers, and then to the centre of the city.

(Fun fact: if it wasn’t for the cathedral, Canterbury wouldn’t be called “city”, but “village” instead, for its reduced dimensions).

We saw the big construction that led the pilgrims to the entrance of the village and The Eastbridge Hospital of St Thomas the Martyr, one of the first hospitals for pilgrims with its old and dark stones. Lots of buildings were meant for the use of the pilgrims, since Canterbury was an important religious destination for them, but also because of The Canterbury Tales by Chaucer, that brought fame and notoriety to the city.

We walked down the main street, seeing beautiful houses and restaurants and also a canal, on which there was an instrument for the torture of witches during the Middle Age. It was a wooden chair, on a long wooden pole on which the witch was put: then they dipped her in the water for a minute to see if she could survive and they carried on until she would have died.

After this sad anecdote, we arrived at the Cathedral; unfortunately we couldn’t enter but just the outside was enough to understand the prominence and the beauty of this building. It was so strange to think that this Cathedral saw hundreds and hundreds of different people, during its existence. How many secrets will it have, won’t it?

Our teachers and guide then left us some time for ourselves: walking and seeing so many things made us hungry, so we stopped at a little French bakery to recover our strength.

Then we went to some shops to buy souvenirs and presents: every shop was really distinctive and sold loads of pretty things like tons of different cards for every occasion, colorful candies and warm coffees.

Time flew by and before we knew it, it was time to come back home.

On our way back, the sun was setting, flooding everything with its beautiful light, maybe a sign to say goodbye to us…

Below are some of our personal considerations:

“It was very exciting to be able to touch, once again, a culture and a world that we don't deal with every day. In particular, I can say that I truly experienced it the day I spent in Canterbury with my class. Right from the start, I was struck by the atmosphere that reigns there: everything is very quiet and peaceful; then a clear change pervades it once you enter the true heart of the town, making you feel part of that community full of male and female students. Canterbury can be defined as a small village (if you compare it to London) that has everything you need distributed along the main street: in fact, you can find both places to stop and eat and places where you can find lots of nice things to buy if you want to take with you a memory of what your trip to England was like. I can confirm that these are experiences that each of us will always carry within us.” - says Giorgia

“When at first I heard that we would visit Canterbury, I thought about a big city with a lot of tourists, noisy streets and just some interesting buildings. Instead, when we arrived I was surprised by the calm and relaxed atmosphere we found, by the big groups of students that were walking down the streets and by the beautiful houses and buildings. I really appreciated Canterbury for this aspect: it was an alive town, full of colors and characteristics. A place where you could never get bored” - says Emma

Un giorno autunnale a Canterbury

Quasi tre settimane fa, ci siamo recate in Inghilterra per una settimana con le nostre professoresse e le nostre compagne di classe, per uno stage linguistico.

A parte per la scuola e le piccole camminate per la graziosa cittadina di Broadstairs, la prima gita “lunga” è stata nel fine settimana, il venerdì:

Canterbury era la destinazione.

Il pomeriggio era il prototipo del perfetto pomeriggio autunnale: il cielo era limpido, l’aria tiepida, gli alberi di ogni sfumatura di arancione e le foglie scricchiolanti sotto i piedi.

Come prima tappa, la nostra guida ci ha portato al Marlowe Theater, dove molti attori hanno cominciato la loro carriera, e poi ci siamo diretti nel centro della città.

(Curiosità: se non fosse per la cattedrale, Canterbury non sarebbe chiamata “città”, ma “paese” per le sue dimensioni ridotte).

Abbiamo visto la grande costruzione, simile ad un arco di trionfo, che conduceva i pellegrini all’interno del paese e l’ospedale di San Tommaso Martire, uno dei primi ospedali per pellegrini, con le sue pietre scure e antiche.

Molti edifici erano ad uso dei pellegrini, sia per l’importanza religiosa della cattedrale, che per l’influenza del libro di Chaucer The Canterbury Tales, che portò fama e notorietà alla cittadina.

Abbiamo poi continuato a camminare lungo la strada principale, piena di bellissime case e ristoranti caratteristici, e che percorre un canale su cui abbiamo trovato uno strumento utilizzato per la tortura delle streghe durante il Medioevo: era un sedia di legno, posizionata su un lungo palo per arrivare meglio all’acqua. La presunta strega veniva legata e tuffata nel canale per un minuto: se non moriva, la procedura veniva ripetuta fino a stordirla, se non a ucciderla.

Dopo questo triste aneddoto, siamo arrivati alla Cattedrale: purtroppo non siamo riusciti a visitarla all’interno, ma anche solo dall’esterno si poteva percepire la sua grandiosa imponenza. È strano pensare a quante persone di diversa provenienza abbia visto questa Cattedrale; chissà quanti segreti avrà, non è vero?

Le nostre professoresse e la nostra guida ci hanno poi lasciato un po’ di tempo libero: camminare e vedere così tante cose ci aveva messo una gran fame, perciò abbiamo deciso di fare merenda in un’accogliente pasticceria francese per recuperare le forze.

Dopo esserci rifocillate, abbiamo visitato diversi negozi: gli edifici erano tutti diversi e caratteristici e vendevano un sacco di cose carine come ad esempio biglietti per ogni occasione, caramelle colorate e caldi caffè.

Il tempo è volato e, prima ancora che ce ne rendessimo conto, era ora di tornare a casa.

Sulla strada del ritorno il sole stava tramontando, inondando tutto con la sua luce bellissima, forse un segno per salutarci.

Di seguito, alcune nostre considerazioni personali:

“E’ stato molto emozionante poter toccare, ancora una volta, una cultura e un mondo con il quale non abbiamo a che fare tutti i giorni. In particolare, posso dire di averla veramente vissuta il giorno che ho passato a Canterbury insieme alla mia classe. Fin da subito, mi ha colpita l’atmosfera che vi regnava: tutto molto silenzioso e quieto; poi un netto cambiamento la pervade una volta entrati nel vero cuore della cittadina, facendoti sentire parte di quella comunità piena di studenti e studentesse. Canterbury lo si può definire un paesino (se lo si paragona a Londra) che ha tutto il necessario distribuito lungo la via principale: si possono, infatti, trovare sia luoghi in cui fermarsi e ristorare, che luoghi in cui trovare tantissime cosine carine da comprare se si vuole portare con sé un ricordo di quello che è stato il viaggio in Inghilterra. Posso confermare che queste sono esperienze che ognuno di noi si porterà sempre dentro.” - afferma Giorgia

“Quando ho sentito per la prima volta che saremmo andati a Canterbury, mi ricordo di aver pensato ad una grande città con molti turisti, strade rumorose a solamente alcuni edifici interessanti.

Invece quando arrivammo, rimasi sorpresa dall’atmosfera calma e rilassata, da numerosi gruppi di studenti che camminavano lungo le strade e delle bellissime case e strutture.

Ho apprezzato molto Canterbury per questi aspetti: è una città viva, piena di colori e caratteristiche. Un posto dove non ci potrebbe mai annoiare.” - dice Emma