A ottobre l’Istat ha registrato un aumento dell'inflazione. La percentuale di aumento passa, minima ma comunque importante per le tasche degli italiani, dal +0,7% di settembre al +0,9% su base annua, con stabilità su base mensile.
Questo incremento è determinato soprattutto dal comparto alimentare, dove i prezzi crescono del +2,4% rispetto al +1,1% di settembre, con un impatto evidente sul carrello della spesa, che registra un +2,0% rispetto al +1% del mese precedente. Proseguono invece la loro flessione al ribasso i prezzi dei beni energetici (-9% da -8,7%), attenuando parzialmente la pressione sui consumatori. Tra i servizi, i prezzi ricreativi e culturali mostrano un rallentamento della crescita (+3,6% da +4,0%), mentre quelli dei trasporti aumentano (+3% da +2,4%).
L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile al +1,8%, mentre quella al netto dei soli beni energetici sale al +1,9% (da +1,7%). Il report dell'Istat evidenzia inoltre un aumento dei prezzi degli alimentari freschi (+3,4% da +0,3%) e lavorati (+1,7% da +1,5%), insieme a un'attenuazione della flessione dei beni energetici non regolamentati (-10,2% da -11%).
Tuttavia, questi incrementi sono parzialmente bilanciati dal rallentamento dei beni energetici regolamentati (+3,9% da +10,4%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+3,6% da +4%). L'inflazione acquisita per il 2024 si attesta all'1%, mentre il differenziale inflazionistico tra beni e servizi si riduce, passando da +3,7 a +3,2 punti percentuali. Questi dati preoccupano le associazioni dei consumatori. Secondo il Codacons, l'aumento dei prezzi alimentari rappresenta un segnale allarmante in vista delle festività natalizie, con il rischio di un ulteriore aggravio per le famiglie. Gli economisti dell’Unione Nazionale Consumatori calcolano un incremento del costo della vita di 265 euro annui per una famiglia con due figli, di cui 247 euro legati al carrello della spesa.