‘Noi per Casalgrande’ e ‘SiAmo Casalgrande’ interviene sulla questione legata alla «possibile chiusura del Pronto Soccorso di Scandiano».
«Il tema - scrivono in una nota - è tornato prepotentemente alla ribalta solo negli ultimi giorni di campagna elettorale, perché la sanità, come quello legato alla difesa e tutela del territorio, è uno dei ‘campi di battaglia’ dove si vincono o perdono le elezioni (non è un caso, infatti, che il problema più sentito da parte dell’80% dei cittadini italiani sia la salute)».
«‘Noi per Casalgrande’ e ‘SiAmo Casalgrande’ – scrivono - vogliamo ribadire una volta di più che il Pronto Soccorso di Scandiano deve rimanere aperto H24. Le ragioni? Quelle di sempre. Quelle che è doveroso ribadire. Il diritto alla salute è uno dei principi fondamentali espressi chiaramente all’articolo 32 della Costituzione. Il Pronto Soccorso di Scandiano (come tutti gli altri dislocati sul territorio provinciale e a rischio chiusura, se non già chiusi o snaturati) è e deve essere un presidio territoriale: di civiltà, di salute e di tutela degli 80 mila cittadini che popolano il distretto dei comuni che formano l’Unione Tresinaro Secchia».
«Per questo il PS di Scandiano - aggiungono - deve essere aperto 24 ore su 24, superando l’attuale riduzione di orario dalle 8 alle 20. E’ assolutamente prioritaria la presenza di un’auto medica di stanza a Scandiano H24. E’ necessaria una sempre più stretta collaborazione con le associazioni che operano nell’ambito dell’emergenza/urgenza. Infine è altrettanto fondamentale che chi opera all’interno del Pronto Soccorso lo possa fare in condizioni di assoluta sicurezza (oggi i Pronto Soccorso sono dei posti ‘di frontiera’, con medici e infermieri esposti ad aggressioni e a comportamenti che ne mettono a repentaglio l’incolumità fisica) e con i migliori mezzi possibili, in modo da garantire ai cittadini cure primarie adeguate».
CHIEDIAMO UN ATTO DI CORAGGIO
«Quello che chiediamo - spiegano - è anche un atto di coraggio da parte delle istituzioni territoriali e della politica nazionale. Se si è deciso che il Pronto Soccorso di Scandiano deve chiudere, lo si spieghi ai cittadini in modo chiaro e preciso e ci si assuma le responsabilità del caso. Se, al contrario, si ritiene che il Pronto Soccorso debba tornare ciò che era prima della sua chiusura causa Covid -e noi è ciò che auspichiamo -, è necessario un forte cambio di passo. Nell’approccio e nei fatti. Leggere di emendamenti in Parlamento per modificare l’articolo 10 del Decreto Legge 34 del 2023, quello che istituisce la possibilità di avvalersi di professionisti ‘terzi’, assunti con contratto a gettone per ovviare alla ormai cronica carenza di personale all’interno dei Pronto Soccorso (Secondo un’indagine di ANAAO-Assomed, su 1884 contratti banditi a livello nazionale per la medicina d’emergenza/urgenza, il 60,7% risulta non assegnato o abbandonato), ci sembra troppo poco e troppo tardi».
«Portare a 24 mesi la durata del contratto dei ‘gettonisti’ nei PS - sostengono - ovvierebbe il rischio di effettiva chiusura, tra gli altri, del Pronto Soccorso di Scandiano, ma non risolverebbe il problema. Semplicemente lo si procastina: spostandolo12 mesi più in là. Questa, dal nostro punto di vista, rappresenterebbe una vera e propria sconfitta della politica. Quella che ha ben chiare le priorità dei cittadini. Quella che ha il coraggio di schierarsi al loro fianco, ribellandosi a un trend, apparentemente ineluttabile, che vede una sanità sempre più tesa verso il privato a discapito di un pubblico sempre più in crisi e privo di risorse. Quella che sa dove devono venire allocate le risorse, poche o tante che siano».
«E’ per tutto questo che Noi per Casalgrande e SiAmo Casalgrande – affermano - abbiamo presentato una mozione nell’ultimo Consiglio Comunale del 30 ottobre, approvato con 12 voti favorevoli (quelli dei nostri gruppi consiliari e del consigliere del Movimento 5 Stelle) e 5 astenuti (i 3 consiglieri del PD e i 2 della lista Voi per Casalgrande), che impegna Sindaco e Giunta a farsi portavoce delle istanze sopra citate in tutte le sedi istituzionali competente, non ultimi il Ministero della Salute, la Giunta Regionale che verrà eletta in questa tornata elettorale e che avrà l’onere di affrontare, tra gli altri, la questione della chiusura del Pronto Soccorso di Scandiano, ai parlamentari reggiani e alla direzione dell’Ausl di Reggio Emilia. Lo dobbiamo a tutti i cittadini casalgrandesi, e non solo».
E concludono: «Lo dobbiamo a quei 5000 concittadini che hanno firmato un documento, proposto da tutte le forze politiche, escluso il Partito Democratico – che derubrica, nella consueta ‘coazione a ripetere’ in cui tutto ciò che è fuori dal PD non è legittimabile, quell’iniziativa come una strumentalizzazione a fini elettorali – che chiedono a gran voce il mantenimento del Pronto Soccorso di Scandiano aperto H24. La salute delle persone non ha colore politico. Non è una questione né di destra, né di sinistra».
Dichiarazione di Giuseppe Daviddi, sindaco di Casalgrande
«La mia posizione sulla questione, fondamentale, della necessità di tenere aperto il Pronto Soccorso di Scandiano con anche l’automedica H24, è nota.
L'ho esplicitata più e più volte in questi anni. Sia nelle sedi istituzionali che nelle mie continue interazioni con la comunità che ho l'onore di rappresentare per la seconda volta consecutiva dopo il risultato elettorale del giugno scorso.
Ringrazio il gruppo consiliare di maggioranza che ha portato, nell'ultimo Consiglio Comunale una mozione che impegna la Giunta a farsi portatrice delle richieste della cittadinanza in tutte le sedi competenti, anche al massimo livello, affinché venga scongiurata la chiusura del Pronto Soccorso dell'ospedale 'Magati', ma, soprattutto, imponga una deciso cambio di passo nell'approccio al sistema della medicina di emergenza/urgenza nei nostri territori, sempre più sfilacciata e in crisi.
E’ fondamentale che l’attenzione sia massimale sulla tutela del diritto alla salute e alle cure primarie. Che siano garantite con qualità, professionalità e soprattutto continuità.
Il servizio sanitario deve rimanere in mano pubblica.
E’ per questo che il mio impegno, in primis, sarà quello di essere al fianco di medici e infermieri che operano nelle strutture sanitarie pubbliche affinché possa venire loro riconosciuto un contratto di lavoro con il Sistema Sanitario Nazionale che sia in linea con il loro lavoro e alle loro esigenze»