Manca poco all’approvazione della nuova manovra di bilancio che prevede tagli agli enti locali. L’Unione Nazionale Comuni, Comunità, Enti Montani (Uncem) lancia delle proposte per “rafforzare, migliorare e potenziare il disegno di legge in esame al Senato e pronto per le Commissioni della Camera dei Deputati”.
Marco Bussone, presidente di Uncem spiega che «bisogna riorganizzare le nostre macchine amministrative perché se ogni Comune continua ad essere nella solitudine ad affrontare i tagli, questi diventeranno ancor più pesanti; se invece riorganizziamo facendo lavorare insieme i Comuni, in Unioni o altre formule che già esistono, allora diventeranno una macchina amministrativa che avrà sì dei tagli ma sarà tanto efficace da essere in grado di poterli affrontare».
«Occorre anche dire – aggiunge Bussone - che non c’è differenza tra Comuni di montagna o meno, i tagli non seguono le geografie. Il problema è che quei tagli sui piccoli comuni sono ancora più d’impatto. Ecco perchè, ripeto, noi dobbiamo riorganizzarci per far fronte ai tagli in una maniera diversa: insieme, specializzando il nostro personale, facendo lavorare insieme ai propri comuni. C'è un lavoro doppio da parte di Uncem ed è una grande sfida».
Dunque la preoccupazione è tanta. L’allarme è stato lanciato anche dai 35 i sindaci reggiani che, ricordiamo, hanno firmato l’appello al Governo Meloni sottolineando che «il taglio stimato per i comuni reggiani sarà di 1,2 milioni nel 2025, 2,4 milioni nel 2026-2027-2028, 4,8 nel 2029, per un totale a livello nazionale di 130 milioni nel 2025. Cifra che arriva a 310 milioni negli anni successivi – hanno precisato i sindaci nella lettera -. Numeri imponenti, che vanno sommati ai 300 milioni di tagli già imposti nell’ultimo bilancio e agli altri fondi specifici destinati ai comuni che sono stati cancellati».