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Elda racconta: scusate, torniamo ai nonni

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Elda racconta: scusate, torniamo ai nonni

Vedete, questo è un argomento che attira la mia attenzione, dal momento che ormai da anni faccio parte di questa categoria e se Dio lo permetterà farò in tempo a vedere i pronipoti.

Come già vi ho detto io i miei nonni non li ho conosciuti e sono sempre vissuta con questo rimpianto.

Ora Pietro, questo mio amico di penna mi scrive:

“I nonni del dopoguerra, che lavoravano terreni agricoli, come mezzadri o piccoli proprietari, con i propri nipoti non avevano un dolce rapporto sentimentale e le coccole non sapevano cosa fossero.

Ciò non significa che non li amassero, ma per un insieme di situazioni, i nipoti sia maschi che femmine, già da molto piccoli, venivano considerati da loro, una forza gratuita da destinare ai lavori dei campi, della stalla e incaricati di portare al pascolo o all’abbeveratoio, le mucche, le capre o le pecore.

In quegli anni il nonno, magari solo sessantenne, veniva visto come un vecchio, ingobbito dalle tante fatiche fatte, per coltivare quel pezzo di terra ingrata, appoggiato a un bastone, perché claudicante, con le gambe rovinate dal troppo lavoro, dall’umidità e dall’artrite, un cappello sformato in testa e l’inseparabile pipa o il toscano fra le labbra.

E la nonna?

Anche lei vecchia, forse neanche sessantenne, coi capelli bianchi, con le ciocche che sfuggivano alla presa del fazzolettone legato stretto sulla nuca, sempre ricurva su quell’asse di legno appoggiata sul mastello dove aveva messo in bagno il bucato. La vedevi passare con forza quella spazzola di saggina, sulla stoffa delle lenzuola, un po’ grossa fatta in casa sul telaio.

Oppure la vedevi riposare un attimo su un sedile di sasso, mentre masticava o fiutava tabacco, in quel periodo c’era la diceria che aspirare il tabacco teneva lontano il raffreddore e le sue conseguenze, loro lo usavano come un disinfettante delle vie respiratorie, (certo che l’ignoranza era ancora tanta).

Arrivati agli anni sessanta i nonni non venivano più identificati in quel modo, ma erano il papà e la mamma dei tuoi genitori e già da allora il loro ruolo mutava, cominciavano a diventare persone dolci e comprensive tanto che i bambini preferivano ricorrere ai nonni piuttosto che ai genitori alle volte più severi.

Dai primi anni del duemila poi, oltre a essere considerati dolci e insostituibili, sono diventati un importante e fondamentale aiuto quotidiano per i nipoti e anche un efficiente aiuto logistico.

Portare e ritirare i nipoti a scuola, all’asilo, in palestra, alle attività sportive, oppure alle lezioni di musica o danza.

A tutti i nonni noi mandiamo il nostro personale ringraziamento per l’immenso bene che fanno ai loro nipoti”.

Ora prendo la parola io, Pietro è troppo educato non lo farebbe mai.

Ora sono io che mi rivolgo a tutti i nipoti (a parte quelli che sono in questa casa, loro ci sono sempre per me), ma a tanti altri che non conosco personalmente, ma solo per “sentito dire” non ricordatevi dei nonni solo a Natale o a Pasqua, loro ci sono tutti i giorni. Perciò ogni tanto suonate il campanello o alzate la cornetta del telefono questo è un modo di dire, lo sappiamo tutti che usate il telefonino, allora per caso vi siete scordati di inserire il numero dei nonni?

Bastano pochi minuti per farli felici e a tenere lontana da loro la tanto temuta “solitudine”.

Non aspettate che arrivi la festa dei morti per andare al cimitero con un mazzolino di fiori, come vedo fare in questi giorni, perché è tardi troppo tardi !!!...

Ora leggete la preghiera del nonno e riflettete un po’ vi farà molto bene:

PREGHIERA DELL’ANZIANO

Beati quelli che mi guardano con simpatia

Beati quelli che comprendono il mio camminare stanco

Beati quelli che parlano a voce alta per minimizzare la mia sordità

Beati quelli che stringono con calore le mie mani tremanti

Beati quelli che si interessano della mia lontana giovinezza

Beati quelli che non si stancano dei miei discorsi già tante volte ripetuti

Beati quelli che comprendono il mio bisogno di affetto

Beati quelli che mi regalano frammenti del loro tempo

Beati quelli che si ricordano della mia solitudine

Beati quelli che mi sono vicini nella sofferenza

Beati quelli che rallegrano gli ultimi giorni della mia vita

Beati quelli che mi saranno vicini nel passaggio

Quando entrerò nella vita eterna mi ricorderò di loro presso il Signore Gesù Cristo

(Elda Zannini)

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