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domani i festeggiamenti

Nonna Oriele ha spento 100 candeline

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Nonna Oriele è nata il 24 ottobre del 1924 e, ieri, ha spento ben 100 candeline. Un compleanno speciale che ha festeggiato “in casa” giusto per affermare di aver compiuto la bellezza di 100 anni. Presente per fare gli auguri il sindaco di Baiso, Fabio Spezzani che ha fatto visita alla longeva nonnina.

Nonna Oriele e il pronipote Luca

Originaria del ferrarese (Bondeno) nonna Oriele si è trasferita a Debbia con la figlia, nipoti e pronipoti.

«Fino all’anno scorso viveva da sola – spiega il nipote Roberto Cantergiani – al piano di sopra. Era completamente autosufficiente, cucinava e rassettava casa tutto in autonomia. A dicembre dello scorso anno ha avuto un problema di salute ed ora vive con noi perché ha bisogno di aiuto. Non è più tanto stabile fisicamente ma con la testa è lucidissima. Tant’è che una compagna di classe di mio figlio Luca, il suo pronipote, l’ha intervistata per la scuola ed ha fatto un discorso più che limpido. Anzi non faceva una grinza».

Nonna Oriele in mezzo al pronipote Luca e al sindaco Fabio Spezzani

«Siccome 100 sono un bel traguardo da festeggiare abbiamo pensato di fare un pranzo domani (25 ottobre) a San Cassiano dove sono state invitate una ventina di persone. Sua sorella Bruna che abita a Bondeno e ne ha 97 di anni, purtroppo, non ci sarà perché ha qualche problema di salute. Ci saranno però i figli, mia madre Ardea di 68 anni, mio zio Marco che sarebbe il fratello di mia madre che ormai ne ha un ottantina  poi nipoti, pronipoti e persone amiche della zona».

«Sono persone con una tempra diversa dalla nostra sono highlander. Sua madre è deceduta anch’essa quasi centenaria, sua sorella ne ha 97, lei 100 e sono tutte sorde.  Mi sta sorgendo il dubbio che non sentire possa essere un buon viatico per arrivarci…»

«Ieri è passato a farle gli auguri il sindaco, Fabio Spezzani, e ne è stata contentissima. Ora non vede l’ora di andare al ristornate perché è minuta ma le piace mangiare. Come dice sempre lei “quando eravamo piccoli mangiavamo una cocomera in quattro” ed hanno patito veramente la fame per cui quando può si gusta il cibo e mangia».