Elezioni regionali, Pd della montagna: “Anna Fornili (Casina) la candidata giusta”
Il partito democratico della montagna- afferma il coordinatore Paolo Ruffini - è impegnato nel dare il proprio contributo nella scelta dei candidati e candidate per le elezioni regionali e nella recente assemblea di zona di fine settembre, in modo unanime, ha convenuto sulla necessità di proporre una figura fortemente radicata e espressione del territorio individuando in Anna Fornili il giusto profilo”.
Ruffini continua: “Giovane, preparata, già con una buona esperienza maturata nel gruppo di opposizione a Casina e nel consiglio della Unione, presente nella segreteria provinciale del partito democratico, ben a conoscenza delle opportunità ma anche delle difficoltà del nostro Appennino”.
“Ci pare opportuno anche sottolineare – afferma - il buon risultato e la elezione nel consiglio provinciale di Claudia Martinelli, già assessore nel comune di Castelnovo, certo come indipendente, ma sostenuta con convinzione dagli amministratori del centro sinistra. Due persone giovani, professionalmente impegnate in ambiti molto diversi, Formili è architetto, Martinelli insegnante e vicepreside, disponibili però a impegnarsi per la nostra comunità”
“Un’ultima nota - conclude Ruffini - riguardo l'interesse puramente elettorale che la candidata della lega mostra per le vicende non facili della sanità della nostra montagna. La lega è stata al governo negli ultimi quindici anni ben più del partito democratico ed ha contribuito al definanziamento del SSN. Nei primi due anni dell’attuale governo Meloni nulla è stato fatto per invertire la tendenza così come nulla è stato fatto su gli altri impegni presi poi completamente disattesi (immigrazione, Europa, abolizione della Fornero, abolizioni delle accise sui carburanti, etc etc.). Niente lezioni quindi ,ma proposte su cui confrontarsi”.
Difficile capire come si possa dire che sia la candidata giusta.
La Fornili non si vede neanche a Casina dove è consigliera di minoranza. O meglio si vede solo quando sono presenti Bonaccini o Mammi.
Inoltre si dice anche che abbia votato contro alla costruzione della nuova scuola media di Casina.
Se la Fornili quindi non è si vede nel comune in cui è stata eletta,e vota contro ai progetti importanti che riguardano la “sua comunità”, come può essere rappresentante dell’Appennino?
E’ abbastanza scontato, e anche comprensibile, che in clima di campagna elettorale ogni componente o coalizione politica cerchi di “spendere le proprie carte”, ma allorché si parla di “sanità della nostra montagna”, cui ha fatto qui cenno il coordinatore del PD montano, mi permetterei di far presente che, da quanto mi risulta, l’organizzazione della sanità ruota strettamente intorno alle decisioni regionali, specie dopo le modifiche apportate dalla sinistra, nel 2001, al Titolo V della nostra Costituzione, segnatamente il suo art. 117, che ha collocato la “tutela della salute” nelle materie di legislazione concorrente, in ordine alle quali “spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato”.
Successivamente è intervenuto l’Accordo Stato-Regioni del dicembre 2010, a fornire le Linee di indirizzo per il percorso nascita, e ad introdurre per quanto ne so il parametro dei parti/anno riguardo ai Punti Nascita, parametro di cui abbiamo sentito ripetutamente parlare nel corso di questi anni, né io so se tale Accordo si configuri quale raccomandazione o abbia piuttosto una valenza di natura “imperativa”, e dunque vincolante, nonché motivatamente ”intoccabile”, particolare affatto secondario perché nella seconda ipotesi cadrebbe di fatto la possibilità di riapertura per i Punti Nascita definibili come “minori”, sul piano dei numeri, il che, se così realmente fosse, andrebbe detto con chiarezza onde non alimentare illusioni destinate a restare tali.
Se invece fosse possibile, e lo fosse stato, ricorrere ad argomentate forme di deroga, rispetto ai succitati parametri numerici, a fronte di determinate e specifiche condizioni (verosimilmente presenti nel caso del nostro territorio), verrebbe spontaneo chiedersi perché mai finora non sia stata percorsa questa strada da parte del Governo regionale, e una pari domanda verrebbe altresì da porsi qualora l’Accordo Stato-Regioni del 2010 fosse casomai ritenuto emendabile, o rimodulabile, dal momento che nel periodo maggio 2005 – aprile 2021 la Conferenza delle Regioni è stata guidata da personalità della sinistra, e in un tale arco di tempo c’era probabilmente modo di porre ed affrontare la tematica (allo scopo di “andare incontro” alle cosiddette aree periferiche).
Per concludere, vi sono aspetti del come è stata condotta la questione Punti Nascita che non so spiegarmi, ma è possibile che io non riesca ad inquadrare l’argomento nella giusta maniera, e forse il PD montano può avere la relativa e confacente risposta.
P.B. 08.10.2024