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macchina ferma per un guasto al motore

La disavventura di un’autista in galleria

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Riceviamo e pubblichiamo
Scrivo la presente per raccontare quanto accadutomi ieri nella Galleria del Seminario a Casina (RE).
Imboccata la galleria mi si accende la spia dell’acqua in ebollizione a 120°: mi era già accaduto in passato e sapevo che in un caso del genere bisogna fermarsi immediatamente sennò si fonde il motore e dove sei rimani, fermo per forza. Per fortuna, ma per davvero una fortuna grande, ero all’altezza della piazzola sul lato opposto di marcia: quattro frecce, nessuno in quel momento che arrivasse alle mie spalle, lascio passare tre o quattro macchine e mi metto sulla piazzola.
Riprendo fiato, il panico inizia a farsi sentire: in quanto volontaria della Croce Rossa so che la prima cosa in assoluto da fare in situazioni di emergenza è gestire la sicurezza. Dunque apro il cofano della macchina per verificare che non ci fossero fumi o principi di incendio, prendo il triangolo e lo posiziono al lato della carreggiata dove le macchine continuano a sfrecciare. Fatto ciò mi investe completamente il senso di panico e ansia, chiudo tutto e salgo in macchina, prendo il telefono e… Non c'è linea, non posso chiamare aiuto! Provo anche a contattare il 112, ma non parte la telefonata! Che fare?
Dopo una buona ventina di minuti a piangere e tremare (perché dal 2019 anno in cui subì un’aggressione per violenza di genere - cui siamo a processo adesso - mi è stato diagnosticato un disturbo da PTSD e DAP ma questo è un’altra storia) capisco che l’unica cosa da fare è uscire da quel tunnel a piedi. Mi faccio forza e vado sebbene in uno stato emotivo precario. IN NESSUN CASO avrei provato a fermare una macchina per chiedere aiuto perchè, ahimè, le macchine viaggiavano davvero ben oltre i limiti, distrarre chi alla guida per chiedere di fermarsi per aiutarmi avrebbe messo in pericolo un numero esponenziale di persone.
Dunque percorro a piedi quei 590 metri su un piccolo marciapiede intervallato da immondizia e cumuli di fango in uno dei quali sono sprofondata fino alla caviglia, inciampare e finire sulla carreggiata è un attimo. Riesco ad uscire, chiamo un caro amico che mi recupera e, rifacendo la galleria nel senso di marcia corretto, ci fermiamo nella piazzola e finalmente in quel momento si ferma una volante della polizia stradale. Spiego la situazione, il panico è ancora evidente sul mio volto, mi rassicurano dicendo che ho fatto la cosa giusta togliendo la macchina dalla strada, che dovevamo toglierci di li e chiamare un carro attrezzi. Ovviamente hanno controllato chi fossi, con patente e libretto della macchina.
Nel giro di poche ore la macchina è stata rimossa: una perdita nel radiatore, il motore era completamente senz’acqua. Procedere anche solo pochi metri in quella galleria sarebbe stato un disastro. Sono stata davvero fortunata e perciò sento il dovere di fare questa segnalazione. Non c’è ponte radio quindi non c’è linea in galleria, nemmeno per chiamare il 112. In quella piazzola ci sono due cassettine una delle quali dovrebbe contenere un estintore, ho provato ad aprirle per vedere se per caso c’era un telefono come una volta c’era sulle autostrade, niente, le cassettine non si aprono. Possibile che l’unica soluzione che una persona ha in una situazione del genere è mettersi a camminare nella galleria? E io ero a poco dall’entrata, figurarsi essere a metà che ti ci vuole più di 1 Km in ogni direzione per uscire.
E se invece che un guasto meccanico fosse stato un malore, come avrebbe potuto una persona chiamare un’ambulanza? E se fosse stata un’auto con bambini a bordo, avrebbero dovuto i minori mettersi a camminare in galleria o il genitore lasciarli da soli in macchina per uscire a chiedere aiuto? E un anziano con problemi di deambulazione o respirazione? Coi protocolli di intervento così rigidi che hanno Croce Rossa e Vigli del Fuoco nel gestire un’emergenza in galleria, mi sembra assurdo che invece la gestione della stessa venga lasciata così “all’acqua di rose”. Chiedo a voi di rigirare queste domande a chi di competenza.
Colgo l’occasione di ringraziare gli agenti della stradale che si sono fermati per aiutarmi mettendo a rischio la propria vita, la vera diligenza del “buon padre di famiglia” che tante volte in questi anni di lotta per difendere la mia condizione di donna picchiata più volte e torturata quotidianamente non ho visto da parte di molti rappresentanti delle Istituzioni. Ringrazio il mio carissimo amico Gianni che a sua volta ha rischiato per aiutarmi e ai veri amici va sempre detto a pieni polmoni che sono speciali come il sole.
E alla cittadinanza tutta vorrei dire, per favore, se vi capita di vedere qualcuno che cammina in una galleria invece che strombazzare col clacson (come a dire “cretino/a cosa stai facendo??) controllate i vostri telefoni, se non c’è linea siate voi ad allertare le forze dell’ordine una volta fuori. E invece del clacson magari usate gli abbaglianti per dire a chi arriva di rallentare: siate civili, siate umani che di cretini ce ne sono tanti, è di chi si preoccupa del prossimo che ce n’è sempre meno.
Mariangela Torreggiani