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al via domani a casina

Damiano Pignedoli: “Casina si trova sulla SS63 il punto d’incontro dal Cerreto al Po”

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Chi non ha mai pensato di scrivere un libro? Forse qualcuno non lo ha fatto ma la maggior parte delle persone una volta, o anche più, nella vita ci hanno pensato. Raccontare la propria storia, i propri interessi, le vicissitudini oppure una poesia, intensa, decisa o che ricorda un grande amore.

Incaricato dal comune di Casina, Damiano Pignedoli, mesi fa ha concepito un’idea che poi è maturata in maniera sempre più chiara fino a diventare il festival casina A pennino - Scritture Reggiane.

 

“L’idea è nata con tempi ristretti – spiega Pignedoli - in rapporto al lavoro da fare. Una delle ispirazioni è stata che Casina si trova sulla SS63 ed è circa a metà strada tra la bassa, la città e il medio-alto Appennino. Un punto d’incontro sull’asse della strada statale che attraversa la nostra provincia dal Cerreto fin quasi al Po. Poiché la scrittura è un’arte che “crea immense connessioni” ho voluto farne un veicolo di raccordo e intrecci fra le zone mettendo a confronto autori e autrici provenienti da diverse parti della provincia o che hanno dei legami speciali con il territorio reggiano. Ringrazio il Comune per la fiducia e l’investimento nei confronti della manifestazione. Tra gli altri ci tengo a ringraziare l’assessore Alessandro Torri Giorgi e altre figure interne all’amministrazione da Mafalda Di Matteo ad Antonella Cipressini a Paolo Belli sino alla bibliotecaria Monica Sassi.”

Tanti scrittori, tante realtà quale filo conduttore?

La scrittura, la pratica dello scrivere. Si tratta di un’arte ‘intersoggettiva’ che con la sua moltitudine di argomenti, questioni, forme ed espressioni tocca profondamente la nostra vita personale, quella degli altri, la vita sociale e civile di tutti.  Un’arte congeniale per incontrarsi e confrontarsi, conoscere e capire, creando connessioni fra territori, pensieri e persone differenti.

Damiano Pignedoli

Per territori intende quello reggiano?

Sì non solo. Anzi. Ci sono scrittori che non sono originari della nostra provincia ma sono venuti ad abitarci. Fra gli ospiti ci sarà, per esempio, Patrick Fogli che è bolognese ma vive a Pantano. Oppure Mauro Marcialis che è romano ma abita a Reggio. E poi diamo spazio a figure ed esperienze da fuori che hanno un legame con la provincia.

Avrete uno speciale dedicato a Giuliano Scabia.

Esatto. Quest’anno ricorrono 50 anni dal lavoro teatrale de ‘Il Gorilla Quadrumàno’ che fece nel 1974 e nel ’75 sui monti reggiani, dove portò i suoi studenti del DAMS di Bologna e la sua incredibile creatività che coinvolse persone del luogo. Persone che saranno parte integrante di questo evento.

Parlare di scrittura è un argomento molto vasto, non trova?

Sicuramente ma allo stesso tempo è anche un suo grande pregio. L’arte e la pratica dello scrivere ci danno la possibilità di raccontare territori, temi e vicende da molteplici punti di vista e attraverso metodologie diverse.

Il festival avrà un format molto articolato, quale?

Nei vari talk-show ed eventi ci occuperemo di libri, podcast, performance, canzoni, poesie dal punto di vista della scrittura. Gli autori e le autrici ne parleranno secondo temi specifici alle loro opere. Con loro si parlerà anche dell’avvento del mondo digitale e di come ha cambiato il  modo di scrivere, una trasformazione antropologica epocale che apre tanti interrogativi.

Cosa si aspetta da questo festival?

Per ora sono concentrato sulla miglior riuscita degli appuntamenti e spero di avere una bella partecipazione. È una novità, un ‘anno zero’, perciò m’interrogo su come verrà recepito dal pubblico.

Tre giorni, in tre luoghi diversi come mai?

Per mettere in risalto non solo il centro cittadino di Casina, ma anche i borghi del Comune. Quest’anno saranno Bergogno e Leguigno, nei prossimi anni altri.

E il nome del festival invece da dove nasce?

Ho fatto cadere una ‘p’ da Appennino per creare il riferimento al pennino che si usa per scrivere, facendolo precedere dal nome del Comune promotore del festival. Nella grafica, di Elisa Pellacani, la rondine col suo becco richiama e rappresenta la forma di un pennino che porta la prima lettera dell’alfabeto con cui scriviamo.

Infine, cosa sogna per questo festival?

Di farlo crescere in maniera più organica e diffusa. Poi, che durante l’anno nascano altre attività e appuntamenti disseminati in vari periodi e luoghi, fino ad arrivare al festival vero e proprio. Sogno di creare laboratori per la collettività ed esperienze aggregative tramite la scrittura, in cui vi sia collaborazione fra molteplici realtà e istituzioni dei comuni della provincia.

Damiano Pignedoli è autore, ghostwriter e consulente di storytelling. Ha lavorato a Milano per Ubulibri, storica casa editrice di cinema e teatro del grande critico Franco Quadri, diventando condirettore della redazione e occupandosi dei Premi Ubu, «gli Oscar del teatro italiano». È stato poi consulente per Cue Press, per la quale ha seguito e curato opere d’importanti autori e autrici della scena italiana ed estera. Dal 2012 dirige e cura la collana online “Il dramma del mese” per la testata di Roma “Dramma.it - la casa virtuale della drammaturgia contemporanea”, un riferimento per addetti ai lavori e appassionati. Scrive sempre intorno a linguaggi dell’immaginario e dello spettacolo pubblicando per riviste, libri e magazine online, oltre a creare pubblicità e a editare pubblicazioni. Vive a Reggio Emilia, accanto al magnifico cinema Rosebud e abbracciato dal Parco del Noce Nero.