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Il presidente dell’Unione risponde a Filippi

Ferrari: “Un nuovo patto per la salute in montagna va costruito nel tempo”

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“Ho letto con stupore le dichiarazioni dell’esponente di Forza Italia Fabio Filippi che critica il candidato di centrosinistra alle prossime elezioni regionali, Michele De Pascale, il quale ha incontrato nei giorni scorsi i sindaci della montagna”.

A rispondere alle critiche di Filippi è il presidente dell’Unione e sindaco di Castelnovo Monti Emanuele Ferrari.

“Credo sia stata cosa buona e giusta che un sindaco, come è De Pascale, abbia voluto incontrare i sindaci del nostro campo largo, all'inizio di un percorso che avrà bisogno di conoscenza e riconoscimento reciproco. Forse Filippi, data anche la sua esperienza pregressa di consigliere regionale, non dovrebbe fermarsi agli slogan, ma andare oltre: un nuovo patto per la salute in montagna è qualcosa che va costruito nel tempo e che i sindaci e le forze del centrosinistra conoscono bene avendo messo in campo negli anni diverse azioni e progetti, fin da quando il Sant'Anna diventò ospedale pubblico per arrivare al presente e ad aver ribadito, anche di recente, la sua irrinunciabilità a livello provinciale come uno dei tre ospedali fondamentali nel sistema sanitario reggiano. Sappiamo che i risultati concreti si devono costruire attraverso un percorso che passa dall'ascolto dei cittadini e dalla risoluzione di problemi tecnici molto delicati, ma su questo credo che quanto messo in campo da De Pascale fino a qui sia garanzia di un approccio pragmatico e insieme di visione”.

Aggiunge Ferrari: “Non possiamo che cogliere positivamente l’intento espresso dal candidato alla presidenza di un rilancio degli ospedali distrettuali e sugli investimenti in medicina del territorio e di prossimità. Siamo consapevoli che ci sono alcuni temi sui quali sarà necessario compiere approfondimenti con azioni concrete: la telemedicina ad esempio è certamente fondamentale per i territori periferici come l’Appennino, ma necessita di investimenti in formazione dei professionisti e dell’utenza, si pensi solo all’indispensabile anamnesi informatica propedeutica al suo utilizzo. Consulenze specialistiche in tempo reale per pazienti anziani e dislocati in aree lontane dal centro diventerebbero un aiuto fondamentale per medici del territorio e pazienti. Addirittura rivoluzionarie per certi versi, ma occorre dare il via da subito al necessario lavoro per giungere a mettere in pratica una metodica che a tutt’oggi rimane a livello di enunciati o poco più. Gli ospedali di distretto devono essere sostenuti anche attraverso politiche che incentivino professionisti esperti a prestarvi la loro opera. Occorre derogare al contratto collettivo nazionale prevedendo incentivi anche economici, significativi, per coloro che con il loro bagaglio professionale e di esperienza consolidata scelgano l'autonomia, ma anche il maggior impegno professionale che un piccolo ospedale comporta. Qui da noi c'è bisogno di professionisti esperti, ben remunerati ed anche di benefit ai quali i comuni potrebbero collaborare, ad esempio assegnando alloggi gratuiti. Un'ultima considerazione sui punti nascita: è stato anche affermato che saranno riaperti solo se sicuri. Siamo completamente d'accordo, ma concordiamo anche sul fatto che non debba essere considerato come unico elemento di giudizio sulla sicurezza il numero dei parti, che renderebbe impossibile per gli ospedali appenninici qualsiasi ulteriore discorso”.

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  1. Dal momento che il Sindaco – Presidente ha evocato nel suo intervento lo schema dei “tre ospedali fondamentali nel sistema sanitario reggiano”, col Sant’Anna parte di detta triade, viene abbastanza naturale e spontaneo ricordare che il modello dei tre poli ospedalieri provinciali (Guastalla – Reggio – Castelnovo Monti, andando da Nord a Sud ) risale ad una trentina d’anni fa, o suppergiù, col PAL dell’epoca (Piano Attuativo Provinciale), se la memoria non mi tradisce visto il tempo trascorso da quei lontani giorni (fu una “intuizione”, o scelta strategica, che teneva conto delle caratteristiche e peculiarità territoriali)

    Viene altresì spontaneo domandarsi perché mai la Sinistra, che sul piano politico ha retto per decenni i destini del nostro territorio (montano, provinciale e regionale), non abbia voluto attenersi, o non ne sia stata in grado, a tale progetto, che includeva allora i punti nascita, e se oggi si ritiene necessario “un nuovo patto per la salute in montagna” ciò non può che avvenire, a mio modesto vedere, ad opera del centro destra, ove uscisse premiato dalle ormai vicine elezioni regionali, e non già dagli attuali governanti locali (cui non è di certo mancato il tempo per provvedervi o muoversi quantomeno in tal senso).

    Circa poi il rivedere i criteri per la riapertura dei punti nascita, pare che il Sindaco – Presidente condivida la tesi di Fabio Filippi, ossia il considerare altri parametri oltre al numero dei parti, vedi la distanza dal primo centro attrezzato, e viene di riflesso da pensare che una tale iniziativa poteva essere già stata messa in atto dalla Sinistra, visto che suoi esponenti, da quanto ne so, hanno guidato la Conferenza delle Regioni e Province Autonome dal 2005 al 2021, Organismo interfaccia del Governo nella Conferenza Stato-Regioni, mentre ciò non sembra essere avvenuto (salvo mie sviste).

    P.B. 05.09.2024

    • Firma - P.B.