Il giornalismo reggiano ha perso un pezzo della sua storia. La scomparsa del giornalista Giorgio Campanini è arrivata come un fulmine a ciel sereno all’interno delle redazioni reggiane e non.
Nella tarda serata di martedì 6 agosto, nel reparto di medicina dell’ospedale Santa Maria Nuova, Campanini, si è spento all’età di 82 anni dopo essere stato ricovrato per una polmonite. Da qualche anno era gli era stata diagnosticata la leucemia ma non aveva mai smesso di lottare. Anzi raccontava la sua esperienza sui social per dare aggiornamenti e per dare un peso meno importante alla malattia stessa.
Diversi interventi al cuore che ha superato con la sua solita caparbietà e la sua voglia di vivere. Ne era uscito molto debilitato ma non aveva perso la voglia di raccontare e di fare le cose. Come l’esperienza fatta con il figlio Simone meno di un mesetto fa. Una bella festa organizzata a Montanara di Miscoso dove Enrico Ferretti, sindaco di Ventasso, gli ha conferito la cittadinanza onoraria del Crinale.
Fondatore di Radio Reggio e storico giornalista di Telereggio fin dagli anni Ottanta, è stato tra i promotori della trasmissione del mattino tuttora in onda “Buongiorno Reggio” e, prima della pensione (una quindicina di anni fa), curatore di settimanali di viaggio e di altre trasmissioni, come quella dedicata ai cani.
Giorgio Campanini lascia i figli Ilaria e Simone, il genero, la nuora e gli adorati nipoti.
Da oggi pomeriggio la camera ardente sarà aperta presso le onoranze funebri Reverberi in Via Terezin in città. Domani, giovedì 08 agosto, alle 17 è in programma una benedizione della salma prima della cremazione al cimitero di Coviolo.
Il ricordo di Tiziano Borghi
“Ho sempre seguito con passione le trasmissioni di Giorgio su Telereggio – le parole dell’ex sindaco di Carpineti Tiziano Borghi – in particolare “la Mongolfiera” con la quale ha illustrato ai reggiani le bellezze del territorio con una competenza precisa e unica.
In seguito ho avuto modo di incontrarlo come frequentatore di Carpineti e siamo diventati subito amici. Era un appassionato di storia locale e paesaggio ed era un piacere conversare con lui. Aveva un carattere straordinario, sempre sereno e disponibile. Sono tanti gli aneddoti che me lo ricordano. Gli era molto cara una foto che io postai sui social, scattata poco dopo la guerra nel castello di Bebbio, che ritraeva un gruppo di ragazzi in colonia estiva. Lui si riconobbe subito in quella foto.
Durante la sua lotta contro la malattia gli siamo stati tutti vicini e Giorgio ci ha sempre tenuto informati sulle terapie e sul decorso. Ha avuto un grande coraggio nell’affrontare tutto quanto. Sono veramente dispiaciuto, con lui se ne va una grande persona, un amico e un bravo giornalista vecchio stampo di quelli con la schiena dritta. Faccio ai suoi figli, ai nipoti e a tutti i suoi affetti le più sentite condoglianze”