Partigiana, politica, sindacalista, attivista per i diritti delle donne, testimone conosciuta da decine di migliaia di studenti: è deceduta ieri pomeriggio all’età 98 anni, nella sua casa di Castelnovo ne’ Monti.
Solo una settima fa l’addio all'amico di sempre Giglio Mazzi, il partigiano "Alì", che aveva soccorso dopo l'agguato fascista in cui venne ferito.
I funerali si terranno domani, martedì 23 luglio, alle 9 nella chiesa della Pieve a Castelnovo ne' Monti. Ad accompagnare la cerimonia ci sarà anche la Banda di Felina. Oggi la salma sarà esposta nell'abitazione di via Dante.
Giacomina ha dedicato gran parte della sua vita a raccontare e preservare la memoria storica, partecipando attivamente agli incontri di Istoreco, l’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea.
Di lei Lorena Carrara, Elisabetta Salvini e Matthias Durchfeld hanno scritto il libro 'Dalla resistenza alla diretta online'.
Il cordoglio dell'amministrazione e della comunità castelnovese
La comunità di Castelnovo Monti è stata colpita nel profondo dalla scomparsa della Partigiana Giacomina Castagnetti: era ormai castelnovese di adozione, pur essendo nata a Roncolo di Quattro Castella, visto che vi si era trasferita in Appennino negli anni ’50.
Afferma il sindaco Emanuele Ferrari: “Giacomina è stata ed è una Grande Anima. Sono persone che non ti abbandonano mai. Ci ha lasciato un sentiero scolpito in una vita da ogni suo passo, da ogni scelta: le pietre di questo cammino si chiamano antifascismo, libertà, giustizia, ospitalità e democrazia. Ci indica da sempre la strada da seguire, con la sua ferma mitezza, con la forza delle sue parole chiare e distinte, con la solidità del suo esempio. Ci mancherà non poterle ancora parlare, non poterla ascoltare. Ma il suo dialogo, la sua curiosità per il mondo che viene, la sua conversazione non si interrompe. Continua dentro ciascuno di noi, nel servizio di ogni cittadino autentico, nel senso di comunità che sapremo comunicare e trasmettere col lavoro di ogni giorno”.
Chi era Giacomina
Nasce a Roncolo di Quattro Castella l’11 novembre del 1925. Prende il nome dal padre Giacomo, morto pochi mesi prima della sua nascita, e cresce in una famiglia di mezzadri comunisti e antifascisti: uno dei fratelli verrà arrestato per la sua propaganda contro la guerra coloniale in Etiopia. A partire dal 1940, con l’entrata dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, Giacomina inizia a raccogliere contributi nella zona di Quattro Castella per il “Soccorso Rosso”, la rete di aiuto clandestina comunista che durante il regime fascista sosteneva gli antifascisti perseguitati. Dopo l’8 settembre 1943 e l’Armistizio, entra nella Resistenza, nei Gruppi di difesa della donna, organizzazione femminile creata dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), ed opererà a Castellazzo, nella campagna fra Reggio e San Martino in Rio fino alla Liberazione, operando come messaggera, staffetta e gestendo con la famiglia una casa di latitanza per partigiani.
Nel dopoguerra, diventa la prima consigliera comunale donna di San Martino in Rio, nelle file del Partito Comunista, è impegnata in prima fila nell’UDI (Unione Donne Italiane) per difendere i diritti femminili, partecipa a numerose battaglie sindacali e proteste per il lavoro. Nel 1950-51 è a fianco degli operai e delle operaie delle Officine Reggiane durante la celebre occupazione di quella che all’epoca era una delle più grandi fabbriche italiane, ed è lei a guidare il famoso trattore R60, ideato durante l’occupazione, in una delle immagini simbolo di quella vicenda.
All’inizio degli anni ’50, si trasferisce in Appennino su incarico della Camera del Lavoro, per la Cgil gira tutta la montagna e a Castelnovo conosce anche il futuro marito. Da allora non è più andata via.
Ci siamo conosciute parecchi anni fa quando ci trovavamo vicine alle tombe dei nostri morti.
Buon viaggio Giacomina, ciò che hai fatto di buono in questa vita, ti verrà ricompensato.
Elda Zannini