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Carpineti piange Giulio Ruggi, tra i fondatori della Croce Rossa

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Nato 90 anni fa della frazione di Bebbio dove ha sempre vissuto, Ruggi ha passato la propria infanzia in un periodo della storia d'Italia dove poteva capitare di diventare adulti molto presto. Quando aveva dieci anni, il padre Aldemiro, classe 1911, vedovo con cinque figli, venne richiamato sotto le armi e inviato in Africa e si ritrovò, come fratello maggiore di cinque orfani. Giulio si responsabilizzò subito per accudire i propri congiunti, assieme al nonno paterno.

Poco dopo la guerra, con la intraprendenza che l'ha sempre contraddistinto, acquistò un camion Chevrolet, reliquato dell'esercito americano, convertì la alimentazione e metano e iniziò l’attività di autotrasporti per conto terzi.

Nel 1960, assieme allo zio Arturo, oltre all’attività di autotrasporto intraprese l'attività pionieristica dell'estrazione dall’appennino carpinetano delle argille, impiegate dalle ceramiche di Sassuolo, allora in forte espansione e molto bisognose di materie prime.

L'attività inizialmente si presentò molto difficoltosa perché ancora le tecniche di abbattimento dei giacimenti di questa similroccia non erano conosciute, quindi si procedeva per tentativi, non escludendo l'impiego delle mine con polvere nera, che però si presentarono fin da subito poco efficaci.

La nuova attività ebbe comunque successo, tanto che negli anni di massima estrazione la loro impresa fu leader di occupazione e di produzione.

Successivamente Giulio, assieme ad alcuni suoi fratelli che l’hanno sempre affiancato nelle attività imprenditoriali e per i quali è sempre stato un punto di riferimento, si dedicò solo all'autotrasporto, lasciando il settore dell'escavazione delle argille allo zio Arturo.

Giulio nella sua vita fu soprattutto un generoso, ed è stato con questo spirito che nel 1989, con altri soci, diede i natali alla Croce Rossa di Carpineti, dove prestò assiduamente il proprio volontariato fino a quando la salute glielo permise.

È stato un maestro ortolano ma anche un provetto norcino, girando nella giusta stagione e per tanto tempo le case per la preparazione, la concia e la stagionatura delle carni suine.

Ma le maggiori qualità per cui Giulio sarà ricordato, sono le sue acutezze e finezze di pensiero, che hanno sempre contagiato tutti coloro che l’ascoltavano, dalle quali spesso traeva battute saggie e ironiche che suscitavano ilarità.

Lascia nel dolore la moglie Angela, i figli Annamaria e Luca, i tanti fratelli e sorelle, i numerosi nipoti e i parenti tutti.