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Importante riconoscimento per la ricerca della dottoressa Croci

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Il Congresso Europeo di Reumatologia (EULAR, European Congress of Rheumatology) svoltosi a Vienna dal 12 al 15 giugno ha premiato con un importante riconoscimento la ricercatrice Stefania Croci.

La dottoressa Croci, che lavora presso l’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia nella Struttura Autoimmunità Allergologia e Biotecnologie Innovative dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di cui è responsabile il dottor Alessandro Zerbini, ha effettuato un’importante ricerca relativa alla terapia per la cura dell’arterite a cellule giganti l’infiammazione che danneggia le arterie causandone il restringimento fino all'ostruzione o allargamento con formazione di aneurismi infiammatori.

Selezionato dal comitato scientifico della Fondazione per la Ricerca in Reumatologia (FOREUM, Foundation for Research in Rheumatology) l’abstract ha ricevuto il premio “FOREUM Abstract Award 2024” come il migliore per la categoria ricerca di base e traslazionale dal professor Daniel Aletaha, presidente di EULAR, nel corso della sessione plenaria di apertura del congresso.

Il congresso EULAR è l’appuntamento di riferimento europeo per l’attività clinica e di ricerca in reumatologia. L’edizione di quest’anno ha visto partecipare oltre 13.000 tra clinici e ricercatori da tutte le parti del mondo. Degli oltre 5.200 abstract candidati, soltanto 334 sono stati selezionati per la presentazione orale e, nell’ambito della ricerca traslazionale, il lavoro curato dalla dr.ssa Croci è stato considerato il migliore presentato al congresso.

Lo studio premiato è stato ideato dalla dottoressa stessa e sviluppato dall’Unità di Autoimmunità Allergologia e Biotecnologie Innovative in stretta collaborazione con le strutture di reumatologia, anatomia patologica, immunologia oculare, otorinolaringoiatria, chirurgia vascolare e ricerca traslazionale dell’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia.

La ricerca fa parte di un progetto di respiro internazionale, del quale l’azienda sanitaria di Reggio Emilia è investigatore principale, che coinvolge 5 unità cliniche, 4 laboratori e 3 associazioni di pazienti.

Da diversi anni la reumatologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova, diretta dal professor Carlo Salvarani, è centro di riferimento nazionale e internazionale per l’arterite a cellule giganti, con importanti collaborazioni tra cui la Mayo Clinic (Minnesota - USA).

L’ARTRITE A CELLULE GIGANTI E LE TERAPIE

L’artrite a cellule giganti è una malattia infiammatoria dei grandi vasi, tra cui l’aorta, e colpisce prevalentemente soggetti di età superiore ai 50 anni. Se non adeguatamente trattata, l’arterite determina cecità e, nel lungo termine, aneurismi infiammatori dell’aorta toracica, con incremento del rischio di morte.

La terapia prevede l’utilizzo di cortisone che, tuttavia, se assunto per un tempo prolungato produce effetti collaterali significativi quali fratture osteoporotiche, infezioni, diabete scompensato, ipertensione, cataratta.

La sfida consiste nel definire fin dalla diagnosi quali pazienti andranno incontro a recidive che richiedono la prolungata assunzione della terapia, con maggior rischio di effetti collaterali. Proprio questi pazienti possono ricevere beneficio da una terapia somministrata sin dall’inizio in associazione con farmaci biologici, come il tocilizumab, in grado di risparmiare il cortisone.

Lo studio ha permesso di individuare alcune molecole della parete dell’arteria temporale correlate all’infiammazione, valutate in sede di diagnosi, che potrebbero aiutare a definire la risposta individuale alla terapia steroidea e personalizzare la cura in termini di rallentamento e blocco del processo infiammatorio.

 

STEFANIA CROCI

Responsabile del settore di ricerca della struttura di appartenenza, la Croci, è una biologa con spiccato interesse per l’immunologia e la patologia clinica ed ha una solida esperienza in biologia molecolare e cellulare. Da 12 anni si dedica alla ricerca dei meccanismi che sono alla base della disregolazione dell’infiammazione nelle malattie croniche autoimmuni, essenziale per comprenderne lo sviluppo e identificare nuove terapie. L’attività della ricercatrice fa parte della Rete delle Malattie Immunomediate. Istituita nel 2018 all’Arcispedale Santa Maria Nuova, la rete integra strutture che si occupano della diagnosi e della terapia di patologie per le quali il sistema immunitario e l’infiammazione rivestono un ruolo chiave.