Home Cronaca “Il silenzio dei nostri cimiteri dice più cose di tante belle parole”

“Il silenzio dei nostri cimiteri dice più cose di tante belle parole”

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Riceviamo e pubblichiamo

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“La civiltà dei popoli si riconosce dal culto dei morti” . Quasi d’obbligo è la citazione di Foscolo, soprattutto da qualche mese a questa parte, a Casina in particolare.

Febbraio 2024: vengo contattata su cellulare dall’Ufficio Segreteria del Comune di Casina per comunicarmi che nel cimitero di Leguigno verranno effettuate diverse esumazioni, ivi compresa quella di mio padre “deceduto da oltre 10 anni, come stabilito dalla Legge”. Mio padre è deceduto nel novembre 2009.
Chiedo di poter essere ricevuta presso gli uffici comunali per poterne parlare in modo più intimo e non sul cellulare, chiedo di dare ufficialità a questa telefonata e di estenderla anche alle mie sorelle, e soprattutto chiedo di capire la necessità così impellente di dover togliere tante tombe e creare una “piazza” libera così estesa a Leguigno. A mia memoria non ricordo di esumazioni così numerose e soprattutto effettuate prima di almeno vent’anni dalla tumulazione.

Dopo alcuni giorni ricevo mail contenente alcune delle informazioni di cui sopra con oggetto: “Esumazioni ordinarie – domanda collocazione resti in celletta/ossario”, info sulla ditta aggiudicataria del servizio di esumazione, costi e soprattutto l’informazione più importante per le casse comunali e cioè gli importi di spesa a carico della famiglia (220€) da versare sul conto corrente della Tesoreria del Comune.

Mi confronto con altri compaesani coinvolti poi mi reco presso gli uffici comunali per avere ragguagli, prendo atto della delicatezza e della disponibilità dell’impiegata dell’Ufficio Segreteria (Rita Cristofori che ringrazio ancora) nel cercare di rispondere ai miei dubbi.

L’impiegata tuttavia non è il politico che ha firmato l’ordinanza.
A me non basta: ho avuto bisogno di capire e di imparare che forse il mio papà lo avrei dovuto esumare, riesumare e forse estumulare e scusatemi bene, avrei preteso di poter essere informata in modo più ufficiale, serio ed esaustivo sulle differenze che vi sono, ma soprattutto del perché così in fretta e quali sarebbero state le mosse successive all’eventualità (non così improbabile perché comunque si è attualizzata non nel mio caso ma con altri dei 16 di cui sopra) che la salma non fosse stata riducibile, alias non consumato! Chiedevo troppo?
Ho quindi  ribussato agli uffici comunali, ho incontrato il sindaco, ho discusso de visu con lui.
Sono uscita senza risposte esaustive alle mie domande, sono uscita con una buona dose di amarezza, ma soprattutto con una grande certezza: i problemi che questa amministrazione ha dovuto, deve e dovrà affrontare sono tanti, ma sicuramente una politica cimiteriale seria, inclusiva e che guarda un pochino in prospettiva non esiste e soprattutto non interessa!

Ho capito che le esumazioni di massa effettuate anche a Pianzo, Paullo e Cortogno sono state fatte non guardando ai reali bisogni di spazio, ma perché “già che c’erano tanto valeva sgombrare un bello spazio”. (non virgoletto a caso e mi fermo qua perché provo imbarazzo e vergogna anche solo a scriverlo).

Nel mese di maggio sui social appaiono diversi post che imprecano contro l’amministrazione per la cattiva manutenzione di strade, cunette e soprattutto per l’erba incolta nei cimiteri. Confesso che nonostante il mio recente vissuto ho comunque cercato di capire che probabilmente vi erano tante altre priorità e anche le condizioni meteo ostacolavano la manutenzione ordinaria anche dei cimiteri.

Quando però nel cartellone delle manifestazioni culturali organizzate dal Comune leggo delle “Antologie nei cimiteri”, allora francamente ho pensato che forse si stava andando un po’ oltre.

Non avrei voluto fare questo lungo racconto, ma per come sono andate le cose desidero esprimere in modo più articolato la mia opinione e quindi raccontare il precedente può aiutare a capire e contestualizzare meglio dove abita la mia (ma non solo mia) amarezza e il mio più profondo dissenso.

Quando si è conclusa la prima delle due antologie, a Cortogno, e si sono alzate diverse critiche, pensavo e speravo non che la seconda antologia venisse in qualche modo sospesa (per carità!), ma che almeno ci sarebbe stata la buona educazione e un tatto più da signori nel coinvolgere la comunità, e nell’ascoltare le diverse sensibilità ed opinioni.

L’unica risposta che è stata data alle “polemiche” è stata invece un grido di accusa e di presunta offesa lanciato all’interno del cimitero contro chi ha “osato” esternare le sue perplessità circa l’iniziativa.

Queste parole pronunciate con rabbia da uno degli attori potevano almeno essere sentenziate dall’assessore Torri Giorgi, che presenziava, e che con tanta caparbietà ha voluto e portato avanti questa iniziativa.

Non è stato capito che nessuno ha mai messo in dubbio la performance e men che meno il livello artistico dei musicisti, cantanti, attori e il contenuto della antologia.

Solo un suggerimento: se come amministrazione in futuro ritenete di ripetere questa iniziativa anche negli altri cimiteri perché ne cogliete una così alta necessità nella popolazione di Casina, chiedo se almeno potete pensare alla ricerca di altri spazi, anche perché i cimiteri del nostro Comune non sono cimiteri monumentali o luoghi abbandonati e dimenticati e le persone possono essere giustamente celebrate anche nei mille posti splendidi che ci regala il nostro territorio.
Il nostro grande Alberto Rossi, autentico operatore di pace, non sono così convinta abbia apprezzato un’iniziativa che ha saputo dividere e non unire e, ripeto, le parole con cui è stato ricordato sono di assoluto e autentico valore, nessuno ce l’ha con lo spettacolo, con attori, produttori e musicisti. Con gli Amministratori, un po’ sì, però.

Come ho già detto e scritto, in una società dove le emozioni e i luoghi esistono solo se sono pubblicati sui social o spettacolarizzati, a mio avviso è necessario invece lasciare spazi e tempi dove possiamo rimanere in silenzio con noi stessi e i nostri ricordi e ascoltare quello che abbiamo dentro. Potremmo scoprire che il silenzio dei nostri cimiteri dice più cose di tante belle parole.

Gemma Spadacini