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Alluvione, commenti e riflessioni dei cittadini

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Acqua, tanta, troppa. Mentre torna il sereno nella nostra montagna è ora di raccogliere un paio di testimonianze in merito all'alluvione che ha colpito l'Appennino nei due giorni passati.

A Castelnovo la Protezione Civile e la Croce Verde, come ha ribadito il sindaco Emanuele Ferrari, hanno garantito la sicurezza dei cittadini, ma quanto ci vorrà per sistemare strade e torrenti?

Più volte è stata denunciata l'incuria con cui vengono lasciati i nostri fiumi. Non si può più parlare di emergenza meteo; ormai dovremmo essere preparati a eventi estremi di questo tipo poiché capitano sempre più spesso.

Nella frazione di Gatta, come le immagini di Redacon hanno testimoniato, è esondato lo Spirola. "Rispetto all'alluvione dell'anno scorso- racconta Luca Bianchi -  la piena non ha allagato l'intera borgata ma il fiume è esondato solo nelle zone limitrofe alla strada. Il pronto intervento degli abitanti ha aiutato a far sì che l'allarme rientrasse il prima possibile. E' stato abbattuto  il primo ponticello del torrente che collegava due campi coltivati. Il problema è che, essendo quest'ultimo un ponticello basso, con la piena che arrivava da Felina, c'erano tanti arbusti che bloccavano l'acqua e si ammucchiavano. Ora l'acqua può fluire senza alcun tipo di barriera... Quello che ci deve far riflettere è che questa era una precipitazione ampiamente prevista, ma è successo esattamente la stessa cosa dell'anno scorso. Non so cosa si debba fare in questi casi, ma bisognerebbe davvero riuscire a prevenire certe situazioni d'emergenza".

In tutta la Statale 63 ci sono state situazioni di disagio. "L'acqua ha invaso tutta la strada in più punti - raccontano tre docenti dell'Istituto Mandela che stanno facendo i pendolari per gli esami di maturità - martedi mattina in zona Vezzano c'erano numerosi poliziotti vicino al Crostolo per monitorare la situazione. Guidare in queste condizioni è molto difficile perché si può perdere il controllo della macchina. Facciamo quasi tutte le settimane questa strada ma non avevamo mai visto il fiume così ingrossato e in così poco tempo".

"A memoria - dice la signora R.M. di 93 anni - io non ricordo episodi di questo tipo. Ma, sapete, erano altri tempi. I fiumi venivano curati. Avevamo a cuore il territorio; di norma non trovavi tronchi o arbusti abbandonati in mezzo agli argini come capita oggi".

Anche ai più giovani l'acqua caduta in così poco tempo ha fatto paura. "Per fortuna  qui non ci sono grossi torrenti che possono fare danni - affermano alcune studentesse che frequentano l'oratorio Don Bosco - certo le frane ci fanno paura. Eravamo fuori casa e in un secondo è iniziato a diluviare. Le previsioni meteo avevano detto che sarebbe piovuto ma non così tanto forte... "

Andrea Casali, videomaker molto conosciuto sui social, ha ripreso l'esondazione da più scorci. I suoi video sono già virali. "Mi è sembrato di vivere in un altro pianeta. Mi sono sentito spaesato! Non mi aspettato di poter vedere una cosa del genere qui da noi... Personalmente mentre riprendevo avevo molta adrenalina in corpo: sono andato dal fiume Secchia fino alle fonti di Poiano. Risalendo mi sono fermato a Ginepreto e, intorno alle 17 di lunedì, i vigili hanno chiuso la strada proprio dove ero io. Poi per andare a Rosano dove abito ho visto uno smottamento. Ho chiamato i carabinieri e dopo poco hanno liberato la strada. Anche difronte a casa mia c'è stato una piccola esondazione. Ho ripreso tutto! Anche questa mattina mi sono svegliato con uno scenario apocalittico. Non è una cosa da tutti i giorni".

I cittadini sono ancora increduli: "Se questo è il futuro che ci attende - dice F.T., commerciante in pensione - con episodi climatici più simili ad un clima tropicale che a quello mediterraneo, dovrebbero essere accantonati dei fondi per mettere in sicurezza le nostre strade, prima di dover rimediare ai danni una volta accaduti spendendo il doppio o il triplo".

1 COMMENT

  1. Incuria? Vorrei ricordare che i torrenti, i fiumi…esistono da prima che esistesse l’essere umano, così come i cambiamenti climatici. Incuria (ma forse meglio ignoranza, ignavia, superbia…) è avere costruito strutture umane (strade, ponti, abitazioni, industrie, reti ecc.) senza tenerne conto, senza memoria dello spazio che ogni tanto torrenti e fiumi si riprendono. Imbecillità è invece perseverare nel creargli intralci di ogni genere, nell’accettare che in questo paese si vada avanti a condoni, nel non considerare che il primo investimento pubblico in questo paese dovrebbe essere la manutenzione e la prevenzione del territorio, certamente non le grandi opere (inutili se non spesso dannose). Siamo una specie anomala, con punte di vera incoscienza.

    • Firma - Mauro Chiesi