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Casina, spettacoli teatrali nei cimiteri: è polemica

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Barbara Incerti

L'idea di organizzare uno spettacolo teatrale all’interno del cimitero non piace agli esponenti del circolo PD di Casina.

Ci riferiamo all' iniziativa ideata dall'assessorato alla cultura del Comune di Casina che prevede uno spettacolo prodotto in due capitoli: il primo dedicato al cimitero di Cortogno, in scena sabato 22 giugno alle 18, ed il secondo dedicato al Cimitero di Leguigno, previsto per sabato 29 giugno 2024.

"Un'idea nata - spiegava nei giorni scorsi l'assessore alla cultura, Alessandro Torri Giorgi -  per narrare la vita delle persone che sono vissute in paese e che sono sepolte lì. Mantenere dunque viva la loro memoria”.

“Esprimiamo perplessità in merito all'iniziativa - scrive la segretaria Barbara Incerti - proposta dall'amministrazione riguardo le performance teatrali nei cimiteri di Leguigno e Cortogno, proposta che ha sollevato non poche polemiche tra i cittadini. Negli ultimi anni abbiamo assistito a continue lamentele da parte dei cittadini sullo stato manutentivo dei cimiteri, lamentele recentemente degenerate in pesanti critiche riguardo alle esumazioni di massa avvenute nel cimitero di Leguigno, Cortogno, Paullo e Pianzo, dove sono state segnalate scarse attenzioni durante queste delicate operazioni. Se il modo di conferire dignità a questi luoghi è quello di inventarsi spettacoli teatrali, è doveroso dissociarsi”.

E aggiunge: “Argomenti come questo meritano l'attenzione del consiglio comunale o di commissioni dedicate, non possono essere gestiti nel segreto della Giunta, poiché si rischia di scendere a conclusioni grottesche o semplicistiche, che vanno ad irritare ulteriormente i cittadini. Il rispetto del territorio, nel suo complesso, parte inizialmente dalla cura: cura del luogo, cura delle persone che lo abitano, che lo visitano e che lo amministrano. Pur lasciando ai singoli il compito di definire cosa sia o non sia opportuno in temi come questo, è però doveroso rimarcare l'inadeguatezza del metodo con cui le decisioni vengono prese, nella consapevolezza che ci sono diversi modi, forse più consoni di questo, per rendere omaggio ai nostri defunti".

1 COMMENT

  1. Io sono stato educato fin da bambino all’usanza di far periodicamente visita ai defunti, e ho mantenuto tale abitudine negli anni a seguire fino all’oggi, e penso anch’io che il Cimitero, laddove riposano i nostri congiunti, o persone che abbiamo conosciuto in vita, sia un luogo di grande raccoglimento, dove “possiamo rimanere in silenzio con noi stessi e i nostri ricordi e ascoltare quello che abbiamo dentro”, come si legge nell’altro recente articolo in argomento, dal titolo “I nostri cimiteri sono luoghi della memoria viva”.

    Nello scorrere del tempo ho tuttavia visto diradarsi la frequentazione dei Campisanti, e rimanere altresì senza cura tombe che prima erano sempre mantenute ordinate e “gestite”, il che mi ha fatto pensare che i famigliari che le seguivano siano venuti a mancare, senza lasciare eredi che potessero continuarne l’opera, oppure gli eredi c’erano e ci sono ma hanno via via perso quella consuetudine, o non intendono proseguirla, e mi sono pertanto chiesto che fine faranno i rispettivi resti dopo l’eventuale riesumazione.

    Va infatti ricordata l’esumazione perché, da qualche tempo a questa parte, e diversamente dal passato, quando l’attribuzione di tombe o loculi era di tipo “perenne”, la loro disponibilità è divenuta in molti casi a tempo determinato, e alla sua scadenza va dunque rinnovata, qualora la si volesse mantenere e prorogare, il che non succede se non vi è chi si incarica di chiedere il rinnovo, corrispondendo la relativa imposta, talché quelle tombe o quei loculi cesseranno di esistere (e non so quale sorte sia riservata alle spoglie).

    Si aggiunga che pare farsi sempre più strada il ricorso alla “cremazione”, non solo laddove si pongono problemi di spazio, nelle aree cimiteriali, il che fa venir meno la necessità di disporre di tomba o loculo, nel senso che chi si ritiene tradizionalista deve prendere giocoforza atto che nel “culto dei morti” qualcosa è mutato, e forse è destinato a cambiare ulteriormente, ma ciò non toglie che, a mio sommesso avviso, sia quantomeno prematura l’idea di organizzare uno spettacolo teatrale all’interno di un Camposanto.

    P.B. 21.06.2024

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