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I caduti della “Vedova” a Reggio Emilia

Le Guardie alla Frontiera durante la Seconda Guerra Mondiale

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1. Piastrino appartenuto ad un IMI dell'appennino modenese. Il militare lo ha personalizzato con il fregio da bustina del reparto di appartenenza: XXVI Settore G.A.F. (Guardia alla Frontiera). Lo Stalag IV B si trova a Zeithain, in Sassonia. Crediti: Associazione Studi Militari Emilia Romagna APS. In copertina: fregi da cappello delle Guardie alla Frontiera. Fonte: Wikimedia.

Denominata "Vidoa" (dal piemontese, "vedova"), poiché dotata di un cappello identico quello degli Alpini, ma privo della caratteristica penna nera, la Guardia alla Frontiera, (G.A.F.) fu un corpo militare del Regio Esercito con il compito di difendere le frontiere dell'Italia.

Costituita il 4 dicembre 1934, comprendeva reparti del genio, di artiglieria e di fanteria. Il 10 giugno 1940, all’entrata del Regno in guerra, Al 10 giugno 1940 la G.A.F. era composta da 32 settori di copertura, ovvero la modalità con cui erano suddivisi gli sbarramenti appartenenti al Vallo Alpino del Littorio, e 22 battaglioni, con 50.000 uomini sotto le armi.

Nell’era repubblicana, il corpo venne soppresso e sostituito a tutti gli effetti dagli Alpini d’arresto e dalla Fanteria d’arresto, soppressi a loro volta sul finire degli anni Ottanta dopo la caduta del Muro di Berlino e il termine della Guerra Fredda.

In ricordo dei militari della Guardia alla Frontiera reggiani, caduti durante il secondo conflitto mondiale, incrociando gli archivi di ISTORECO e di LessicobiograficoIMI:

  • Antichi Marco Melfo, figlio di Lazzaro e Salrivi (?) Silvia, nato il 19 aprile 1923 a Arcola, in provincia di La Spezia, residente al momento dell’arruolamento a Villa Minozzo, caporale del V settore di copertura “Media Roja”, tra Pigna e Molini di Triora in Liguria, morto in territorio metropolitano il 15 febbraio 1945
  • Bacchi Otello, figlio di Dante e Righi Natalina, nato il 21 marzo 1919 a Brescello, soldato del 6° Reggimento Artiglieria G.A.F., catturato a Merano dai tedeschi il 9 settembre 1943 e morto in prigionia per malattia come Internato Militare Italiano (IMI) a Groß Fullen in Germania, il 15 novembre 1944, sepolto nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Amburgo (posizione tombale: riquadro 3 – fila F – tomba 24)
  • Bazzani Pietro figlio di Angelo e [nome illeggibile, forse Anita], nato il 13 febbraio 1915 a Reggio Emilia, soldato del 7° Reggimento Artiglieria G.A.F., catturato dai tedeschi in seguito all’Armistizio, venne rimpatriato per malattia il 20 maggio 1944. Morì a Reggio Emilia, probabilmente per la stessa malattia, il 19 giugno 1944.
  • Bellesia Remo, figlio di Fortunato e Righi Adelaide, nato il 13 febbraio 1923 a Rolo, soldato del XIX Battaglione G.A.F., caduto il 16 marzo 1943
  • Bertolini Guido Fausto, figlio di Vilfredo e Vignali Ernesta, nato il 19 dicembre 1921 a Quattro Castella, caporale del XXI settore di copertura, catturato dai tedeschi e morto in Polonia a Debnica come Internato Militare Italiano (IMI) il 17 giugno 1945, sepolto nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Varsavia, in Polonia
  • Bonacini Renzo, figlio di Secondo e Prandi Ida, nato il 7 giugno 1921 a Reggio Emilia, soldato del XI settore di copertura “Laghi”, tra il Monte Rosa e Pizzo Martello, catturato dai tedeschi e morto in prigionia di malattia come Internato Militare Italiano (IMI) il 28 febbraio 1944 all’ospedale per i prigionieri di guerra n. 128 a Berlino, sepolto nel Cimitero Militare Italiano d'Onore di Berlino (posizione tombale: riquadro 4 – fila 4 – numero 8 – tomba 1115)
  • Catelani Achille Aldo, figlio di Ferdinando e Ruozzi Maria, nato il 24 aprile 1909 a Quattro Castella, soldato del CXIII Battaglione G.A.F., morto sul fronte albanese il 15 febbraio 1941
  • Francia Secondo, figlio di Carlo, nato il 15 luglio 1909 a San Polo d’Enza, soldato di un settore non specificato, morto in prigionia per malattia come Internato Militare Italiano (IMI) a Kaltenkirchen, nello Schleswig-Holstein in Germania, il 21 marzo 1944, sepolto nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Amburgo (posizione tombale: riquadro 4 – fila M – tomba 2)
  • Ghidozzi Ugo, figlio di Giovanni, nato il 1° aprile 1920 a Gualtieri, soldato del 7° Reggimento Artiglieria G.A.F., morto in territorio metropolitano il 14 agosto 1943
  • Gilioli Marino, figlio di Emili e Romei Francesca, nato a Castelnovo ne’ Monti il 10 settembre 1921, soldato del 9° Reggimento Artiglieria G.A.F., sbandatosi dopo l’Armistizio, morto nel suo Comune di nascita il 10 giugno 1944
  • Mammi Giuseppe, figlio di Luigi e Brioni Rosa, nato il 26 dicembre 1920 ad Albinea, soldato del 7° Reggimento Artiglieria G.A.F., morto il 29 marzo 1944 in Normandia (Francia) in seguito ad un incidente stradale
  • Montanari Ezio, figlio di Giovanni e Zuroni Evelina, nato il 5 febbraio 1921 a Scandiano, caporale 9° Reggimento Artiglieria G.A.F., disperso nei pressi di Rodi (Grecia) il 2 gennaio 1944
  • Ovi Remo Lino, figlio di Isidoro e Casali Attilia, nato il 2 febbraio 1922, soldato del I settore di copertura “Bassa Roja”, tra Ventimiglia e Testa d’Alpe, catturato dai tedeschi e morto in prigionia per malattia come Internato Militare Italiano (IMI) il 28 luglio 1944
  • Piovuti Albertino, figlio di genitori ignoti, nato il 9 marzo 1920 a Villa Minozzo, soldato del I settore di copertura “Bassa Roja”, tra Ventimiglia e Testa d’Alpe, catturato dai tedeschi e morto in prigionia per un bombardamento come Internato Militare Italiano (IMI) a Osnabrück, in bassa Sassonia (Germania) il 28 luglio 1944, sepolto nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Amburgo (posizione tombale: riquadro 4 – fila K – tomba 1)
  • Prandi Renato, figlio di Giuseppe e Davoli Zelinda, nato il 15 febbraio 1911 a Reggio Emilia, soldato del I settore di copertura “Bassa Roja”, tra Ventimiglia e Testa d’Alpe, catturato dai tedeschi sul San Bernardo il 18 settembre 1943, morto in prigionia per un bombardamento come Internato Militare Italiano (IMI) a Döberitz, nel Brandeburgo in Germania, l’8 maggio 1944, sepolto nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Berlino (posizione tombale: riquadro 3 – fila 9 – numero 21 – tomba 821)
  • Romei Mario Pasquino, figlio di Giacomo e Romei Gemma, nato il 18 novembre 1924 a Castelnovo ne’ Monti, soldato di un settore non specificato, catturato dai tedeschi e morto in prigionia per malattia come Internato Militare Italiano (IMI) a Döberitz, nel Brandeburgo in Germania, il 22 ottobre 1944
  • Rosselli (o Roselli) Candido, figlio di Adolfo e Salari Erminia, nato il 22 novembre 1922 a Busana, soldato del I settore di copertura “Bassa Roja”, tra Ventimiglia e Testa d’Alpe, catturato dai tedeschi e morto in prigionia come Internato Militare Italiano (IMI) a Osnabrück, in bassa Sassonia (Germania) il 16 febbraio 1945, sepolto nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Amburgo
  • Strucchi Pietro, figlio di fu Augusto e Ferrari [nome illeggibile], nato il 5 maggio 1913 a Correggio, soldato del XXV settore di copertura “Timavo”, tra il San Pietro del Carso e Fontana del Conte, attualmente in Slovenia, morto sul fronte croato, nell’ospedale n.116, in seguito a ferite da combattimento il 3 febbraio 1943
  • Tamagnini Pace, figlio di Donaldo e Pelgreffi Anna, nato il 16 ottobre 1915 a Bagnolo in Piano, soldato del 2° Reggimento Artiglieria G.A.F., catturato dai tedeschi sul fronte albanese l’8 settembre 1943 e morto in prigionia per malattia a Minsk, in Polonia, come Internato Militare Italiano (IMI) il 2 aprile 1944
  • Tronconi Alfeo (MBVM), figlio di Giuseppe e Ferrarini Ada, nato l’11 agosto 1921 a Collagna, soldato del XXVI Battaglione G.A.F., morto nei pressi di Trava (Croazia) per ferite in combattimento il 13 febbraio 1943
  • Vincetti Tullio, figlio di Giovanni, nato il 21 maggio 1914 a Rio Saliceto, caporale del 9° Reggimento Artiglieria G.A.F., catturato dai tedeschi e morto in prigionia per malattia in Polonia a Lamsdorf - Russenlager come Internato Militare Italiano (IMI) il 15 marzo 1944, sepolto nel cimitero militare di Lambinowice, in Polonia
1. Gavetta del soldato Sopetto Carlo, in forza all'8° Reggimento Artiglieria G.A.F. da San Carlo Canavese (Torino). Catturato in Slovenia e portato in Germania come IMI, farà ritorno a casa nell’agosto 1945. Recita la frase incisa sul retro: "Mamma ritornerò, quando più vecchio sarò", scritta probabilmente durante il periodo di leva nei Balcani, antecedente la prigionia. Crediti: Associazione Studi Militari Emilia Romagna APS, dono di Andrea Michele Mingozzi.

Come da tradizione in questo genere di articoli, si ricorda l’operato di ISTORECO, che ha digitalizzato molti dei ruoli matricolari dei soldati reggiani del Novecento, e quello del Commissariato generale per le onoranze ai caduti (ONORCADUTI), ente del Ministero della Difesa che, oltre alla gestione dei sepolcreti e delle zone monumentali, si occupa di ricercare, recuperare, rimpatriare i caduti italiani non ancora individuati, dando o ricevendo notizie dai congiunti.

Fare ricerca storica e ricordare i caduti significa portare una testimonianza di un particolare evento bellico, fra i tanti possibili, affinché ciò che è stato non si ripeta mai più.