Lo scienziato italiano Stefano Mancuso, professore di arboricoltura generale e etologia vegetale all’Università di Firenze che ha dedicato la sua carriera allo studio delle piante e alla comprensione delle loro capacità sorprendenti, sarà al Teatro Bismantova giovedì 20 giugno, alle 18, per un incontro pubblico organizzato dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.
“Nell’Appennino tosco-emiliano sono oltre 500 milioni di alberi presenti – spiega Giuseppe Vignali, direttore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano -. Qui c’è anche la più ampia superficie in Italia soggetta a certificazione (Pefc e Fsc) finalizzata alla gestione forestale sostenibile e responsabile con la generazione (e vendita) di crediti di sostenibilità (14.933 quelli generati dalle foreste della Riserva di Biosfera nel 2023!). L’intervento di Stefano Mancuso è voluto proprio per sottolineare l’importanza dei servizi ecosistemici che le piante offrono all’ambiente e alle comunità. Tra queste il supporto a tutti gli esseri viventi grazie alla produzione di cibo, acqua potabile, materiali, regolazione del clima, depurazione dell’acqua, impollinazione oltre a valori culturali come aspetti estetici, spirituali, educativi e ricreativi".
Alla fine dell’intervento di Mancuso seguirà breve dibattito fra giovani studiosi, imprese e proprietari sul valore dei servizi erogati dagli alberi.
L’ingresso è libero.
Lo scienziato italiano Stefano Mancuso
Nato a Catanzaro, in Calabria, nel 1965, Stefano Mancuso è un botanico e saggista di fama internazionale. Fondatore e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV), Mancuso ha rivoluzionato il modo di comprensione del mondo vegetale. La sua ricerca ha dimostrato che le piante non sono solo organismi passivi, ma possiedono una straordinaria intelligenza e sensibilità. Ad esempio, Mancuso ha studiato le abilità delle piante, concentrandosi sulle estremità delle radici, che sono sensibili a vari stimoli come pressione, temperatura e suoni specifici. Nel 2004, ha contribuito a un importante studio che ha suggerito che le zone apicali delle radici interagiscono tra loro, formando una struttura con funzioni simili a quelle del cervello animale!
È così emerso come nonostante la mancanza di nervi e cervello, le piante hanno una vita sociale e organi sensoriali propri. Nel 2012, in una ricerca scientifica con colleghi hanno scoperto che le radici delle piante sono sensibili al suono e alla sua direzione. Tra le opere celebri: Il suo libro “Verde brillante: La sorprendente storia e scienza dell’intelligenza delle piante” getta luce sulle capacità straordinarie delle piante e il loro ruolo nell’ecosistema.