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Caccia, nuovo regolamento per contrastare la peste suina

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“Positivo il confronto con le realtà locali, associazioni venatorie, mondo dell’agricoltura e associazioni ambientaliste per contenere l’epidemia e ridurre il numero dei cinghiali”. Sono queste le parole dell'assessore regionale all'agricoltura Alessio Mammi in merito al nuovo regolamento di caccia approvato l'11 giugno. Le nuove norme semplificano la caccia di gruppo e introducono norme in contrasto alle peste suina con la possibilità di abbattere più cinghiali rispetto al passato.

Il nuovo regolamento 

Il Regolamento sostituisce quello del 2008 e ha ottenuto il parere dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dal Consiglio delle autonomie locali, l’organo di coordinamento tra la Regione e gli Enti locali.

Gli aggiornamenti, oltre a recepire le principali indicazioni fornite nel Piano faunistico venatorio regionale, tendono anche a rendere più efficace la gestione degli ungulati, in un quadro di forte necessità di individuare misure per il contenimento della fauna selvatica con conseguenze legate all’impatto ambientale ed economico.

Le principali novità consistono in una più razionale gestione dei cinghiali con la semplificazione delle modalità di caccia collettiva, interventi in situazioni di particolare criticità, per esempio diminuendo il numero di componenti delle squadre di braccata (da 40 a 30 e aumentando gli invitati da 5 a 8).

Ancora, saranno introdotte in casi straordinari azioni collettive ridotte che prevedono l’autorizzazione della Regione a battute o braccate con un numero inferiore di partecipanti e cani, nel caso di particolari esigenze del territorio.

Il regolamento prevede inoltre l’adeguamento alle norme nazionali, in materia di armi utilizzabili e aggiorna le modalità di intervento in controllo faunistico.

Per quanto riguarda i cervidi, principalmente capriolo e daino, saranno garantiti gli obiettivi del piano faunistico venatorio in termini di compatibilità con l’ambiente, tutela della biodiversità e della sostenibilità dell’agricoltura, e l’adeguamento all’attuale contesto di gestione delle due specie.
Sarà garantita inoltre una gestione del cervo maggiormente in linea con la presenza della specie a livello regionale e aderente alle previsioni recentemente modificate dalla regione Toscana, con la quale si condivide la gestione delle popolazioni animali che si trovano tra le due regioni.

Le modifiche proposte consentiranno una razionalizzazione della gestione degli ungulati su scala regionale nel rispetto dei principali principi di conservazione e compatibilità con le attività agricole, ambientali ed economiche.