"È motivo di grande soddisfazione che la nostra associazione abbia raggiunto questo importante traguardo." Così il presidente della Croce Verde Alto Appennino Federico Franchini commenta l'importante ricorrenza dei trent'anni di attività. In una lunga intervista, ci racconta come l’associazione, nata dall’impegno di un gruppo di volontari determinati, abbia saputo affrontare le sfide di un territorio montano difficile e con una popolazione sparsa e anziana. Nonostante le difficoltà, lo spirito dei fondatori è rimasto immutato, alimentato dalla gratitudine e dalla dedizione di tutti coloro che hanno contribuito a questo straordinario percorso. Trent'anni di servizio alla comunità che testimoniano una missione di soccorso e assistenza ancora viva e forte come allora.
Trent'anni di dedizione e soccorso: quali sono le emozioni che prova di fronte a questo traguardo?
La mia esperienza personale di volontario ha avuto inizio nel giugno del 2014, dal 2016 per tre anni ho ricoperto il ruolo di Vice Presidente e dal 2021 ricopro il ruolo di Presidente della Croce Verde Alto Appennino. Il mio impegno all’interno dell’associazione, quindi, copre solo un parte di questo lungo percorso ma posso affermare che è motivo di grande soddisfazione che la nostra associazione abbia raggiunto questo importante traguardo. Credo che la soddisfazione sia ancora maggiore considerando le oggettive condizioni di difficoltà legate al territorio in cui l’associazione ha sempre operato e cioè un territorio montano molto vasto, con pochi abitanti sparsi in moltissime località e con un indice di vecchiaia elevato e di conseguenza con grandi fragilità. Tuttavia lo spirito che ritengo abbia animato il gruppo di volenterosi, che nel 1994 ha dato vita all’associazione, credo sia ancora ben saldo a distanza di tanti anni. Uno dei sentimenti che penso debba prevalere oggi è la gratitudine verso tutti coloro che si sono impegnati in questi 30 anni, e che hanno contribuito al raggiungimento di questo traguardo.
Può raccontarci come è nata l'idea di fondare la Croce Verde Alto Appennino e quale era la visione originale di Danilo Manari?
L’idea del dottor Manari, sostenuta da diverse altre persone della comunità, era quella di creare un presidio organizzato e presente h24 di assistenza e soccorso a Busana a servizio delle comunità locali di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto, ora Comune di Ventasso. Quindi la fondazione di Croce Verde è stata un’iniziativa della comunità e sostenuta da essa per essere a disposizione della comunità. Importante è stato il contributo iniziale del dottor Manari, che ha coordinato e saputo gestire la partenza di una realtà così complessa. I primi volontari hanno seguito i corsi in Croce Verde Reggio Emilia e sono partiti grazie all’acquisto del primo mezzo, la Busana 8, sempre dalla Croce Verde di Reggio Emilia. Da quel momento non c’è stata mai interruzione di servizio e si è riusciti sempre a garantire la continuità di soccorso ed assistenza che era lo scopo originario. Di particolare rilievo è stato il contributo dato dalla nostra associazione alla creazione del servizio di automedica per la montagna presso l’ospedale di Castelnovo ne’ Monti. Infatti il servizio nasce, nei primi anni d’attività della Croce Verde, dall’accordo con l’Ausl, le Croci Rosse del territorio e la nostra associazione, mettendo a disposizione un mezzo ed un autista per 3 settimane al mese mentre la copertura della restante settimane da parte delle CRI. La visione originaria è quella che ancora ci sostiene dopo 30 anni.
Come è cambiato il ruolo della Croce Verde Alto Appennino nel corso degli anni?
La nostra associazione è cambiata molto nel corso dei 30 anni, in linea con quelle che sono state le modifiche normative che hanno cambiato molto il mondo del volontariato. Dalla partenza nel giugno del 1994 con un gruppo di volontari e di un solo mezzo siamo arrivati ad oggi con una struttura composta da 5 dipendenti, 162 volontari e 10 mezzi, compreso quello che andremo ad inaugurare il prossimo 2 Giugno. Non è stato tutto facile nel corso degli anni, infatti si sono attraversati momenti di forte calo del volontariato e scarse risorse economiche che hanno messo a rischio la tenuta della nostra associazione. Grazie al sostegno della popolazione e allo spirito dei volontari si è riusciti a superare le difficoltà incontrate nel corso degli anni. Inoltre l’offerta di servizi resi dall’associazione è stata notevolmente ampliata, con l’introduzione di servizi non urgenti alla popolazione, assistenze sanitarie ad eventi sportivi e a manifestazioni. Particolare attenzione è stata dedicata ad implementare l’educazione civica sul territorio con iniziative di formazione rivolte alle scuole e a tutti i cittadini allo scopo di coinvolgere sempre più la popolazione ad avere una parte attiva nella comunità. Fra tanti cambiamenti ritengo tuttavia che lo spirito guida e l’obiettivo comune dei volontari e dell’associazione in questi 30 anni sia rimasto immutato e cioè quello di essere a disposizione ed al servizio della comunità, in particolare per le persone più fragili.
Qual è stato il momento in cui ha sentito maggiormente l'orgoglio di appartenere a questa comunità di volontari?
Sono tanti i momenti che mi hanno reso orgoglioso di far parte e di rappresentare questa associazione. Infatti la nostra Pubblica Assistenza è la più piccola in provincia ma abbiamo dimostrato di essere un tassello importante nel sistema del soccorso e abbiamo cercato di essere sempre presenti non solo per la nostra comunità ma a supporto della rete ANPAS. Siamo stati presenti nei momenti di grandi emergenze, in ultimo l’alluvione dello scorso anno in Romagna, e nelle piccole richieste che quotidianamente arrivano alla nostra sede. Uno dei momenti più significativi sicuramente è stata l’emergenza Covid, che ci ha toccati in modo particolare e che ci ha visto fortemente presenti su tutto il territorio provinciale, infatti nei mesi di Marzo-Giugno 2020 abbiamo messo quotidianamente a disposizione pronta partenza 3 ambulanze, rispetto alla singola partenza che abbiamo nel nostro quotidiano. Questo dimostra l’impegno che i nostri volontari hanno messo per essere d’aiuto in un momento molto complicato alla propria comunità. Questo forse è stato il momento in cui sono stato maggiormente orgoglioso di questa comunità di volontari dal cuore grande.
Come gestite la formazione e l'aggiornamento continuo dei vostri volontari per garantire un'assistenza sempre adeguata e professionale?
La formazione dei volontari è un momento estremamente importante perché permette costantemente di aggiornarci e rimanere preparati per offrire il miglior servizio alla cittadinanza che richiede il nostro aiuto. Negli anni è cambiata moltissimo e un passaggio chiave è stato quello dell’accreditamento regionale che ha definito il piano formativo che deve essere svolto per poter prestare servizio e la definizione di obblighi formativi annui di mantenimento delle qualifiche. Contestualmente è nato il centro formativo di ANPAS regionale che si occupa di formare i nostri formatori e coordinare le attività formative. Grazie all’impegno del gruppo di formatori interno alla nostra associazione riusciamo a garantire la formazione ai nuovi volontari che partecipano al corso per entrare in Croce Verde e al mantenimento delle qualifiche dei nostri operatori volontari. Un’altra importante attività del nostro gruppo di formatori è quello di portare anche al di fuori dell’associazione le nozioni di primo soccorso in modo da diffondere anche tra la popolazione le competenze per affrontare eventuali situazioni d’emergenza in cui si potrebbero trovare coinvolti.
In questi 30 anni, quali sono stati i momenti più significativi e le sfide più grandi che l'associazione ha affrontato?
Superato l’entusiasmo iniziale, sono intercorse le prime difficoltà e si è resa necessaria un’organizzazione più strutturata dell’associazione, con l’acquisto di nuovi mezzi e il consolidamento della sede associativa e successivamente dell’acquisto della stessa. Si sono attraversati alcuni momenti di forte calo del numero dei volontari e di carenza di risorse economiche che sono state superate anche grazie al notevole sostegno della nostra comunità. Una sfida significativa è stata quella dell’accreditamento regionale, nei primi anni del 2010, che ha reso necessario per il rispetto degli standard richiesti, una nuova organizzazione con una maggiore professionalizzazione del volontariato. Fondamentale il contributo del Presidente Franco Correggi, alla guida dell’associazione dal 2004 al 2021, che ha saputo accompagnare la Croce Verde in questa fase di grandi cambiamenti. Altro momento particolarmente importante è stata la fase della pandemia Covid che ci ha visti coinvolti in prima linea nell’assistenza e nel soccorso ma che ha contribuito a determinare un cambiamento molto significativo all’interno della nostra associazione. Si è determinata una maggiore attenzione della comunità verso la Croce Verde con un incremento della partecipazione attiva che ha permesso una nuova fase di crescita riscontrabile nell’aumento delle attività restituite a favore della comunità di Ventasso.
Come affrontate e superate le situazioni di emergenza che possono essere particolarmente stressanti o difficili? Ci sono stati momenti in cui la solidarietà tra i volontari ha fatto la differenza?
Le situazioni di emergenza per chi opera nel settore dell’emergenza/urgenza sono purtroppo all’ordine del giorno e rientrano nello spirito proprio di questo progetto di volontariato. Sicuramente una adeguata formazione dei volontari contribuisce ad affrontare al meglio lo stress e le difficoltà che si incontrano. Fondamentale è lo spirito che accomuna tutti i volontari e che si concretizza nel desiderio di aiutare e sostenere le persone in situazioni di fragilità. Il clima che si respira in associazione è positivo e collaborativo, caratterizzato da legami di amicizia e grande solidarietà fra i volontari. L’associazione ha assunto sempre di più negli anni anche un ruolo importante di aggregazione sociale nonché punto di incontro e conoscenza intergenerazionale e questo rappresenta un grande valore aggiunto per il nostro territorio.
Qual è il rapporto della vostra associazione con altre organizzazioni di volontariato e istituzioni locali? Collaborate spesso con altre entità per migliorare i servizi offerti?
I rapporti di collaborazione in un territorio come il nostro sono fondamentali, sia con le altre organizzazioni di volontariato che con le istituzioni locali. La nostra associazione è molto radicata sul territorio e le collaborazioni sono costanti sia con le istituzioni che in particolare con le altre organizzazioni che hanno ruoli importanti nelle attività di soccorso in montagna. Proprio in quest’ottica è in fase di realizzazione un nuovo progetto, proposto dalla nostra Croce Verde e recentemente finanziato con un Bando PNRR, che attiverà la “Prima scuola permanente di sicurezza in montagna” (PRE.SA) in collaborazione con il SAER e il CAI (Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico, Stazione Monte Cusna (RE) e il CAI, sezione locale Bismantova) per la realizzazione di lezioni e simulazioni pratiche di sicurezza in montagna. Un nuovo e innovativo servizio destinato sia alla popolazione residente sia ai numerosi turisti che arrivano sul nostro territorio, principalmente nel periodo estivo.
In che modo la comunità locale contribuisce al sostegno dell'associazione e quali iniziative avete in programma per rafforzare ulteriormente questo legame?
Fondamentale per la nostra Croce Verde è sempre stato il sostegno della comunità locale che nel corso di questi 30 anni non è mai mancato. Numerose e importanti sono le donazioni da parte della popolazione e grande è l’impegno di molte associazioni del territorio per la raccolta fondi attraverso iniziative e/o feste popolari. Dall’altra parte la Croce Verde stessa partecipa ad alcune delle manifestazioni organizzate sul territorio con banchetti informativi e di promozione delle attività di volontariato. Ormai da qualche anno, viene organizzata dall’ associazione in agosto una grande festa di incontro con la popolazione, con cibo e musica, per rafforzare i rapporti con la comunità e la risposta è sempre molto positiva. Quest’anno inoltre, in occasione del 30 anniversario, il 2 giugno si terrà una manifestazione per celebrare questa importante ricorrenza, durante la quale ci saranno momenti dimostrativi di attività di soccorso e verrà inaugurata una nuova autoambulanza, acquistata grazie anche alle tante donazioni ricevute. Prosegue inoltre da molti anni la collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Busana, che ha lo scopo di stimolare la cultura del soccorso e l’attenzione dei ragazzi al mondo del volontariato. Molto importante inoltre la presenza sul territorio di numerosi DAE, (stazioni di primo soccorso cardiaco) posizionati negli anni passati direttamente dall’associazione con il progetto “Cuore del Ventasso” o in collaborazione con altre realtà associative locali. Il progetto è proseguito nel tempo con momenti formativi dedicati a formare un numero adeguato di cittadini all’uso dello strumento e continua ad essere attivo per le necessità di monitoraggio e manutenzione che tali strumenti necessitano, inoltre negli ultimi 2 anni si è ampliato con l’aggiunta di altre 2 postazioni sul territorio. Quindi il legame con la comunità di Ventasso è molto stretto e la comunità ci fa’ sentire costantemente la propria vicinanza e supporto.
Se dovesse riassumere in una frase l'essenza della Croce Verde Alto Appennino, quella che si sente nelle storie e nei gesti quotidiani, quale sarebbe?
Penso che più che una frase, si possa riassumere l’essenza di Croce Verde nella parola “comunità”. Questa parola credo riassuma bene la storia e il senso della Croce Verde; un’iniziativa nata dalla comunità, che è sostenuta dalla comunità, al servizio della stessa comunità.