Marco Silvestri, portiere dell’Udinese, è stato operato al polpaccio sinistro la scorsa settimana ed ora sta facendo la fisioterapia post-operatoria.
Nativo di Castelnovo ne’ Monti è attualmente l’unico giocatore reggiano a militare in serie A, dopo Luca Bucci e Nello Monelli. Altri hanno avuto carriere importanti nei professionisti ma al momento lo scettro è tutto di Silvestri.
“Purtroppo ha avuto questo grosso strappo al polpaccio sinistro e dovrà stare fermo almeno fino alla preparazione – spiega il padre Claudio Silvestri noto avvocato della Montagna – per cui visto che adesso sono in pensione mi sono preso un mesetto per aiutarlo. Io e mia moglie Fabrizia ci siamo divisi fra Sologno, Udine e Barcellona proprio per stargli vicino e aiutarlo visto che ha le stampelle e non può ancora appoggiare il piede. La moglie era via per una sfilata e dunque siamo subentrati noi"
Com'è andata l'operazione?
"Bene è stato operato da un luminare spagnolo ed ora dovrà fare tutta la riabilitazione prevista anche perché i primi di luglio dovrà ripartire con la preparazione per il prossimo campionato”.
Lei ha deciso di chiudere lo studio per stare vicino a suo figlio?
“Assolutamente no però essendo in pensione mi sono potuto assentare per aiutarlo o meglio per coccolarcelo (io e mia moglie) perché lo vediamo poco. Siamo una famiglia unita e la lontananza si fa sentire. Però non ho intenzione di appendere la toga al chiodo. Se mio figlio avrà ancora bisogno di me e di mia moglie noi ci saremo con una disponibilità maggiore rispetto a prima questo si».
In famiglia siete tutti appassionati di calcio giusto?
“Si io in gioventù ero un centravanti, mia figlia Benedetta gioca nella squadra femminile di calcio a 5 di Baiso, Marco gioca come portiere nell’Udinese e Filippo è un difensore centrale. Mia moglie poi è un’appassionata di calcio per cui tutti seguiamo questo sport. Anche se, e questo lo puntualizzo perché ci tengo molto, lo sport è sempre stato importante per la nostra famiglia ma prima è sempre venuta la scuola e successivamente il lavoro. Per Marco che ne ha fatto il suo lavoro è diventato un tutt’uno”.
Ma anche Marco è un po’ pazzerello come tutti i portieri?
“Si si lo è anche lui come tutti gli altri. Gli abbiamo visto disputare partite veramente pazze dove ha giocato benissimo e molto spesso lo andiamo a vedere. Ormai abbiamo visto tutti gli stadi d'Italia. E ammetto ogni volta che andiamo a Milano e lo vediamo in campo, beh, ci viene la pelle d'oca. Vedere tuo figlio che ha realizzato il suo sogno e sta giocando davanti a migliaia di persone in serie A fa sempre il suo effetto. Per cui quando possiamo noi ci siamo. Lo abbiamo sempre seguito e continueremo a farlo finché giocherà. Poi se ha bisogno per qualsiasi cosa noi ci siamo, distanza permettendo logico”.
Fra qualche settimana inizierà il torneo della Montagna, verrete anche quest’anno a vedere qualche partita?
“Certamente. Quando si può ci siamo. Filippo deve ancora decidere se giocarvi oppure no. Lo scorso anno a Collagna c’eravamo tutti a fare il tifo per lui.Marco bisognerà vedere se riuscirà a venire a casa perché al momento ha un bel po’ di fisioterapia da fare. Però ogni volta che può torna. La Montagna è sempre sua del resto”.
Grande avvocato e un grande in bocca al lupo a marco