W la diga, ecco Vannacci
Venerdì 10 maggio, alle ore 11, il generale Roberto Vannacci, figura tanto discussa quanto conosciuta nel panorama nazionale, varcherà i confini di Vetto, in località Lido.
La sua visita, annunciata con un misto di pompa e circostanza dal presidente del Comitato promotore della Diga di Vetto, Lino Franzini, è stata definita un evento "storico". Storico? Forse. Inquietante? Sicuramente per le polemiche nate attorno a questa figura ora candidata alle prossime europee con la Lega di Matteo Salvini che, lui sì orgogliosamente, lo porta in campagna elettorale. Va detto a onore del vero che il ‘Generale’ parlò di diga nell’estate 2023 a pagina 17 del suo il discusso tomo «Il Mondo al contrario», allora primo in classifica nelle vendite su Amazon. Lo usò come esempio di opere utili ma mai realizzate per scatenare quella che per diverse settimane fu una campagna contro gli «ambientalisti del no a tutto».
Sicuramente Vannacci non è esattamente il tipo che ti aspetti di trovare a tagliare nastri o a piantare alberi in nome della sostenibilità ambientale. Con una carriera costellata tanto di applausi quanto di fischi, la sua presenza a Vetto, secondo alcuni, pare più un coup de théâtre che un passo verso la risoluzione delle intricate questioni che la costruzione di una diga comporta.
Il generale, noto per un approccio spesso considerato al limite tra l'audace e il divisivo (l’ultima uscita sui disabili in classi separate ha causato il ricompattarsi, contro, di un intero arco costituzionale), sarà davvero il candidato ideale per rassicurare una comunità sul futuro di un'opera così impattante come una diga? Eppure, secondo Franzini nostro appassionato lettore che, in questo caso, non ci ha segnalato l’appuntamento, questa presenza potrebbe infondere "speranza".
In che modo la presenza di Vannacci dovrebbe servire la causa del Comitato? Il suo curriculum non include, per quanto ne sappiamo, significative incursioni nel campo dell'ingegneria idraulica o nel delicato equilibrio tra sviluppo infrastrutturale e tutela ambientale. Eppure nel suo libro ha scritto: «L’acqua che ha spazzato via le auto e allagato i campi in Romagna è la stessa che avrebbe potuto salvare città, coltivazioni, allevamenti e agricoltori dal rischio siccità nei periodi caldi… Ma ogni progetto viene ostacolato dai Verdi, dagli ambientalisti, dagli amanti degli animali, dagli eco-ansiosi, dai progressisti, dai sostenitori delle trote e delle anguille, dai protettori delle lontre e dai fanatici della legge sulla restaurazione della Natura… La diga di Vetto ne è un esempio eminente e chiarissimo: un progetto degli anni ‘80 mai portato a termine… Dopo 35 anni e una infinità di ricorsi, boicottaggi, picchettaggi, sit-in di ambientalisti a difesa di lontre, faine, rospi, e insetti vari non se n’è ancora fatto nulla»
Tanto basta per farne un esperto? Oppure la risposta potrebbe risiedere non tanto nella logica quanto nella psicologia: Vannacci è una figura che sa occupare la scena, polarizzare l'attenzione. Franzini ha scommesso su un nome che fa notizia. Col rischio, però, di polarizzare un tema che, come Franzini stesso denunciò, si era assopito e poco appassionava. Certo, l’auspicio, per i dighisti moderati, è che questo nome non faccia acqua da tutte le parti, ma… a che prezzo? Ora ci saranno, come per Vannacci, i tifosi che non vedevamo dall’altra parte? “W la diga” o “W la lontra”? Un rischio al contrario che si poteva evitare?
Intanto entro la primavera del 2025 si attende, da parte del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, l’assegnazione dalla gara per la stesura del DocFap, il «Documento di fattibilità delle alternative progettuali», preliminare a qualsiasi progettazione futura di un eventuale invaso (si stabiliranno dimensioni e luogo).
Unici non invitati a dire la loro, tra un DocFap e un Vannacci, i montanari.
se prima ero pro diga se viene quello sarò no diga! ma non scivola di sotto?
Un clamoroso autogol da parte del comitato pro diga.
Come giustamente evedenziato nell’articolo si rende eclatante la presenza di una persona senza nessuna qualifica ne tecnica,ne politica.
Potrebbe esserci un Mario Rossi qualunque ad esprimere opinioni che avrebbe esattamente la stessa credibilità.
Per incentivare la gente a credere nella bontà del progetto “diga di Vetto” non c’è di certo bisogno di questi personaggi un pò troppo sopra le righe.
Il rischio è di ottenere esattamente l’effetto contrario.
Cordialmente
Mi viene da supporre che tra quanti andranno ad ascoltare il generale Vannacci possa esservi pure chi è abbastanza indifferente alla “questione Diga”, ma è comunque interessato al sentirlo parlare, se il Gen. riterrà di farlo, riguardo a tematiche controverse da lui trattate in questi mesi, anche per conoscerne la versione autentica rispetto alle varie e differenti interpretazioni che volta a volta ne vengono date.
P.B. 07.05.2024
Praticamente, uno spettacolo di cabaret. Peccato che non ci sia nulla da ridere.
Quanto al commento di B.C., pure un “Mario Rossi qualunque” potrebbe aver maturato una propria opinione riguardo all’invaso vettese, trattandosi di argomento dibattuto ormai da parecchi anni, e in ordine al quale anche “personaggi un pò troppo sopra le righe” potrebbero casomai avere idee più chiare rispetto a “decisori politici” che invece paiono ancora tergiversare, o prender tempo, demandando ai Tecnici di fornire le soluzioni.
La componente tecnica è ovviamente fondamentale, e imprescindibile, nel dire se l’opera è o meno fattibile, ma le indicazioni sul realizzarla o meno, e sulla sua portata, competono alla politica, quale committente, alla stregua del detentore di un terreno mappato come fabbricabile, cui spetta di stabilire se destinarlo o meno a tale uso, e in caso affermativo optare per l’una o altra dimensione dell’immobile, su cui dovranno poi esprimersi i Tecnici.
Come ho già ripetutamente scritto, io non sono un tifoso della Diga, e preferirei che la nostra bella Val d’Enza rimanesse qual’è, ma al di là delle personali aspettative, continuo a confidare sul “primato” della politica, dalla quale mi aspetto che esprima le linee di intervento, sull’uno o altro problema, salvo poi doverne verificare la praticabilità (e non credo che occorrano necessariamente competenze tecniche per prefigurare tali linee).
P.B. 08.05.2024
Appunto le decisioni competo alla politica,Vannacci al momento è sicuramente un soldato o ex soldato.Certamente non è ancora un politico altrimenti e lo ribadisco,può definirsi tale chiunque possa e voglia esprimere la propria opinione.
Cordialmente
A volte voler mettere la propria firma su un’opera pubblica è un rischio aggiunto alla realizzazione della stessa in quanto, oltre ai pareri contrari che inevitabilmente sempre ci sono nel merito ad un progetto, si aggiunge la diffidenza che tali personaggi possono riscontrare tra i cittadini.
Quindi, l’opera stessa cede di obiettività nella sua pura valutazione a fronte del giudizio su chi la vuole rappresentare!
Ricordiamo quanto fatto per la realizzazione della diga di Vetto dagli “ESPERTI” della sinistra!
• Dal 2012 all’ottobre 2022 (tolti i 15 mesi del Governo giallo-verde, Lega-M5S) il PD è sempre stato al Governo, anche con Presidenti del Consiglio.
• Regione Emilia Romagna dal 1970 a guida della sinistra.
• Unione degli 8 Comuni della Val d’Enza, Presidente e Sindaci PD.
• Provincia di Reggio Emilia a guida PD.
• Ministro Infrastrutture e Trasporti un reggiano, Delrio PD, dal 2015 al 2017 nei Governi Renzi e Gentiloni.
R I S U L T A T I . . .
Al secondo commento di B.C. (e forse anche a quello di Andrea) mi sembra potersi rispondere che chi va ad ascoltare il candidato Vannacci sa già cosa l’aspetta, nel senso di conoscere in partenza gli argomenti che verranno presumibilmente trattati, e con quale impostazione, e può essere interessato a sostenerlo con la propria presenza, oppure a capire meglio le sue posizioni, e dopo averlo ascoltato potrà semmai dissentire e dissociarsi, e anche discostarsene per quanto concerne l’intenzione di voto.
In buona sostanza il generale Vannacci, nell’esporre il proprio pensiero, si “mette in gioco” pure sul piano elettorale, il che mi pare essere circostanza piuttosto diversa dai casi di chi ha eventualmente partecipato ad uno spettacolo, o evento, di svago e divertimento, e dunque idealmente “disimpegnato” come si usa dire, salvo che, inaspettatamente, si è trovato casomai davanti figure anche celebri, e dunque non ininfluenti sulla pubblica opinione, esprimere tesi di natura sociale e politica.
P.B. 10.05.2024