Home Cronaca “Ci preoccupa il calo demografico e una certa politica, ci candidiamo”

“Ci preoccupa il calo demografico e una certa politica, ci candidiamo”

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A Vetto si presenta prossima alle partenze per le prossime amministrative la "Lista civica vettese". Lo fa con una nota, diramata da Debora Tondelli, del gruppo misto di minoranza, che preannuncia la discesa in campo di una nuova formazione che, in queste ore, sta decidendo il candidato sindaco ma anche i candidati consiglieri.

"Questa lista - si legge nella nota - nasce nella buona volontà di molti vettesi, che uniti vuole mettersi al servizio del territorio con una concreta politica che operi per il bene della comunità. ll comune di Vetto ha vissuto negli ultimi anni una grave crisi strutturale, ambientale e lavorativa, assieme ad un calo demografico preoccupante che ci porta a considerare un radicale cambio di politica amministrativa e invertire la rotta per fare una politica socio economica che rilanci il paese verso un futuro migliore.
Questo principio fondamentale sarà un continuo stimolo ad operare per migliorare le condizioni di vita della popolazione del nostro comune alla quale offriremo servizi, sicurezza e sviluppo nel rispetto delle ricchezze naturali che sono proprie del nostro territorio. Noi di Lista vettese, vorremmo essere per la popolazione il nuovo corso che dia a Vetto e ai suoi elettori un'amministrazione degna di questo nostro amato paese".

A breve la presentazione di programma, lista e candidato sindaco. Al momento risulta certa la conferma della candidatura di Fabio Ruffini (Pd), sindaco uscente. Da valutare se Alberto Bizzocchi (Fli) riuscirà a confermare il suo impegno di fare una lista a sua volta con lui capolista.

1 COMMENT

  1. Gent.ma Debora Tondelli, vada avanti, qualunque squadra riuscirà a mettere insieme ridarà una speranza di fermare la “dolce morte” che da anni qualcuno sta portando il paese di Vetto, Le posso dire, con assoluta certezza e senza alcuna ideologia partitica, che l’alta Val d’Enza, la Val Cedra e Val Lonza potevano essere le Valli più importanti dell’Appennino Emiliano, non solo Reggiano e Parmense: sarebbe bastato che fossero state realizzate le opere che qualcuno aveva richiesto, opere progettate e avviate, ma qualcuno ha dato il suo massimo impegno per fermarle; mi riferisco alla fondovalle Val d’Enza, sospesa dopo più di un anno di lavori e la Diga di Vetto, mai fatta riprendere neppure dopo la comunicazione del 6 ottobre 1992 alla Regione Emilia Romagna e ai vari Enti a firma del Ministro dell’Ambiente Carlo Ripa di Meana, persona della massima serietà; il Ministero dell’Ambiente scriveva nella sua relazione tecnica che per i fabbisogni idrici della Val d’Enza la Diga di Vetto doveva avere le dimensioni non inferiori a quelle di progetto.
    Tenga conto che tante persone che si opposero a queste opere sono tuttora presenti e sono ben individuabili in una certa linea politica; ma a mio avviso a dare il colpo di grazia alla Diga di Vetto fu il voto del Consiglio Comunale di Vetto, se ben ricordo era l’aprile del 2011, la maggioranza del Consiglio Comunale votò contro la diga come da progetto Marcello, la minoranza votò a favore.
    Il NO del Comune più direttamente coinvolto dalla Diga, condizionò sicuramente i pareri di Province e Regione, e siamo arrivati al 2024 da quel 16 agosto 1989; ora si parla di un Doc.Fap, un documento delle alternative progettuali alla diga di Vetto, un documento che sicuramente farà più danni del NO del Consiglio Comunale di Vetto del 2011, temo che questo Doc.Fap arrivi a definire che nella Stretta di Vetto è sufficiente creare un invaso da circa 30/40 milioni di metri cubi, opera che darebbe il colpo di grazia ai paesi montani di queste Valli.
    I paesi montani per avere un futuro e uno sviluppo devono avere un lago balneabile e navigabile nei mesi estivi, come avviene nel lago a Barberino del Mugello formato dalla diga del Bilancino sul torrente Sieve; un lago ad usi plurimi come quello che dovrebbe sorgere a Vetto da 30/40 milioni di metri cubi in estate sarebbe vuoto e invece di attirare turismo lo allontanerebbe, inoltre i tanti proventi economici, che sarebbe troppo lungo descrivere, andrebbero a farsi benedire; molto meglio non fare nulla piuttosto che avere i danni di una diga e non poterne avere i benefici; purtroppo troppi cittadini non meditano ma ascoltano ciò che dice il partito.
    Pertanto solo un cambiamento politico potrà cambiare il destino di Vetto e ridare una speranza a queste Valli montane.
    Abbiamo l’oro blu che scorre nella valle, un’oro sempre più prezioso anche a causa dei cambiamenti climatici, ma qualcuno preferisce sprecarlo, trattenerlo porterebbe lavoro, sviluppo, ricchezza e un futuro a queste terre, e questo non va bene, queste terre devono diventare una “riserva” per lupi e cinghiali, questo è per me veramente inconcepibile, comprendo le ideologie, i talebani, gli estremismi partitici, ma non posso comprendere quanto sta succedendo a Vetto.
    Debora Tondelli ci provi a fermare questo treno che da anni sta portando Vetto e tutti i paesi montani al baratro, ridia una speranza a queste terre, Lei e la squadra che formerà, rimane la nostra unica speranza, auguri, per Lei e per i pochi giovani rimasti a Vetto e su queste Valli, a me e a chi ha la mia età, la Diga non porterà alcun beneficio.

    • Firma - Franzini Lino