La coppia Manfredini-Salimbeni torna al CavolaForum di Cavola per farci riflettere sul potenziale negativo delle nostre azioni e della nostra indifferenza: “I Figli Di Eichmann”.
Il nuovo spettacolo dell’autore e scrittore Matteo Manfredini (Direttore del Museo della resistenza di Montefiorino) assieme all’attore Enrico Salimbeni, andrà in scena .
Il racconto ruota attorno al processo del criminale nazista Adolf Eichmann, catturato dal Mossad in Argentina e processato a Gerusalemme nei primi anni Sessanta. Le udienze del processo ebbero grande risalto mediatico come testimoniano i racconti della filosofa Hannah Arendt nel suo libro la Banalità del Male.
Cosa dice del nostro mondo lo svolgimento di questo processo, l’uccisione sistematica, pianificata e organizzata di 6 milioni di ebrei? Come interpretare le parole del nazista Eichmann?
L’autore Manfredini si aggira tra le radici scoperte dell’Olocausto. Ad accompagnarlo in questo viaggio torbido e oscuro ci sono le lettere che il filosofo ebreo tedesco Gunter Anders, scrive proprio al figlio di Adolf Eichmann. Per Anders anche il figlio di Eichmann è una vittima, ma per comprenderlo sarà necessario portare alla luce alcuni aspetti della società tecnica e burocratica che non è stata smantellata dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Salimbeni interpreterà le parole di Eichmann davanti alla corte e leggerà alcuni passaggi delle lettere di Anders. Le letture saranno intervallate da momenti di riflessione condotti da Manfredini.
“Abbiamo deciso di approcciarsi al tema da una prospettiva diversa” dice Manfredini. “Mi sono occupato a lungo di questi temi, soprattutto del negazionismo e mi sono chiesto: a cosa serve studiare l’Olocausto? A cosa serve visitare Auschwitz se non torniamo a casa profondamente cambiati? Vede, la questione terrificante che mi ha perseguitato studiando l’argomento è stata quella posta dal sociologo Bauman: l’Olocausto è la prova della debolezza della nostra civiltà o la dimostrazione del suo terrificante potenziale?”
Continua l’autore: “Assieme a Salimbeni abbiamo provato a dare drammaturgia alle riflessioni sull’argomento. Lui ha selezionato molto materiale fotografico che accompagnerà la serata. Dalle cerimonie del 27 gennaio troppo spesso usciamo tranquilli e riappacificati. Invece dovremmo esserne turbati, terrorizzati per aver capito che si possono fare cose mostruose senza sentirsi dei mostri. Avere la coscienza pulita non è sempre prova di innocenza come direbbe il filosofo Anders”.
E’ la quarta collaborazione della coppia Manfredini-Salimbeni, dopo l’Ultima notte a Montefiorino, Pavarotti la storia di un tenore e la Valle dei Motori.